Rassegna stampa: euforia Ferrari, è l’anno buono?

Rassegna stampa dopo la prima pole della stagione: euforia Ferrari, voglia di sognare e di crederci.

Allora è vero. Forza Rossa. Il Principe del Deserto. La nuova alba Rossa. La statistica che racconta come l’ultima volta che la Ferrari cominciò una stagione in pole, finì con il titolo di Raikkonen (2007). La festa sta per cominciare, ma si sa già chi ha messo le bollicine in fresco, basta dare un’occhiata ai titoli di oggi dopo aver visto le prove invernali e le prime qualifiche della stagione.

Leclerc è al Rendez-Vous come scrivono in Francia. Alesi prevede già una stagione trionfale ed è tranchant sulla Mercedes: “Non recupererà”. Ha fatto bene Mattia Binotto a dire che non avrebbe firmato per il secondo posto, adesso abbiamo capito perché. Lui aveva in mano dati che noi non avevamo. Aveva capito tutto…

Scrivo queste note mentre in Indonesia fanno la danza della pioggia (per farla smettere). Si correrà tra poco mentre Marc Marquez dopo un volo pazzesco nel warm-up è stato fermato dai medici. Sta bene, ma la botta è stata pazzesca.

Era questa la Rivoluzione che aspettavamo? si interrogano su www.loslalom.it – Probabilmente sì. Leclerc in pole position non si vedeva da nove mesi, la Formula 1 correva in Azerbaigian. Non solo. Sono una novità rispetto al 2021 la terza fila dell’Alfa Romeo e la quarta della Haas – che mai aveva avuto un crono migliore del 14esimo in prova. Sono altre due macchine con il motore Ferrari. Dal Raikkonen del 2007, solo nel 2012, nel 2016 e nel 2020 (con calendario stravolto per il Covid-19 e inizio il 5 luglio), il pilota della prima pole position non è diventato campione del mondo.

Giorgio TerruzziCorriere della seraÈ caldo il vento in arrivo dal Bahrain mentre ogni uomo Ferrari mostra una freddezza inconsueta. Viene dalla percezione che una pole non può bastare; dalla certezza che ogni riga dell’albo d’oro è ardua da scrivere. Non ha esultato Leclerc autore della prima impresa del 2022, pole strappata a Verstappen con quella sensibilità che Max usa quando si tratta di sguazzare oltre il limite. Una pole come una piccola rivincita. La prima di una serie che anima il suo sogno ricorrente.

 Stefano Mancinila StampaNon è un miraggio, la Ferrari brilla davvero sotto i riflettori del circuito del Bahrein. Il primo capitolo narra di una monoposto che è nata sotto la stella giusta, è veloce, facile da guidare e regolare, affidabile. E con il motore più potente della compagnia, come si è lasciato sfuggire con una punta di orgoglio il team principal Mattia Binotto, che aveva cominciato la carriera a Maranello da ingegnere motorista. Questa F1 che ha stravolto il regolamento tecnico ed è riuscita nell’intento di ridurre i distacchi. Leclerc e Sainz non hanno fatto una simulazione di gara perché ritenevano sufficienti i duemila chilometri di test invernali percorsi su questa stessa pista. Potrebbe essere una prova di forza o rivelarsi una debolezza: i rivali ritengono che sia giusta la prima ipotesi.

 Alessandra Reticola RepubblicaIl piccolo principe, il matador e la regina del deserto. Non era una fiaba, questa Ferrari favolosa che si prende la prima qualifica della nuova era della Formula 1. La Mercedes? Non era un bluff, è scorbutica, indomata. La gara è oggi e andrà combattuta fianco a fianco, i due in prima fila lo hanno sempre fatto da quando, ragazzini, si prendevano a sportellate sui kart. La prima istantanea è un ottimo inizio e indizio che si accumula agli altri già raccolti nei test, tanto da far svelare ai rossi le ambizioni di successo subito e spesso, e insieme spaventare gli avversari

Daniele SparisciCorriere della seraSe Charles Leclerc è felice, dicono, si vede da come cammina, dal passo molleggiato. E in questi giorni sembrava avesse i cuscini sotto le scarpe, nonostante si sforzasse di frenare gli entusiasmi. All’inizio i due nemmeno si guardano, c’è freddezza, brucia troppo allo spagnolo essere finito dietro dopo aver avuto, nel penultimo tentativo, il colpo per prendersi il primo sabato della stagione. Ma poi ha sbagliato quello decisivo. Tornano a ridere e scherzare, ma sono le prime impressioni che contano. In una qualifica tiratissima hanno deciso i dettagli, la sensibilità, e il talento naturale. Sì, si sente un’altra musica.

TelegraphLa FIA ammette che Michael Masi ha commesso un errore umano nella controversia sul finale di Abu Dhabi” – Nonostante l’ammissione, la federazione internazionale insiste sul fatto che il commissario ha agito in buona fede e che i risultati di gara e campionato sono validi

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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