#Minardi e i suoi piloti: una #Formula1 da amare

A Imola sono i giorni di Minardi e della sua scuderia. La quarta edizione dei Minardi Days che portano in pista di tutto e di più.

Si respira aria buona girovagando nel paddock di Imola ai Minardi Days. Si viene travolti dalla passione che ha permesso a quel ragazzo di Faenza ormai diventato ultra settantenne, di scrivere una pagina importante nel motorismo italiano. Dalla Scuderia del Passatore alla Minardi in Formula1 il passo è stato lungo, ma sostenuto dalla stessa voglia di fare e di sorprendere. La stessa che ha trasformato in realtà i sogni di Horacio Pagani, arrivato dall’Argentina per costruirsi la sua casa automobilistica come faceva da bambini con le auto di latta. Oggi la sua fabbrica è un atelier, ma lui non ha perso la sua autenticità ed è qui a festeggiare Minardi un vecchio amico, un altro spacciatore di sogni come lui.

Attorno a Giancarlo, a suo figlio, ai suoi fratelli ci sono gli altri figli suoi: quei piloti che ha visto crescere e diventare grandi. Ci sono Nannini che racconta barzellette, Martini che firma autografi, Barbazza che fa il papà, Patrese pure con l’ultimo figlio che già corre nei kart, Pirro che fa il solito gentiluomo e accompagna in visita Jo Ramirez, team manager di quella McLaren vincitutto e qui per ricordare Senna il primo maggio, l’ingegner Tardozzi e Massimo Rivola un altro ex passato poi dalla Ferrari per approdare all’Aprilia.

Sono tutti qui per Giancarlo, per la quarta edizione di questo bagno di nostalgia nella Formula 1 di una volta, quella in cui gli uomini c’erano davvero e pesavano con i loro pensieri, il loro carattere, i loro vizi e le loro virtù.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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