
Un uomo di grande sensibilità», lo piangono la moglie Maria Teresa e i figli Marco e Luca, con lui fino all’ultimo, ma la scomparsa di Beppe Donazzan (giovedì, alle 15, le esequie a Pove del Grappa), che avrebbe compiuto 70 anni a marzo e si è spento ieri a Bassano, la sua città. È stato inviato sui motori è poi responsabile dello sport de il Gazettino.
Ciao Beppe, compagno di viaggio, di rally e di gran premi di una vita fa. È stato bello conoscerti, frequentarti e lavorare fianco a fianco in tutte le occasioni in cui ci siamo trovati a inseguire un pilota, una storia. Ti piaceva raccontare e ridere, sapevi essere ironico, disincantato in un mondo che stava cominciando a prendersi troppo sul serio.
Ho ancora negli occhi e nel cuore il giovedì prima del peggiore weekend della nostra vita, quello che ci ha portato verso il primo maggio 1994. Io e un collega del Corriere, Carlo Grandini, stavano aspettando Senna per scambiare quattro chiacchiere pre gran premio. Allora era tutto più facile senza mille addetti contro la stampa. Arrivasti tu e cominciasti a raccontare della tua mattinata con Ayrton su dalle tue parti dove era stato a presentare una sua nuova bici. Tu eri stato l’unico ad andarci. Ma non eri geloso. Condividevi quanto raccolto con gli amici.
Da quell’incontro con Ayrton poi hai preso ispirazione per uno dei tuoi tanti libri. Hai scritto si Ayrton, di Schumi e di Miki Biasion, un grande delle tue parti. Ti piaceva raccontare, ti piaceva la storia delle corse.
Ciao Beppe. Ti sia lieve la terra come si usa dire.