Olanda a casa Verstappen l’ultima occasione Ferrari. Istruzioni per l’uso

Una settimana dopo il Belgio ecco l’Olanda. Due gare a casa Verstappen prima di arrivare a casa Ferrari. Tutto esaurito anche a Zandvoort dopo il grande successo di pubblico dell’anno scorso, quando fu il secondo GP europeo per afflusso di spettatori nel week-end.

  • Zandvoort non presenta molti lunghi rettilinei e gran parte del giro viene speso in curva. Per questo motivo, è una pista con bassa sensibilità alla potenza e funzionamento del motore, quindi i motori hanno vita più facile nei Paesi Bassi rispetto ad altre piste, dove lavorano di più.
  • A Zandvoort i sorpassi sono difficili per la sequenza quasi costante di curve, a parte il rettilineo principale (che porta in una zona di frenata non particolarmente ampia) e il rettilineo posteriore (non molto lungo). Ciò significa che le prestazioni e il ritmo in qualifica sono vitali e la rendono una delle sessioni di qualificazione più importanti dell’anno.
  • Zandvoort è il terzo giro più veloce della stagione, dietro il Red Bull Ring e Interlagos. Il giro più veloce del weekend di gara dell’anno scorso è stato un 1’08″885.
  • Zandvoort secondo i tecnici Brembo rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala d a 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3. Uno dei tratti caratteristici è la presenza delle curve 3 e 14 con un banking di circa 19 gradi, più del doppio del catino di Indianapolis. Ciò si ripercuote sul set up delle monoposto che a sua volta condiziona il funzionamento dei freni. ​
  • Soltanto in 4 delle 14 curve della pista olandese i piloti di Formula 1 non impiegano i freni: tre di queste sono la successione di curve 4-5-6 che per il loro raggio non richiedono il ricorso all’impianto frenante, né l’ultima curva complice la sua inclinazione. In un giro i piloti utilizzano i freni per complessivi 11 secondi, equivalenti al 16 per cento dell’intero GP. 
  • L’estrema scorrevolezza della pista è confermata dalla presenza di 2 sole curve in cui i tempi di frenata raggiungono i 2 secondi: le curve 9 e 11, con quest’ultima che si distingue anche per i 4,7 g a cui sono sottoposti i piloti mentre esercitano un carico di 142 kg sul pedale del freno. Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota esercita un carico di oltre 73 tonnellate sul pedale del freno, quasi il doppio del GP Belgio. ​
  • Delle 10 frenate del GP Paesi Bassi 2 sono considerate altamente impegnative per i freni, 6 sono di media difficoltà e le 2 restanti sono light. 
  • La più dura per l’impianto frenante è quella alla prima curva perché le auto beneficiano di un rettilineo di 1,1 km e della mancata frenata all’ultima curva: le monoposto si affidano ai freni a 317 km/h e scendono a 133 km/h in soli 111 metri. Per riuscirci i piloti frenano per 1,99 secondi ed affrontando una decelerazione di 4,8 g. ​​
  • La lunghezza della pit lane è di soli 235 metri, la più corta dell’intera stagione. Tuttavia la corsia dei box è incredibilmente stretta e il limite di velocità è stato abbassato dai soliti 80 km/h a 60 km/h.
  • I piloti sono sottoposti a 5,2 g durante la lunga e ampia curva 7, una delle forze g laterali più alte dell’intera stagione.
  • Per Zandvoort sono state selezionate le tre mescole più dure: C1 come P Zero White hard, C2 come P Zero Yellow medium e C3 come P Zero Red soft.
  • Quest’anno il gap tra C1 e C2 è maggiore: un’altra ragione per cui in questo weekend i team potrebbero prediligere le due mescole più morbide.
  • Il banking sulle curve 3 e 14 è di circa 18 gradi: per fare un confronto, la storica Parabolica sul vecchio tracciato di Monza (prossima tappa in calendario) ha un banking medio di circa 30 gradi. Rispetto ad altri circuiti moderni: Indianapolis ha un banking di 9 gradi e Gedda di 12.
  • Lo Zandvoort sottopone a forze g elevate lungo tutto il giro da 4,2 chilometri: frenare per l’entrata in curva 1 e in curva 11 genera una decelerazione di circa 5 g, mentre la curva 7 sottopone a un’accelerazione laterale di circa 5g.
  • Come suggerisce il nome, lo Zandvoort può essere soggetto al deposito di sabbia sull’asfalto, e la posizione del circuito vicino alla costa determina anche frequenti cambi di direzione del vento.

Mario Isola: quest’anno prevedo più sorpassi

Zandvoort si è dimostrata una novità spettacolare nel calendario dell’anno scorso. Le zone più impegnative per i pneumatici sono le curve 3 e 14, entrambe con banking, che vengono percorse a velocità elevate e sottopongono le monoposto a una combinazione di forze: la deportanza insieme a accelerazioni laterali. Questo, oltre alle ulteriori sfide poste dalla conformazione del circuito, è il motivo per cui abbiamo selezionato le tre mescole più dure della gamma. È solo la quarta volta quest’anno che facciamo questa nomination, dopo i GP di Bahrain, Spagna e Gran Bretagna. Il nuovo pacchetto vettura-pneumatici introdotto quest’anno dovrebbe facilitare i sorpassi su una pista in cui la scorsa stagione era difficile superare: la maggior parte dei piloti infatti ha effettuato una sola sosta per non perdere la posizione, ma è possibile che questa volta puntino maggiormente sulle mescole più morbide: in questo caso potremmo vedere più strategie a due soste e i piloti potrebbero spingere ancora di più”.

Consigli per video giocatori

Affrontare la Curva 1 del Circuit Zandvoort nel videogioco Formula 1 è meno difficile di quanto si creda: portata l’auto sul lato sinistro della pista, si inizia la staccata dopo aver passato il cartello dei 100 metri. Contestualmente si scala fino in terza marcia e poco prima ci si muove all’interno, arrivando a sfiorare il cordolo ma senza salirci. Trattandosi di un tornante, non si può aprire subito il gas, per non rischiare di girarsi. Attenzione pure a scaricare tutta la potenza in uscita di curva.​

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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