Patrese, Martini e quei successi griffati Bmw

Metti insieme Riccardo Patrese e Pierluigi Martini, aggiungici Roberto Ravaglia e il gioco è fatto. I ricordi possono viaggiare. E’ quello che ha fatto Bmw Italia celebrando con una bella mostra (fino a Gennaio in via Verri a Milano) gli italiani che hanno fatto la storia della casa bavarese.

Ci sono designer, progettisti, manager come Giorgetto Giugiaro, Bertone o Michelotti ma sono molti anche piloti e gentleman driver che hanno firmato successi sportivi nelle varie categorie turismo fino alla Formula 1.

Basta ricordare il mondiale vinto da Roberto Ravaglia nel 1987, il trionfo nella 24 Ore di Le Mans nel 1999 con Pierluigi Martini, le performance della Brabham BMW in F1 su cui correva Riccardo Patrese. C’erano tutti e tre all’inaugurazione della mostra e sentirli raccontare quei giorni ha dato un pizzico di nostalgia.

Molta nostalgia e altrettanta tristezza nel vedere l’angolo dedicato ad Alex Zanardi, le sue medaglie olimpiche, il suo casco, ricordando come Alex abbia vinto con Bmw anche nei campionati GT al rientro alle corse dopo l’incidente in Formula Indy nel 2001.

“Perché una mostra? Perché se la House of BMW è il luogo dove l’hi-tech incontra l’hi-touch – ha dichiarato Massimiliano Di Silvestre, Presidente e Amministratore Delegato di BMW Italia – abbiamo pensato insieme al collega Andreas Braun, curatore del BMW Museum di Monaco, che fosse un’opportunità straordinaria raccontare l’Italian touch, anzi “The Italians’ touch” che ha caratterizzato, e caratterizza ancora oggi, una parte importante della storia della BMW a livello globale. Questa mostra è una storia nella storia. Ma anche una storia di passione, di innovazione, di talento e di persone. Sono queste alcune delle parole chiave alla base del successo del BMW Group, un’azienda globale, presente in 140 paesi nel mondo e con una storia di oltre 100 anni, e del suo legame con l’Italia”.

“L’obiettivo di questa iniziativa – ha concluso Di Silvestre – va oltre l’apprezzamento delle eccellenze italiane che hanno fatto la differenza ciascuno nella sua specialità, e vuole rappresentare un messaggio di stimolo per le persone di BMW Italia, partendo dal sottoscritto, a continuare a fare la differenza soprattutto in questa fase di profonda trasformazione del mercato, della tecnologia e del modello di business”.

Ci sono i maestri del design e dello stile che hanno segnato tappe fondamentali della storia di BMW, da Giugiaro a Michelotti, da Bertone a Gandini, da Frua a Touring e Rivolta. Ma anche un riconoscimento ai piloti e ai campioni che hanno reso leggendarie certe competizioni: Roberto Ravaglia, Pierluigi Martini e Riccardo Patrese. E un pensiero speciale va al brand ambassador globale del BMW Group Alex Zanardi.

Sono molti i talenti italiani che hanno fatto la differenza nella comunicazione dei valori del Brand, contribuendo a renderlo un leader del segmento premium, dai creativi Gianpietro Vigorelli e Federico Brugia, all’artista Sandro Chia, a Renzo Vitale, Creative Sound Director del BMW Group che compone i suoni e le colonne sonore delle auto elettriche fino a chi promuove e realizza iniziative e progetti di responsabilità sociale dell’azienda, come Milena Pighi. La storia, il presente e il futuro. Una tappa del viaggio con i giovani talenti di BMW Italia che accompagnano il processo virtuoso di trasformazione ed evoluzione del business.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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