Rassegna stampa: la favola di Bastianini e dei Gresini

La favola gresini raccontata dai giornali italiani

Il primo appuntamento del Mondiale in Qatar è stato vinto da Enea Bastianini, davanti alla KTM di Brad Binder e la Honda di Pol Espargarò. Una vittoria nel segno di Fausto Gresini, il manager morto un anno fa che voleva un suo team in MotoGP. I familiari si sono affidati a un motore Ducati, la scuderia delusa dai suoi piloti ufficiali: fuori Miller e Bagnaia. Terza la Honda di Pol Espargarò davanti al fratello Aleix, quinto Marc Marquez, solo nono il campione in carica Fabio Quartararo. Una domenica da tripletta per l’Italia con i successi di Andrea Migno e Celestino Vietti in Moto3 e Moto2. 

Ecco quanto scrive oggi http://www.loslalom.it

“Forse un giorno ci allieterà ricordare tutto questo, diceva il poeta che un giorno cantò le imprese di un altro Enea. Porta quel nome il primo italiano a vincere in MotoGP nel dopo Valentino. Se è l’annuncio di pagine liriche, si vedrà. A scuola la chiamavano epica, questa per ora pare una favola – dice Matteo Aglio su la Stampa – portata dalla sabbia del deserto e scritta sull’asfalto del circuito di Losail”. 

Bastianini ha vinto nel nome di Fausto Gresini, vittima del covid nel 2021. Aveva scoperto Enea otto anni fa e il suo sogno di avere un team in MotoGP è stato coltivato dalla moglie Nadia. 

Massimo Calandri per Repubblica racconta che sul podio la prende in braccio, piangono insieme. Bastianini era il pilota preferito di Fausto, aveva puntato su di lui ragazzino. Ha vinto con la Ducati più vecchia e paradossalmente più affidabile, quella della stagione passata. Perché a furia di inventarsi qualche diavoleria, gli ingegneri di Borgo Panigale venerdì hanno consegnato a Pecco Bagnaia una moto potenzialmente straordinaria. Però ancora tutta da conoscere.  

Maria Guidotti sul Giornale parla di capolavoro. “Scattato dalla seconda casella dietro a Jorge Martin, Enea ha perso qualche posizione in partenza ma è riuscito a mantenere sempre il contatto con il gruppo di testa conducendo una gara da manuale. Ha mantenuto la calma nella guerra fratricida tra Pecco Bagnaia e Jorge Martin e ha sfruttato il momento migliore per superare Pol Espargaro su Honda”.

L’Anchise di Enea e di tutti i pilotini italiani della nuova generazione, era a casa a godersi la sua Giulietta. Insomma, papà Valentino Rossi, nella prima domenica di una MotoGP senza di lui, ha visto arrivare primi due ragazzi cresciuti nell’Academy VR46, Andrea Migno in Moto3 e Celestino Vietti in Moto2. 

La Stampa dice che l’addio del Dottore aveva gettato nello sconforto i tifosi, che ora hanno scoperto di avere l’imbarazzo della scelta su chi dirottare il proprio affetto. Rossi sarà insostituibile per quello che ha rappresentato fuori e dentro la pista, ma il motociclismo tricolore ha un futuro assicurato”. 

Paolo Lorenzi sul Corriere della sera ricorda che una tripletta italiana in avvio di Mondiale mancava dal 1996 in Malesia: Biaggi, Cadalora e Perugini. 

Non era scontato che la miglior Ducati a fine giornata fosse la sua, la versione del 2021. Le moto ufficiali di Jack Miller e Pecco Bagnaia hanno arrancato a metà classifica, prima di arrendersi, il primo a un’elettronica dispettosa, il secondo alla sua stessa foga di rimontare

Leo Turrini sul Resto del Carlino dice che la storia di Bastianini e del team Gresini è un esempio di resilienza e di resistenza. Vogliamo dire che c’è una testimonianza che va oltre la semplice dimensione della pista, dell’asfalto, degli ordini d’arrivo? Non è detto sia lui l’Erede, è troppo presto per azzardare profezie: di sicuro c’è una Italia che non ha perso la voglia di sgasare. Per niente. Ancora. A metterle tutte insieme, queste cose e queste storie (la famiglia Gresini, Enea Bastianini, la Ducati, la Aprilia), queste caselle perfezionano un mosaico che è la fotografia dell’Italia migliore”. 

