Rassegna stampa tra sogni rossi Ferrari e Ducati

Ancelotti Carlo Magno a parte è tutto un motore sulle pagine sportive di oggi. Da Monte Carlo al Mugello è un delirio rosso. Frecce Ferrari e frecce tricolori si intrecciano in una domenica speciale.

In 67 anni di #MonacoGp valido per il Mondiale, 30 volte ha vinto chi partiva in pole. Come dire che Charles è metà dell’opera… l’anno scorso dalla Pole non riuscì neppure a scattare. Quest’anno dovrà solo stare calmo e parlare con la sua Ferrari curva dopo curva per accompagnarla fino al traguardo.

Giorgio Terruzzi sul Corriere della sera parla di “una pole come un omaggio ad Ayrton Senna, il suo idolo, che qui partì davanti cinque volte; che qui nel 1988 raccontò di aver dominato la qualifica in uno stato di trance mistico e magico. Charles Leclerc: irresistibile, pure lui. Capace di abbassare i propri tempi in continuazione, con qualche decimo tra il cervello e il piede destro da spendere sotto ogni minaccia. Ayrton ad applaudire da dove si trova, lassù, nel firmamento riservato ai fuoriclasse. Stato di grazia, una forma strepitosa, convinto di poter restare su questo livello sino al termine del Mondiale”.

Stefano Mancini per La Stampa dice che “le previsioni danno pioggia, ma Charles & Carlos alzano le spalle: «Per noi è lo stesso, asciutto o bagnato non cambia nulla. Dobbiamo finire il lavoro». Piccola spacconata: su queste strade delimitate da muretti persino Senna è andato a sbattere con la pioggia. L’acqua è la speranza dei piloti in difficoltà che sperano di rimontare approfittando delle safety car. La coppia di ferraristi ha due sole cose da fare: partire bene e dettare il ritmo. E poi sperare che dietro non succedano troppi imprevisti”.

Quello di ieri, come fa notare Stefano Gatti per Mediaset, ha mandato al manicomio Max Verstappen, il campione in carica “arrabbiatissimo per non aver potuto provare fino in fondo ad andare ad affiancare Leclerc in prima fila, di fatto è stato battuto in quattro turni di prove su quattro dal proprio compagno di squadra”.

Alessandra Retico per Repubblica racconta che a Montecarlo “hanno tutti sognato di volare con Charles, anzi lo hanno fatto, dalle terrazze, le barche, le colline. Il ragazzino che vedeva dal balcone girare la rossa nei budelli del suo petit village, adesso la guarda negli occhi la macchina favolosa, ci parla in intimità. E quanto sembra enorme finalmente la sua città. Il piccolo principe regna a casa sua e questa è la sua Ferrari”.

Le pagine dei quotidiani sportivi sul gran premio del Mugello trasformato in festival Ducati

Stefano Mancini su La Stampa sottolinea che “un filo rosso lega l’impresa della Ferrari a quella della Ducati, che al Mugello ha monopolizzato la prima fila con Di Giannantonio, Bezzecchi e Marini. Le due nazionali dei motori non c’erano mai riuscite in contemporanea, e in particolare in due luoghi tanto simbolici”.

Paolo Lorenzi sul Corriere della sera ricorda che “dall’infortunio del luglio 2020 sono passati 22 mesi senza concreti miglioramenti, salvo qualche exploit nel 2021 (vittorie in Germania, Usa e Misano) che hanno illuso su un suo completo recupero. La diplopia all’occhio emersa lo scorso ottobre ha solo peggiorato le sue condizioni. In quel momento Marc aveva ipotizzato il quarto intervento, ma l’omero non era del tutto saldato”.

Hanno detto che ritirano il 46, non che non lo vedremo mai più. Così nel giorno della cerimonia per Valentino Rossi, il suo vecchio numero è stampato su due delle moto che partono dalla prima fila. La sua eredità è nel team che regge l’ascesa di suo fratello e la scalata di Bezzecchi. Dinanzi a una griglia così mamelica, Massimo Calandri su Repubblica scrive che si tratta della “risposta migliore per chi teme che con l’addio di Valentino possa tramontare la passione per uno sport che da 73 anni ci regala gioie mondiali”.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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