La danza della pioggia a Monaco questa volta la da Verstappen. E come lui tutti quelli che gli partono dietro. Per fermare questa Ferrari può servire. Ma forse non bastare…
“La pole qui è molto speciale. Sono veramente felice – ha detto Charles a Sky – Il weekend è andato liscio fino a questo momento. Sapevo di avere il passo, dovevo solo portare a termine il lavoro. L’ultimo giro prima della bandiera rossa è stato davvero molto buono. Non cambiava nulla per noi. Ero al limite, avevo parecchio sovrasterzo. Ho faticato a mettere le gomme in temperatura nell’ultimo settore perché c’era traffico. alla fine il posteriore ha chiuso un po’, ma il tempo è arrivato. Alla fine stavo migliorando parecchio, ero 4 decimi più veloce di fermarmi. Era un gran bel giro. La macchina dava sensazioni fantastiche. Avere anche Carlos al mio fianco è fantastico. Con l’asciutto la situazione domani sarà più prevedibile, ma noi saremo competitivi in qualunque situazione“.
“Ho aspettato la Q3 per iniziare a spingere davvero. Il primo giro è stato buono, però ancor più contento del secondo giro, che però non ho potuto finire – ha aggiunto Leclerc in conferenza stampa – Nell’ultima manche non ho pensato a quanto successo l’anno scorso, sono andato al massimo come sempre. Con la squadra abbiamo seguito molto bene l’evoluzione della pista durante la qualifica, anche se qui c’è sempre la variabile traffico. Non volevo ostacolare qualcuno e avere una penalità, ma in certi posti era impossibile, perché temevo di rovinare le gomme se avessi spinto troppo”.
“Non penso di aver mai guidato qui con la pioggia. Negli ultimi anni abbiamo faticato sul bagnato, ma oggi penso che siamo migliorati su questo aspetto“.
“Succede sempre così – lo sfogo via radio di Verstappen dopo la bandiera rossa – era un bel giro. Bisognerebbe cambiare qualcosa, altrimenti finisce che conviene fare un giro buono e poi metterla a muro”.
Ma Max e’ preoccupato dalle prestazioni Ferrari. Infatti aggiunge:“La pioggia è l’unica speranza per me per poter fare qualcosa domani in gara“.