Luca De Meo è un italiano che ha conquistato il mondo. Dopo aver lanciato la 500 Fiat ha cominciato a navigare lontano da casa. Prima in Audi, poi in Seat (dove si è inventato Cupra) e adesso in Renault dove è il ceo, il numero 1. Un italiano che governa i francesi, mentre in Ferrari abbiamo un francese che non riesce a governare gli italiani. Luca De Meo è stato ospite a La Politica nel Pallone, il programma di Emilio Mancuso su Radio Rai Gr Parlamento. Ha parlato di auto e di sport. E’ stato un piacere intervistarlo.
“Il podio a Montecarlo è stato importante, per noi vale doppio. In Alpine abbiamo un progetto sul lungo periodo, siamo coscienti che rimanere ad alti livelli e giocarsela con grandi squadre come Ferrari, Red Bull o Mercedes richiederà molto lavoro. all’inizio dell’anno avevo indicato il quarto posto come obiettivo. Siamo partiti male e vedo difficile raggiungerlo. Ma il bello dello sport è la competizione”.
“Io a Maranello? In passato solo rumors. Ammiro molto Montezemolo, ma nei fatti mai stato vicino alla Ferrari. Essendo italiano viene logico fare certe speculazioni. Nei fatti, però, non sono mai stato vicino ad occupare un ruolo. Io come tutti gli italiani sono tifoso della Ferrari, il livello è altissimo e a volte è difficile trovare l’alchimia che fa sì che una squadra possa essere vincente per tanto tempo. Non credo che ci sia una formula unica, alla fine bisogna trovare l’alchimia ed è un lavoro di grande sofisticazione. Non perché metti più soldi vinci in Formula 1. La possibilità di migliorare c’è ed è buono per lo sport perché lo rende più spettacolare. Noi come Alpine ci proveremo“.
Ormai De Meo vola troppo alto. In Renault è il numero uno. A Torino dovevano pensarci prima. Chiamarlo A Maranello affidandogli il ruolo che poi è stato di Vigna. Si è prerita una strada differente guardando a nuove sfide. Ma magari De Meo avrebbe fatto comodo anche in Formula 1 visto il suo peso politico nell’industria automobilistica.
“Eravamo partiti dal 4° posto dell’anno scorso. Ci eravamo dati l’ambizione di ridurre la distanza dal terzo, adesso siamo quinti; il sogno sarebbe essere quarti ma la vedo dura. Non molliamo e sappiamo che le differenze sono minime. I piloti stanno facendo un lavoro egregio entrambi, abbiamo avuto un inizio stagione complicato ma è la vita. Sul 2026 io sono stato uno di quelli che ha spinto sul fatto che la F1 si deve reinventare tenendo conto delle esigenze di sostenibilità aumentando la parte elettrica dei motori. La parte della combustione, invece, funzionerà con dei carburanti sintetici e il lavoro che faremo servirà a capire come si comportano i motori con questi nuovi carburanti“.
“In Alpine guardiamo molto i giovani piloti italiani – ha detto riferendosi a Minì che fa parte dell’Academy è ha appena vinto a Montecarlo in Formula 3 – Parte del progetto è creare un’academy come per i top team. Da noi se ne occupa Davide Brivio, che in Motogp ha vinto diversi mondiali. Cerchiamo di portare persone di talento in Formula 1, da italiano se riuscissi a lanciare un connazionale tra i top di categoria sarebbe un grande orgoglio”.
”Noi da sempre cerchiamo di essere una fucina di talenti -prosegue- come nel caso di Alonso che è esploso da noi e continua nella sua splendida carriera ad essere protagonista. Per essere un buon leader? Quando arrivo in società con problemi li affronto subito, è la parte più divertente del lavoro sistemare le criticità. Per il ruolo è importante identificare il talento e metterlo al servizio del progetto, sempre con uno spirito di squadra che è fondamentale nelle aziende. Le persone apprezzano il coraggio, quindi i leader devono dare esempio e forza agli altri. Io in futuro fuori dal mondo delle automobili? -conclude De Meo -no, non credo. Ho fatto della mia passione il mio lavoro”.


