La centesima pole di Hamilton rivissuta attraverso la rassegna stampa.
“Cento come i tornei che Federer celebrò a Dubai due anni fa. Cento come un quinto delle vittorie di Merckx. Cento come i gol di Mbappé a 22 anni e 91 giorni, traguardo raggiunto due mesi fa. Cento come i metri in cui eccelleva Carl Lewis, che poi sarebbe il suo nome completo. Carl Lewis Hamilton. Come on, allora, sbrigati. Prima che la Formula 1 cambi definitivamente il formato delle qualifiche con le gare sprint, Hamilton ha messo la cornice del numero più tondo e regale al suo record di pole position”, scrive www.loslalom.it
Quando arrivò la prima, nel giugno del 2007 in Canada, la definì «un altro passo avanti della mia vita; questo primo posto è meglio del sesso». Aveva 22 anni ed era la sesta gara della sua carriera. Paolo Rossi per Repubblica lo chiamò quel giorno “il debuttante più incredibile che il mondo dei motori abbia fin qui visto”. Erano passati dieci anni dall’ultimo acuto di Tiger Woods, altro ragazzo che aveva abbattuto prima di lui una parete. Un nero in uno sport di bianchi. «È diverso da un semplice debuttante, è diverso da tutti gli altri. Ha ricevuto un dono da Dio. È un fenomeno naturale» disse Jackie Stewart. «È giovane, veloce e non commette errori. Decide in un istante e fa sempre la scelta giusta. Ed è senza esperienza. Impressionante» sobbalzò Niki Lauda. «Non è una cosa buona per la F1, è una cosa eccezionale la sua venuta» evidenziò Damon Hill.

Il Daily Mail lo celebra stamattina chiamandolo centurione. Non è male.

Daniele Sparisci sul Corriere della sera scrive che “i cervelloni della Mercedes hanno fatto un calcolo: montando insieme le cento pole conquistate da Lewis Hamilton verrebbe fuori un film. Chissà se il sette volte campione del mondo chiederà a James Cameron, con il quale ha già co-prodotto documentari, di realizzarlo. Quindici stagioni di fila con almeno una partenza davanti, su trenta circuiti diversi, 58 le ha trasformate in vittorie, 74 solo le pole con la Mercedes”.
