Rassegna stampa: Elkann contro Elkann nel Caos Ferrari in Formula Caos

La Formula Caos e il caos Ferrari. La rassegna stampa dell’AustralianGp racconta la domenica caotica della Formula 1, una gara senza punti per la Ferrari che dopo 3 gran premi ha 97 punti in meno della Red Bull, ma anche 39 in meno della Red Bull e 30 in meno della Mercedes.

C’era una volta la Ferrari è il titolo che non ti aspetti dal quotidiano di famiglia. E invece la Stampa di John Elkann bastona senza remore la Ferrari dello stesso Elkann. Un titolo che racconta solo la verità in fin dei conti, ma che oggi farà saltare sulla sedia il presidente assente (sempre che se ne accorga). “… la Ferrari dovrà convincere Leclerc che è nel posto giusto per realizzare le sue ambizioni”, scrive Stefano Mancini.

Ferrari al buio, ma c’è speranza titola invece il Messaggero con molto ottimismo. Si sottolinea come il passo gara sia migliorato. Non abbastanza per stare davanti a Mercedes e Red Bull, aggiungo io.

Formula Show? No, questa è solo Formula caos titola nel suo commento sul Corriere dello Sport Mauro Coppini. Un pensiero che in fin dei conti è anche il mio. tanto che ho cominciato cos’ il mio commento su il Giornale: “Tra la Formula 1 di quest’ultimo periodo e quella di cui ci siamo innamorati, comincia a esserci la stessa differenza esistente tra un match di boxe e uno di wrestling. Sembra che tutto venga organizzato per aumentare lo spettacolo dimenticandosi che alla base di tutto c’è ancora uno sport. Tre Safety Car, una Virtual, tre bandiere rosse, tre partenze da fermo e una (finta) dietro Safety Car non si erano mai viste in più di 70 annidi vita del campionato. Va bene che alla fine vince sempre lui, super Max Verstappen, imprendibile anche quando si distrae alla partenza lasciandosi sorprendere da Russell, ma siamo sicuri che questo modo di gestire le gare sia quello corretto? L’uso massiccio delle bandiere rosse ormai è fuori moda anche nelle piazze”. 

Ecco grazia a http://www.loslalom.it un po’ di hanno scritto:

Cambiano le facce, i campionati, ma gli errori in Race Control proseguono. L’anno scorso avevamo assistito a un Gp di Monza chiuso dietro la safety car, a un campione del mondo — Verstappen — premiato a sua insaputa a Suzuka per un cavillo regolamentare sconosciuto. Stavolta a Melbourne c’è ancora Max sul gradino più alto a domandarsi, come la maggior parte dei colleghi, il perché di tanto caos, il perché di un altro arrivo dietro all’auto con le sirene, che si sfila a due curve dalla bandiera a scacchi– di daniele sparisciCorriere della sera

“Ha tentato di sorpassare subito Stroll e non c’è riuscito per mancanza di spazio. Per la direzione gara si è trattato di un normale incidente con concorso di colpa, ma potremmo definirlo un errore di frustrazione: la pressione sale e la fretta di rimontare toglie lucidità, soprattutto se uno parte dal settimo posto, nel cuore del gruppone. Anche Sainz ha mancato l’obiettivo: a due giri dalla fine ha centrato Alonso. Così, invece di salire sul podio è stato retrocesso all’ultimo posto della classifica. Stavolta le strategie hanno funzionato, sebbene nel Far west di Melbourne non fosse facile prendere decisioni. Al traguardo sono arrivati in dodici, Ferrari, Williams e Alpine (Ocon e Gasly hanno fatto harakiri) sono le uniche squadre a non essere entrate in zona punti. Un mese di pausa farà bene. La Ferrari porterà i primi aggiornamenti di uno sviluppo aerodinamico che proseguirà a Imola e si completerà il 6 giugno a Barcellona nell’ottavo Gran premio della stagione. Servirà ad aumentare velocità e ritmo gara, ma soprattutto dovrà convincere Leclerc che è nel posto giusto per realizzare le sue ambizioni” – di stefano mancinila Stampa

