Il disastro #Ferrari letto dalla stampa italiana

La peggior Ferrari degli ultimi anni vista dalla stampa. Ecco che si dice del disastro Rosso di Spa, grazie alla collaborazione di loslalom.it

Vista l’aria che tira con le Mercedes imprendibili, mentre Hamilton parte ancora in pole e come scrive il Times stamattina “flirta con la perfezione”, per gli altri sta diventando il Mondiale della contentezza relativa. Così Verstappen è abbastanza felice del suo terzo posto a 15 millesimi dalla primafila e Albon è abbastanza felice del suo quinto posto. Dal club sono esclusi i ferraristi, condannati chissà fino a quando a oscillare tra la mediocrità e il gradino più sotto. Sei delle ultime otto posizioni in partenza sono occupate da macchine che hanno la power unit uscita da Maranello. Un anno fa Leclerc qui vinceva. Ieri è andato mezzo secondo più lento restando fuori dalla Q2. Come Vettel.

C’è qualcosa che ci sta sfuggendo, mi aspetto che i nostri ingegneri lo capiscano

Mattia Binotto

È la prima volta da quando la pole position si corre con la formula attuale (2006) che la Ferrari non è tra le prime dieci in griglia. Nelle libere del mattino Vettel era ultimo. La stagione dei record al contrario ora va incontro a due eventi che dovevano essere due passaggi gioiosi: Monza e il Mugello, con il GP numero mille della storia di Maranello da celebrare nel circuito riaperto al pubblico. Così Andrea Cremonesi sulla Gazzetta dello sport si chiede “chi sarà così masochista da mettersi in viaggio verso Scarperia per assistere presumibilmente a un simile spettacolo. C’è persino da ringraziare il cielo che [la] settimana prossima a Monza le porte restino ancora chiuse, evitando una invasione di pista che avrebbe potuto trasformarsi in contestazione, considerato l’umore che emerge dai social”.

Ci sono due elementi della Ferrari che per noi sono importanti: i risultati economici, su cui Montezemolo ha fatto un ottimo lavoro e su cui gli ho fatto anche i complimenti, e la gestione sportiva. Il cuore della Ferrari è quello di vincere

Sergio Marchionne, settembre 2024

Daniele Sparisci sul Corriere della sera considera: “È una stagione disgraziata, lo si è capito da subito, ma almeno bisognerebbe reagire, arrendersi con onore. La speranza è che almeno oggi una corsa pazza, la pioggia, addolciscano questo copione horror. La verità è che rispetto a dodici mesi fa la Ferrari corre con una controfigura e non c’è maquillage che regga, servono interventi radicali per quanto i regolamenti siano congelati”. Mauro Coppini sul Corriere dello sport-Stadio commenta: “Difficile immaginare per quanto tempo la Ferrari potrà sopravvivere a se stessa. Alla sua storia, al suo stesso mito. Il 2002 rischia di essere un calvario, difficile immaginare una resurrezione”

C’è poco da fare. Abbiamo fatto un grosso passo indietro rispetto agli altri. È difficile trovare una spiegazione. Non possiamo aspettarci miracoli

Charles Leclerc

“L’obiettivo oggi è finire in zona punti, come un’AlphaTauri qualsiasi” scrive Stefano Mancini su la Stampa, perché Leclerc ha il tredicesimo tempo e Vettel il quattordicesimo, staccati di 1”7 e 2 secondi. “In un mondo che lavora sui millesimi si tratta di distacchi enormi. Le cause della crisi? L’ultima ipotesi – leggiamo – riguarda le gomme. La Ferrari non riesce a farle funzionare. La conseguenza è che i piloti non si fidano e finiscono per perdere un paio di decimi a giro. E poi mancano potenza e aerodinamica, che sulle curve ad alta velocità di Spa-Francorchamps sono fondamentali”.

La Ferrari è un’icona. È brutto per la F1 vedere che non è in grado di lottare per le posizioni davanti. E non è bello nemmeno per la competizione. I tifosi non meritano questi risultati

Toto Wolff Mercedes
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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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