
In pole c’è una Ferrari, ma è quella con telaio made in Varano. Davanti a tutti c’è la Haas-Dallara-Ferrari di Kevin Magnussen. Non è mai troppo tardi. Una squadra statunitense, un telaio e un motore made in Motor Valley, un pilota nato in Danimarca, primo danese della storia a prendersi la pole.
Per fortuna il mondiale sta finendo. Domenica prossima la Formula 1 andrà in vacanza e forse la Ferrari chiuderà l’era delle follie. L’ultima in ordine di tempo l’ha messa in mostra ieri nelle qualifiche del Gran premio del Brasile che oggi vivrà l’ultima gara sprint della stagione. Sarebbe stata un’occasione. Partire davanti in una gara di 100 chilometri avrebbe magari permesso alla Ferrari di restare davanti senza avere il tempo di mangiare le gomme. Invece la Ferrari si è inventata una nuova strategia: montare gomme da bagnato (le Pirelli Intermedie) mentre tutti scendevano in pista con le gomme da asciutto. Incomprensibile. Quando hanno capito la bischerata lo hanno richiamato ai box, ma anche in questo sono stato goffi perchè glielo hanno detto quando aveva già passato il traguardo e quindi non poteva più rientrare
. Tanto che Charles ha buttato lì un “nice call”, bella chiamata che la dice lunghissima sul suo umore. Anche la faccia che ha fatto una volta sceso dall’auto è tutta un programma. Charles scatterà decimo nella Sprint Race, Sainz sarà quinto, ma domani in gara perderà comunque cinque posizioni sullo schieramento per la sostituzione del motore termico. Resta la scelta incomprensibile, l’ennesimo errore strategico di un anno disastroso sotto questo punto di vista. Combinato a quello commesso con Sainz che in coda per uscire ha detto via radio: “Avete aspettato troppo a farmi uscire”. Guarda caso la pole l’ha presa chi è uscito davanti a tutti.
Nel giorno dell’errore Ferrari c’è comunque un motore made in Maranello in pole, quello della Haas di Kevin Magnussen che dopo 139 tentativi ha colto la prima pole della sua carriera. Una sorpresona, non un furto. Perché Magnussen con la sua Haas made in Italy (è progettata e fabbricata in Dallara) il tempo lo ha fatto nello stesso momento di Verstappen (2°) e di Russell (3°) poi finito fuori alla curva quattro dopo aver perso la sua Mercedes sul bagnato con un fuori pista che ha in pratica chiuso ke qualifiche anche perché fuori ha cominciato davvero a piovere.
Alla Haas dell’italianissimo Gunther Steiner riesce un testa coda mai visto: Magnussen in pole e Mick Schumacher in ultima posizione. Il bello è che Magnussen una volta chiuse le prove non sapeva dove andare, cosa fare. Ha percorso strade che non si era mai immaginato di dover percorrere con la sua Haas. Una piccola favoletta in una terra che di favole ne ha raccontate tante anche nello sport. “Non so cosa dire, il team mi ha mandato in pista al momento giusto, sono uscito per primo. È fantastico perché proprio non me lo aspettavo. Proverò a divertirmi”.
Oggi si gareggia sui 100 km, 24 giri della Sprint. Difficile che qualcuno possa fermare Verstappen anche se a Interlagos in questo periodo dell’anno il tempo non è mai garantito e potrebbe terremotare la gara come capitato in qualifica con tre protagonisti attesi sprofondati in fondo: Hamilton 8°, Perez 9° e Leclerc 10°. Il mondo all’incontrario. Tranne che per Max. Lui è sempre in paradiso.