Oggi, 19 gennaio 2022, Dino Ferrari compirebbe 90 anni e a Maranello ci sarebbe una festa come quella che venne organizzata per l’ultimo compleanno dell’ingegnere, suo padre. Dino purtroppo se ne è andato ancora ragazzo a 24 anni, lasciando un vuoto profondo nel padre che non ha mai dimenticato quel figlio a cui “aveva voluto un mare di bene”.
Ho perduto mio figlio, e non ho trovato che lacrime
Enzo Ferrari
Chissà come sarebbe la Ferrari oggi se Dino fosse sopravvissuto alla distrofia muscolare che lo ha portato via così in fretta. Chissà come sarebbero i reapporti con suo fratello Piero che invece non ha mai conosciuto e oggi è uno degli uomini più ricchi d’Italia (secondo le classifiche di Forbes).
A Dino fu dedicata la famosa Ferrarina, la linea di vetture economiche e sportive, prodotte fra il 1966 e il 1980 e spinta dal motore V6 (con angolo di 65°) che lo stesso Dino aveva ideato con la collaborazione dell’ingegner Jano.
Mio figlio era nato nelle corse e con le corse
Enzo Ferrari
Somigliantissimo al padre nei tratti del viso, nel sorriso, nella passione per la meccanica e per la guida: pilotava con “grande maestria” le auto che gli faceva avere il padre: la prima fu una Topolino 500, poi venne una 1100 TV e infine anche una Ferrari 2 litri. Ma non si limitava a guidare in città e sulle strade verso Maranello, spesso andava in pista all’Autodromo di Modena.
Il mio parere, per ciò che concerne i nuovi motori, è il seguente: per quanto riguarda la formula vigente penserei che sia meglio rielaborare l’attuale motore, visto i buoni risultati che dà, specie dal lato ripresa e numero dei giri, e di dotarlo di zampe e di attacco frizione per poterlo montare sul nuovo telaio. Per la nuova formula di 1500 cc, trovo che il motore 8c sia la soluzione migliore perchè penso che il 4c, sia pure in misura minore data la cilindrata più ridotta, dia luogo ai ben noti inconvenienti. Reputo che sia importante programmare per il prossimo inverno prove con l’iniezione diretta, anche se molto lunghe, perchè penso che sia l’unica strada unitamente ai giri per superare i 100CV/litro
lettera scritta da Dino Ferrari al padre nel 1955, Viserbella
Dino era nato a Modena il 19 gennaio 1932 e se ne è andati a 24 anni il 30 giugno 1956. In suo ricordo, anche la FIAT battezzò “Dino” due modelli di spider e coupé, così come un nuovo brand detenuto dalla “Rossa” e, dal 1970, il circuito di Imola, rinominato “Autodromo Enzo e Dino Ferrari” alla morte del padre, la vigilia di Ferragosto del 1988.
Anche Il Centro Studi contro le malattie neuromuscolari e neurodegenerative dell’Università degli Studi di Milano è intitolato a Dino Ferrari. Dalla sua scomparsa e grazie anche agli investimenti che la Ferrari ha sempre sostenuto per la ricerca sono stati ottenuti molti progressi nella battaglia alla distrofia di Duchenne, che colpisce all’incirca un maschio ogni tremilacinquecento, provocando atrofia e debolezza muscolare a progressione rapida. Oggi molti malati hanno in media un’aspettativa di vita di sessant’anni.
Io mi ero illuso che le nostre cure potessero ridargli la salute. Mi ero convinto che quel figlio fosse come una mia macchina, uno dei miei motori, e così mi ero fatto una bella tabella delle calorie di tutti gli alimenti che doveva ingerire e che non avrebbero nociuto ai suoi reni, tenevo un aggiornatissimo diagramma quotidiano delle albumine, del peso specifico dell’urina, del tasso di azoto del sangue, della diuresi, che mi dava l’indice di andamento della malattia.
Enzo Ferrari