La Borsa ha reagito positivamente alla presentazione del nuovo piano della #Ferrari. La pioggia di nuovi modelli (15 entro il 2022), l’arrivo del Suv non Suv chiamato Purosangue e l’ibridizzazione della gamma (il 60% entro fine piano), hanno portato a un + 5,52 a Wall Street (chiusura a 138,32$) e a un + 3,94 in Piazza Affari (117,400 euro). Con Ferrari che capitalizza 22.313 milioni di euro (Fca ieri era a 23.280).
Ferrari promossa. Sergio Marchionne ne sarebbe orgoglioso come hanno raccontato nel loro messaggio agli investitori sia John Elkann che Louis Camilleri. Tutti e due hanno voluto sottolineare l’importanza dell’uomo che aveva pianificato di vivere a Maranello i suoi anni del dopo pensione da Fca per dedicarsi anima e corpo a una Ferrari che amava. Un tributo doveroso e fatto con grande sincerità perchè il nuovo presidente, John Elkann, era davvero diventato amico di Marchionne e grazie a lui ha imparato tanto. Oggi sa di essere molto più solo, di dover affrontare strade molto dissestate, ma nei pensieri e nel lavoro lasciato da Marchionne può trovare l’ispirazione per superare l’ostacolo più grande che si è trovato a dover saltare nella sua giovane vita. “Sergio ha giocato una parte importante nel rendere possibile questo momento e i traguardi che punteremo a raggiungere in futuro”.
Nel suo primo discorso ufficiale da presidente della Ferrari, John Elkann, il primo discendente della famiglia Agnelli a occupare quel posto, ha voluto sottolineare il lungo legame che fin dai tempi di suo nonno Gianni ha unito Torino e Maranello. Partendo da una frase di Enzo Ferrari (“What’s behind you doesn’t matter” che potremmo tradurre con la celeberrima “Il secondo è il primo dei perdenti”) che ha citato parecchie volte nel suo discorso, ha voluto sottolinaere come la Ferrari nella sua storia “abbia vinto. E vinto con stile”. La strada che vuole continuare a seguire: vincere con stile.
“La mia famiglia ha avuto il privilegio di contribuire al viaggio della Ferrari in 50 dei suoi 70 anni di vita. Quando il 18 giugno 1969, Enzo Ferrari incontrò mio nonno a Torino per firmare un’alleanza unica fu stretto un patto. Enzo Ferrari disse di quell’incontro: “Gli ho parlato del mio passato e del mio presente di quello che voglio per la mia fabbrica e sono stato capace come mai prima d’ora di dire esattamente che cosa ne pensavo”. Io non ero ancora nato quel giorno, ma negli anni ho capito la profonda importanzla della Ferrari per la mia famiglia e per la mia nazione, l’Italia…”
Il legame della famiglia con Maranello, era rappresentato in platea anche da Andrea Agnelli, oggi presidente bianconero, che proprio in Ferrari aveva mosso i suoi primi passi lavorativi da ragazzo. Anche lui come il cugino John è un grande innamorato della Rossa. Mancava solo Lapo un altro che in Ferrari ha lavorato e che nei giorni scorsi aveva anticipato l’ingaggio di Leclerc bruciando l’ufficialità e suo fratello presidente.
John Elkann è partito da Marchionne e ha proseguito con il nonno Gianni e Enzo Ferrari. Molto Ferrari. Con grande rispetto della storia. “Enzo Ferrari era un genio il cui successo più grande fu quello di inspirare gli uomini che hanno lavorato per lui a produrre qualcosa di straordinario. In termini di bellezza, di potenza, in termini di innovazione, stile e successo. Si descriveva come un “agitatore di uomini e di talenti” (in realtà erano idee). E agitandole ha creato uno spirito che contrinua a sopravvivere, che è stato tramandato e oggi ci guida a fare grandi cose. Lo spirito è qui nella terra e nei muri di Maranello. E’ in tutte le persone che lavorano qui e in ogni singola auto che qui produciamo. I nostri clienti sanno bene di che cosa parlo perchè lo spirito è anche parte di quel sentimento unico che provano quando diventano proprietari Ferrari ed entrano a far parte della nostra famiglia e della nostra storia”.
Un discorso rispettoso. Pieno di affetto. I numeri, le cifre, i conti li ha lasciati ad altri. Ma quello che John Elkann deve capire è che in futuro la Ferrari avrà grandi bisogno di lui. La Ferrari ha avuto successo negli anni, sui mercati e nelle corse, perchè alla sua guida c’erano uomini di grande, grandissimi carisma. Ognuno diverso. Ognuno coi suoi pregi e i suoi difetti. Ma tutti con una grande forza dentro. Parlo di Enzo Ferrari, ma anche di Luca di Monrezemolo e ovviamente di Sergio Marchionne. E’ questo di cui ha bisogno la Ferrari. Toccherà a John Elkann darglielo.