Ciak si chiude all’AbuDhabiGp: istruzioni per l’uso di #YasMarina

Ultimo giro di giostra di un anno strano, ma non noioso… Si chiude su una pista dove la Ferrari non ha mai vinto…

Il circuito di Yas Marina, realizzato da Hermann Tilke, offre poche chance di sorpasso, principalmente concentrate nella chicane definita dalle curve 8 e 9, con possibilità di controsorpasso in uscita incrociando le traiettorie, e al termine della curva 11, dove ritardare la frenata eccessivamente significa tuttavia finire lunghi in una via di fuga generalmente piuttosto polverosa. Due le zone nelle quali è possibile azionare il DRS: nei due rettilinei principali, dopo le curve 7 e 10.

  • Secondo i tecnici Brembo il Yas Marina Circuit rientra nella categoria dei circuiti più impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 5, l’unico in quest’annata anomala.
  • Il Gran Premio di Abu Dhabi chiude una stagione diversa dal solito, iniziata in ritardo e piena di novità: C3, C4 e C5 sono state scelte quali rispettivamente P Zero White hard, Yellow medium e Red soft. Si tratta della stessa nomination del 2019 per la gara serale che quest’anno si disputa un paio di settimane dopo rispetto alla passata stagione.
  • L’asfalto è molto liscio e la severità del tracciato è media: questi fattori rendono le tre mescole più morbide della gamma P Zero le più adatte per il circuito di Yas Marina.
  • Così come al Gran Premio del Bahrain, venerdì ad Abu Dhabi i Team proveranno i pneumatici 2021. Ciascun pilota avrà a disposizione un solo set in mescola C4 (in Bahrain erano due set di C3), da testare durante FP2, per un minimo di 8 giri cronometrati. Questo set è in aggiunta all’allocazione standard prevista per questo weekend, con 2 set di hard, 3 di medium e 8 di hard a disposizione di ogni pilota.
  • Yas Marina ospiterà anche i test post-season, in programma martedì 15 dicembre, dedicati principalmente ai piloti che hanno preso parte a meno di due gare (tranne alcune eccezioni di rilievo). Nei test verranno usati i pneumatici 2020.
  • Yas Marina presenta un’ampia varietà di curve diverse che rendono il tracciato un buon test per monoposto e pneumatici. I Team dispongono già di molti dati su questa pista, grazie alle gare e ai test precedenti, il che facilita la ricerca del set-up ottimale.
  • Il Gran Premio partirà alle 17 locali e le temperature asfalto si abbasseranno rapidamente nel corso della serata: un elemento che potrebbe influire sul comportamento dei pneumatici. FP1 e FP3, invece, si disputeranno durante la giornata.
  • Nel 2019, Lewis Hamilton (Mercedes) e Max Verstappen (Red Bull) sono arrivati 1° e 2° con una strategia a una sosta medium-hard, mentre le prestazioni extra date dalla mescola soft nell’ultimo stint hanno consentito a Charles Leclerc (Ferrari) di chiudere 3°. Solo sei piloti si fermarono due volte, mentre la maggior parte scelse un solo pit stop.
  • Non ci saranno gare collaterali durante tutto il fine settimana: ciò influirà sull’evoluzione del tracciato che di conseguenza sarà poco gommato.
  • La prima metà della pista – fino alla curva 12 – è molto veloce, con due rettilinei in cui viene utilizzato il DRS, mentre nel tratto successivo le curve secche si intensificano, con evidente riduzione delle velocità massime. Ciò ostacola lo smaltimento termico nella seconda parte del tracciato, specie per la parte di gara disputata con la luce solare. ​
  • Nell’ultimo decennio l’evoluzione dei sistemi frenanti Brembo per la Formula 1 è stato impressionate. Il numero dei fori di ventilazione dei dischi è quasi quintuplicato, sfiorando nelle versioni Very High Cooling per l’anteriore le 1.500 unità per disco grazie alla disposizione su 7 file: nella High Cooling sono realizzati su 6 file, nella Medium Cooling su 5 file. 
  • L’incremento della superficie in carbonio del disco esposta alla ventilazione garantisce una maggiore dispersione del calore, riducendo la temperatura di esercizio, che in un impianto frenante di F.1 può superare anche il migliaio di gradi. ​
  • Pur essendoci 21 curve, i piloti utilizzano i freni 11 volte al giro. Quest’anno solo la pista di Budapest ha avuto un numero così alto di frenate ma l’Hungaroring misura appena 4.381 metri contro i 5.554 del circuito di Yas Marina. Abbastanza simile è anche il tempo di utilizzo dei freni: 18,6 secondi al giro negli Emirati Arabi, 17,8 secondi in Ungheria. 
  • La decelerazione media sul giro al Yas Marina Circuit è di 3,8 g ma considerando solo le prime 5 frenate , cioè le prime 11 curve della pista, la media supera i 4,7 g, valore mai avvicinato nelle curve restanti in cui si toccano i 4-4,1 g. Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota esercita un carico totale sul pedale del freno di oltre 54 tonnellate. ​​ ​ ​
  • Delle 11 frenate del GP Abu Dhabi ​4 sono considerate altamente impegnative per i freni, una è di media difficoltà e le restanti 6 sono light.
  • Preceduta da un rettilineo di quasi 1,2 km, la frenata più dura è quella alla curva 8: le monoposto vi arrivano a 344 km/h e rallentano per 2,52 secondi fino a scendere a 84 km/h. Ci riescono in 125 metri grazie ad un carico sul pedale del freno di 186 kg e ad una decelerazione di 5,6 g.

“I Team conoscono molto bene il tracciato di Yas Marina, e ciò dovrebbe consentire loro di trarre il massimo delle prestazioni nella sfida finale – il commento di Mario Isola responsabile F1 di Pirelli – Lo scorso anno, Hamilton ha demolito il precedente record del tracciato che durava dieci anni: sarà interessante vedere se anche questo fine settimana vedremo un nuovo primato. Una particolare attenzione sarà quella dedicata ai test: in FP2, tutti i Team proveranno le specifiche 2021 in mescola C4, così come già avvenuto due settimane fa in Bahrain, mentre i post-season test si disputeranno martedì 15. Il test sui pneumatici 2021 dovrebbe consentire ai Team di ottenere dati molto utili, mentre quello post-season potrebbe aiutare i piloti a familiarizzare con le monoposto in vista di una stagione 2021 che speriamo possa svolgersi regolarmente”.

La gara si corre alle 14.10. Poi alle 19 ci si vede a Race Anatomy…

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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