Il tedesco Niels Wittich non vuole rischiare e applica alla lettera il regolamento. In nome della sicurezza produce situazioni più pericolose. Alcune, incomprensibili: per gli stessi piloti, figuriamoci per gli spettatori.   Fischi e invasione di campo con le auto ancora in pista. Organizzatori sotto inchiesta, indagini interne. Netflix ringrazia, trama già pronta per la prossima serie. Sempre più spettacolo e sempre meno F1 come l’abbiamo conosciuta– di alessandra reticola Repubblica

In Australia le “bandiere rosse” sono state lo strumento capace di mantenere alta l’attenzione dello spettatore. Partenze e ripartenze in serie. Al di là di ogni realistica necessità. L’incidente trovato e cercato, solo come strumento in grado di risvegliare un pubblico dal torpore di una pur veloce carovana. Eppure il caos che prefigura il futuro della Formula 1 nasce proprio come risposta alla sua progressiva normalizzazione sul piano tecnico. Che si attenua in qualifica ma ritorna prepotentemente in gara.  c’è da chiedersi quale sia la coerenza tra una “bandiera rossa” e relativa ripartenza “in griglia” a pochi giri dal termine e risoltasi in un prevedibile confronto all’ultimo respiro e un cumulo di monoposto in pezzi, con il severo budget cap” – di mauro coppiniCorriere dello sport-stadio

“Una carneficina finale, per due volte il successore di Michael Masi ha tentato invano di fare meglio del suo predecessore, facendo precipitare il paddock in un pasticcio. Questo Gran Premio d’Australia è stato come quello in Arabia Saudita l’anno scorso, come il Mugello nel 2020 o il Belgio nel 1998. Gare folli in cui il gruppo deve fermarsi per più occasioni ai box, per tornare a schierarsi in griglia. Non è mai facile accettare una nuova partenza, quando devi rifarla tre volte gli errori si moltiplicano – di frédéric ferretL’Équipe 

Deluso com’è, frustrato com’è. Pentito come, forse, è. Non può vincere. Non può andarsene, ammesso che lo voglia. Red Bull e Mercedes hanno piloti che lo valgono e non lo vorrebbero. Confinato in purgatorio mentre appaiono macchie opache sullo smalto del talento. Che la patina sia scheggiata lo dimostrano le espressioni e le azioni, come se la mancanza di fiducia nella squadra finisca per contrarre i gesti, compromettere quella capacità di sguazzare nell’azzardo che lo colloca in un ristretto firmamento motoristico. L’intelligenza e l’educazione gli permettono di misurare i termini, di mascherare un’ansia che però salta fuori nei gesti al volante, nelle espressioni trasparenti. Un ragazzo solo” – di giorgio terruzziCorriere della sera

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

2 commenti

  1. Ma Charles rimarrà in rosso dopo il 2024? Fra un pò non lo vorranno nemmeno i ferrartristi! Demotivato dalla squadra, avrebbe dovuto avere tra le mani la macchina in grado di battere le RB ed invece si ritrova un trattore che và solo sul giro secco (forse). Di solito la ferrari non progrediva ma si vedeva nella seconda metà della stagione, ora invece, dopo tre gare, sono già in affanno, dietro anche a Mercedes e Aston Martin. Un disastro: l’ultimo regalo di Mr. Bean8! Non sarà tutta colpa sua, ma molto si. Avrebbero dovuto appiedarlo prima ed invece…
    E il prossimo anno Charles si guarderà in giro se non vuol continuare a vedere gli altri andare e lui no. posti liberi non ce ne saranno molti, forse in Mercedes se non rischieranno tutto su Schumi Jr. o in RB se i rapporti tra Max e Sergio peggiorassero, ma che Charles vada a fare da scudiero ci credo poco.

    1. Dove vuole che vada…. Solo ma Red Bull oggi garantisce la vittoria e li’ non andrà mai

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