
Ultima gara prima della pausa. Gp d’Ungheria un anno dopo la scena più comica della storia della Formula1, quella con il solo Lewis Hamilton sullo schieramento di partenza mentre tutti rientravano ai box a montare gomme da asciutto. A Budapest Max non ha mai vinto e Charles non è mai salito sul podio, anzi due volte si è ritirato al primo giro.
Il circuito, lungo 4,381 chilometri è molto sinuoso e ondulato ed è caratterizzato da una serie di curve medie e lente che richiedono un carico molto elevato. Un buon bilanciamento aerodinamico e un assetto meccanico quanto mai preciso sono essenziali per evitare che le monoposto scivolino mettendo in crisi le gomme. Le possibilità di sorpasso sono di conseguenza molto limitate. L’unico punto dove si può fare un tentativo in sicurezza è nel primo settore: in fondo al rettilineo principale, dove le macchine frenano prima di imboccare un’impegnativa curva a destra in discesa, e poi nelle successive due curve, prima di andare in salita verso il secondo tratto del circuito.
- Una particolarità di questo tracciato è lo stress che pone sulla trasmissione, visto che sono necessari 78 cambi di marcia per ogni giro e dunque approssimativamente 3.700 per l’intera gara. Le marce più sollecitate sono quelle di mezzo – dalla terza alla sesta – mentre l’ottava è utilizzata solamente per risparmiare carburante.
- Nonostante il rettilineo in Ungheria sia uno dei più brevi del calendario, la distanza dalla pole position alla frenata della curva 1 è una delle più lunghe dell’anno con 444 metri, distanza superata solo da Città del Messico, Imola, Barcellona e Monza.
- Negli ultimi 10 anni 5 volte ha vinto chi era scattato in pole (4 volte Hamilton e una Vettel).
- L’ultimo impegno prima della sosta estiva è il GP Ungheria che per il 37° anno di fila va in scena all’Hungaroring. Secondo i tecnici Brembo questo circuito rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3.
- La tortuosità del tracciato lo fa somigliare ad un grande kartodromo e si ripercuote sulla velocità media sul giro, inferiore ai 205 km/h in gara mentre in qualifica ci si può spingere fino a 214 km/h. L’assenza di lunghi rettilinei, fatta eccezione per quello principale che però supera di poco i 900 metri, ostacola il raffreddamento dei freni ma d’altra parte è punteggiato da poche staccate dure.
- Ad ogni giro dell’Hungaroring i piloti di Formula 1 utilizzano i freni 11 volte, per un totale di circa 14 secondi e 3 decimi al giro, equivalenti al 19 per cento della durata del Gran Premio. Il valore è elevato ma al GP Monaco, nonostante presenti 9 frenate al giro, si raggiunge il 21 per cento perché la pista monegasca è più corta di un chilometro di quella ungherese.
- Le 11 frenate sono contraddistinte da valori molto differenti ma solo nelle prime 2 curve si superano i 100 metri di frenata e i 2 secondi di tempo. Alti carichi sul pedale del freno e forza g si sperimentano anche alle curve 6 e 12 e così dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota esercita un carico complessivo di 78 tonnellate e mezzo, superiore di 5 tonnellate al GP Monaco.
- Per il Gran Premio di Ungheria, con il quale si chiude la prima metà del campionato in vista della pausa estiva, Pirelli ha scelto le tre mescole centrali della gamma: C2 come P Zero White hard, C3 come P Zero Yellow medium e C4 come P Zero Red soft.
- L’Hungaroring è noto per essere un circuito estremamente caldo e asciutto: l’anno scorso, le temperature dell’asfalto durante le prove libere hanno sfiorato i 60 gradi. In realtà, nelle ultime due stagioni ha piovuto appena prima della gara e l’anno scorso, in particolare, ha avuto luogo quella surreale ripartenza dopo un incidente sulla prima curva in cui Lewis Hamilton (Mercedes) è stato l’unico a scattare dalla griglia con le intermedie, mentre tutti gli altri piloti sono passati dai box per montare le slick.
- L’Hungaroring non è un circuito che esercita livelli particolarmente alti di energia sui pneumatici: l’asfalto è liscio, con qualche irregolarità in alcuni punti, e le gomme sono messe alla prova più in fase di trazione che in frenata.
- Delle 11 frenate del GP Ungheria 4 sono considerate altamente impegnative per i freni, 2 sono di media difficoltà e le 5 restanti sono light.
- La più dura per l’impianto frenante è la prima curva: per passare da 321 km/h a 95 km/h i piloti devono frenare per 2,43 secondi con un carico di 142 kg sul pedale del freno durante i quali subiscono 4,6 g di decelerazione. In quell’arco di tempo le monoposto percorrono 118 metri. Leggermente inferiore, 107 metri, è lo spazio di frenata alla curva 2 mentre da record sono i 143 kg di carico sul pedale e i 4,6 g di decelerazione alla curva 12 che presenta valori elevati (2.265 kW) anche per la potenza frenante.
Il consiglio per i videogiocatori
La presenza di un unico lungo rettilineo potrebbe trarre in inganno quanti cercano di affrontare nel migliore dei modi la prima curva dell’Hungaroring nel videogioco Formula 1. Per evitare errori bisogna portarsi sul lato sinistro dell’asfalto e pestare duramente sul freno dopo aver superato il cartello dei 100 metri. Si scala fino in seconda marcia ma già in quarta si inizia a sterzare, fino a portare le ruote sul cordolo interno. Attenzione a non accelerare troppo presto, rischiereste di uscire di pista.