Secondo Gianluca Gasperini, sulla Gazzetta dello sportcommuoversi per un’impresa sportiva, mentre c’è una guerra in corso con bombardamenti, morti e le immagini di questi orrori che entrano dentro casa, può anche sembrare sbagliato. Ma il momento, quando arriva, non ti permette di scegliere”. 

Sergio Arcobelli sul Messaggero racconta che al fianco di Bastianini c’è Carlo Pernat, “proprio colui che lanciò un giovanissimo Rossi nel motomondiale. Il manager ligure, così come ha fatto con il pesarese, ha saputo accompagnare anche Enea nella crescita. C’è stato un momento in cui Enea Bastianini ha premuto clic e svoltato. Quando «ho capito che dovevo vivere la passione come un lavoro». Non più un gioco da ragazzini, bensì un mestiere, seppure tra i più pericolosi. Alice, la sua ragazza, lo segue ad ogni corsa e gli fa da social media manager. Hanno anche un cane, Hagrid, come il nome del guardiacaccia di Hogwarts. Enea in inverno ha lavorato su se stesso e sulla moto. Fino all’anno scorso, proprio non riusciva ad emergere nelle qualifiche al sabato e, proprio per questo, gli toccava sempre il rimontone in gara. Sabato, però, con il secondo posto nelle qualifiche ha dimostrato di essere migliorato anche nel giro secco”.

Nadia Padovani, la moglie di Fausto, manager del team di Bastianini

«Quando Fausto girava il mondo io stavo a casa, facevo la mamma. Ho fatto l’infermiera per tanti anni. Non avrei mai pensato di fare questo, assolutamente no. Questo era il suo lavoro, era lui a occuparsene. Ho giurato a me stessa che ci avrei provato: scegliere ingegneri, meccanici e campioni, convincere gli sponsor e firmare contratti, scoprire tutto su motori, pneumatici ed elettronica, viaggiare per il mondo da un circuito all’altro».    

Giorgio Burreddu sul Corriere dello sport-stadio dice: Magari pensate che abbia vinto il pilota. Ma a vincere è stata la vita. È tutta negli occhi e nelle lacrime di Nadia Padovani, donna d’acciaio, mamma, manager, moglie di Fausto Gresini. Gli ultimi due giri li ha visti aggrappata a Carlo Merlini, l’amico di una vita, il braccio destro di Fausto. Magari pensate che ieri abbia vinto la velocità. Invece hanno vinto la calma, la pazienza, la volontà. Proprio quelle cose che avevano contraddistinto Gresini. Quando Enea ha tagliato il traguardo anche molti avversari sono andati a salutarla, ad abbracciarla”. 

Giorgio Terruzzi sul Corriere della sera parla di una donna al comando di un team, ma quando mai? Una signora, portatrice di delicatezza e di caparbietà. Una emancipazione formidabile. I dolori: molti e forti, vissuti al fianco di Fausto prima che il virus lo portasse via. Con l’orgoglio e l’entusiasmo di chi, all’apparenza, solo all’apparenza, ha appena cominciato.

 Che cosa aveva detto Nadia Padovani alla vigilia

 Quali sono le aspettative? «Sarò lì. Quando guardo i piloti lo faccio con gli occhi della mamma e, dal punto di vista umano, perdo 10 anni di vita a ogni gara, mi basta che arrivino al traguardo senza cadere. Da team manager, invece, mi aspetto che Enea riesca a finire il campionato nei primi 5 e che Fabio cresca passo dopo passo. Non è facile debuttare in MotoGp, sa che deve imparare e adattarsi alla moto. Ogni volta che entra in pista migliora un po’, da metà anno in poi potrà fare bene».

 Sogna la prima volta che entrerà nel suo box? «Non non l’ho ancora visto montato, solo in foto. È tutto azzurro e me piace tantissimo quel colore, l’ho scelto perché volevo una novità, qualcosa di particolare, e poi anche dare un tocco femminile, è un colore di moda (ride). Mi è piaciuta anche la scritta The Next sulla carena, porta a quello che succederà. Sperando che significhi anche il prossimo sponsor». – intervista di matteo aglioSpecchio, 27 febbraio 2022

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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