La Formula 1 che torna a Las Vegas fa tornare in mente Michele Alboreto e quella sua prima volta il 25 settembre 1982. Quella sua faccia da bravo ragazzo, ancora vestito di blu con lo sponsor Candy sulla tuta e la corona d’alloro sulla testa. E a premiarlo, non il ministro di turno, ma Diana Ross che ai più giovani non dirà nulla, ma per chi ha una certa età rappresentava un mito della musica. Se non ci credete andate a risentirvi Upside Down.
Certo, allora la Formula 1 correva in un parcheggio del Caesars Palace, non se la filava quasi nessuno. Oggi viene ricevuta in pompa magna e va a sfrecciare sulla Strip. Ma vedere Michele lassù in un anno in cui altri italiani avevano già vinto, Patrese e De Angelis.
Una curiosità: si corse al sabato anche allora. Ma di giorno, non alle dieci di sera per andare in onda all’alba della domenica in Europa.
Michele scattò dalla seconda fila dopo aver ottenuto il terzo tempo in qualifica tra i muretti di Las Vegas dietro alle Renault di Prost e Arnoux nell’anno che regalò il Mondiale a Keke Rosberg. Michele giocò d’attesa con la sua Tyrrell, aspettando che le due Renault fossero rallentate dai guai. Arnoux andò ko per un problema al motore. Post fu costretto a rallentare nei giri finali e Michele tagliò il traguardo davanti a Watson e Cheever.
Quella vittoria cambiò definitivamente la carriera di Michele che da tempo era sul taccuino di Enzo Ferrari. Il Drake aveva già cercato di portarlo a Maranello dopo il dramma di Gilles, ma Tyrrell si era opposto. Vederlo vincere a Las Vegas con una gara matura e decisa, convinse Ferrari una volta di più. Anche se ci fu bisogno di attendere un anno: anche nel 1983 Michele aveva un contratto con Tyrrell. E comunque, anche nel 1983, Alboreto riuscì a vincere una gara, ancora negli States, ancora in un circuito cittadino, a Detroit.
Per fortuna che c è ancora Lei che ricorda Michele Alboreto, un pilota dal mio punto di vista
sottovalutato.
Non ha mai vinto il mondiale di formula uno, e nella sua carriera ha vinto pochi GP,ma resta il pilota Italiano più talentuoso dopo il 1980.
È poi il 1985, in quell’estate ci fece sognare di riportare la Ferrari sul tetto del mondo,, e solo la sfortuna e il capriccio del vecchio Ferrari di sostituire le turbine gli tolsero la possibilità di lottare per iltitolo sino a fine stagione.
Ma in quella stagione fu autore di GP indimenticabili, come a Montecarlo dove non vinse ( Causa foratura) ma diede una lezione di guida prima a Senna e poi a Prost, e poi in Germania dove fu autore di una partenza da cineteca e chissà come sarebbe finito il mondiale se non fosse stato rinviato il GP del Belgio dove era risultato il più veloce quasi inarrivabile nelle prove del Venerdì.
Comunque fa piacere che nei giornalisti c è ancora qualcuno che si ricorda del Grande Michele.
Perfettamente d’accordo