Monte Carlo istruzioni per l’uso del circuito più pazzo

Ed eccoci a Monte Carlo prima tappa Europe di un Mondiale di cui ci eravamo giustamente dimenticati per pensare all’Emilia Romagna. Si riparte dalla pista più pazza e assurda che c’è. Ha ottant’anni e lo dimostra tutti nonostante le ripetute plastiche per cambiare il volto.

Il circuito, che si snoda per le strade del Principato, è caratterizzato da alto carico aerodinamico e elevate percentuali di tempo speso in frenata. Oltre tutto nelle scorse settimane sono state riasfaltate diverse sezioni della pista, incluso il tunnel Louis II, impiegando in tutto 15.000 mq di asfalto. Ciò potrebbe accrescere le temperature di pinze e fluido freni, essendo maggiore la potenza frenante scaricabile a terra.

Istruzioni per l’uso

  • Secondo i tecnici Brembo il Circuit de Monaco rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3, identico alle ultime due piste su cui si è corso.
  • Il Circuit de Monaco è la pista più corta del Mondiale, con i suoi 3.337 metri, eppure ogni giro i piloti ricorrono ai freni 12 volte, lo stesso numero di Baku che però è lungo oltre 6 km, per un totale di 18 secondi.
  • La mancanza di lunghi rettilinei nel Principato impedisce di superare i 300 km/h e di conseguenza anche gli spazi di frenata sono tutti inferiori ai 100 metri.
  • I carichi sul pedale sono invece molto differenti tra di loro perché in alcuni punti i piloti esercitano una sessantina di kg, in altri un centinaio e in altri ancora superano i 140 kg. Dalla partenza alla bandiera a scacchi il carico complessivo sul pedale del freno è di 97 tonnellate a pilota, uno sforzo notevole, inferiore solo al GP Singapore.
  • Il tris di mescole più morbido della gamma Pirelli sarà protagonista sul tracciato di Monte-Carlo. Verranno infatti portate C3 come P Zero White hard, C4 come P Zero Yellow medium e C5 come P Zero Red soft.
  • Nel Principato si sono disputate 68 gare e il pilota più vincente è stato Ayrton Senna, arrivato primo sotto la bandiera a scacchi dal 1987 al 1993, con la sola eccezione del 1988 quando si ritirò al 66° giro mentre era in testa alla corsa.
  • La gara di Monte-Carlo ha la velocità media più bassa di tutto il campionato (circa 150 km/h).
  • Il livello di aderenza dei pneumatici è molto basso e l’usura contenuta. Le mescole più morbide consentono un buon grip adesivo in trazione – limitato, invece, quello meccanico – che tuttavia non impedisce lo scivolamento, determinante nella formazione del graining sulla superficie delle gomme.
  • L’edizione 2022, caratterizzata da condizioni meteorologiche variabili, ha visto le squadre utilizzare tutte e tre le tipologie di pneumatici nel corso della gara: le Cinturato Blue Full Wet, Cinturato Green Intermediate e le gomme da asciutto. Su una pista asciutta la strategia ad una sosta è praticamente obbligatoria. Nel 2022, la maggior parte dei piloti fece tre pitstop.
  • A Imola avrebbero dovuto debuttare i nuovi pneumatici da bagnato estremo che non hanno più bisogno di essere riscaldati con le termocoperte. I nuovi Cinturato Blue Full Wet potranno quindi essere utilizzati dal GP di Monaco e per tutte le gare successive della stagione.
  • Delle 12 frenate del Circuit de Monaco 2 sono considerate altamente impegnative per i freni, 4 sono di media difficoltà e le restanti 6 sono light.
  • La più dura per l’impianto frenante è quella all’uscita dal tunnel, alla curva 10: le monoposto vi arrivano a 283 km/h e scendono a 85 km/h in soli 96 metri.
  • Per riuscirci i piloti frenano per 2,18 secondi esercitando un carico di 142 kg sul pedale del freno ed affrontando una decelerazione di 4,7 g.

Il parere di Mario Isola:
“È una vigilia del Gran Premio di Monaco diversa da quella che ci aspettavamo. Doveva essere il secondo di tre appuntamenti consecutivi in Europa ma sarà invece il primo a causa della cancellazione della gara di Imola: abbiamo ancora negli occhi le immagini delle zone devastate dal maltempo e vogliamo esprimere ancora una volta la nostra solidarietà ai familiari delle vittime e a chi in questa tragedia ha subito perdite enormi.
Monaco è un capitolo a sé stante nel romanzo del campionato di Formula 1. Le caratteristiche del tracciato, rimasto sostanzialmente immutato da più di settant’anni, lo rendono un unicum che, spesso, ha offerto sorprese sia perché mai come su questa pista il talento del pilota può compensare le carenze tecniche di una vettura sia perché basta un episodio per sparigliare le carte e sovvertire il pronostico. Se è vero che la gara può risultare poco spettacolare a causa dell’estrema difficoltà di sorpassare, nel bilancio delle emozioni del weekend il sabato assume un peso mai così rilevante: la posizione in griglia è quasi sempre determinante per la classifica finale. Come spesso accade per i circuiti cittadini, Pirelli mette a disposizione delle squadre il range di mescole più morbido della gamma. Una delle particolarità di Monaco è che il tracciato viene aperto al traffico privato ogni notte al termine delle sessioni agonistiche, il che impedisce sostanzialmente la formazione di una traiettoria più gommata, rendendolo ancor più scivoloso. Saltata la gara di Imola, Monaco vedrà il potenziale debutto – dipende dalle condizioni meteorologiche, un altro fattore di imprevedibilità di questo fine settimana – delle Cinturato Blue Full Wet senza termocoperte “

Consigli per video giocatori

Per non sbagliare l’esecuzione della frenata alla curva 10 non bisogna spostarsi bruscamente sul lato destro alla fine del tunnel perché si rischia di colpire il guard-rail. La frenata va iniziata quando si raggiungono le piante poste sul muro di destra. Una volta sotto i 120 km/h si può sterzare all’interno, senza esagerare per non perdere troppa velocità alla chicane. La doppia curva va affrontata tutta in seconda marcia. ​

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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