Ferrari due giorni dopo il flop, il crack, il k.o., lo shock. Chiamatelo come volete, tanto il risultato non cambia. Sulla stampa italiana c’è chi la assolve aspettando una reazione e chi la condanna.
Ecco con l’aiuto di http://www.loslalom.it la rassegna di oggi
La Stampa: “Corsa ai ripari” – Lenta e con problemi di affidabilità: la Ferrari cerca le cause della debacle all’esordio in Bahrein Tra le ipotesi per lo stop di Leclerc la ricerca esasperata di leggerezza e le vibrazioni in rettilineo. Stefano Mancini scrive: “Solo l’esame dei pezzi giunti ieri a Maranello fornirà la diagnosi esatto e indicherà la terapia. La centralina potrebbe essere di nuovo sostituita senza incorrere in penalità, in quanto il pilota si è ritirato. È possibile declinare al contrario i difetti della macchina: non solo si rompe, è anche lenta. Senza lo stop in pista, Leclerc avrebbe chiuso il Gp del Bahrein nella migliore delle ipotesi al terzo posto con Alonso alle costole. E Sainz ha preso la bandiera a scacchi sventolata da Giacomo Agostini con 48 secondi di distacco da Verstappen”
Repubblica: “La Ferrari studia le mosse della riscossa” – La rossa dopo il flop pensa all’Arabia. Vasseur: “Problemi di configurazione”. Leclerc: “Spero guariremo presto”. Ma Verstappen e la Red Bull già volano. Alessandra Retico scrive: “Qualcosa sta andando storto nell’evoluzione di una macchina che era nata molto bene. E che nell’era della rivoluzione regolamentare c’era entrata dalla porta principale. È l’adolescenza, poi passa? La Red Bull non è nella carovana, corre in un’altra categoria e potrebbe concedersi il lusso di veleggiare per buona parte del campionato quasi con indolenza. Ma dietro le blu, è l’arrembaggio. L’Aston Martin è la prima pirata. Seconda forza in campo, e non un miraggio nel deserto”.
Corriere della sera: “Ferrari, non è tutto da buttare” – Impreparata al primo Gp, ma Vasseur salva il progetto tecnico e a Gedda si può sperare. Daniele Sparisci scrive: La cosa positiva è che Vasseur non ha messo in discussione la «filosofia tecnica» della Ferrari, differente rispetto a quella della Red Bull. Come invece ha fatto il suo amico Toto Wolff alla Mercedes, che ai progettisti ha chiesto riforme radicali.
Jean Alesi nel suo commento è molto più pesante: “Nel momento in cui i tecnici Ferrari cercano la
prestazione, abbassando la vettura, il consumo gomme aumenta. Il che ha comportato, in Bahrein, distacchi rilevanti. Il problema costringe a una specie di esame di riparazione immediato, non semplice e forse non breve, ammesso che basti trovare un equilibrio aerodinamico per recuperare”.











Il Giornale: “Una Ferrari vera a Leclerc” . Dove io ho scritto: “La Ferrari si consola con un doppio pit stop finalmente riuscito alla perfezione (dopo i pasticci dello scorso anno), tanto che la Scuderia ha chiesto su twitter alla F1 di diffondere quel video. Come dire: fate vedere quanto siamo bravi e non solo quando spacchiamo i motori. Meglio darsi una mossa prima che Charles saluti tutti e vada a fare il predestinato da un’altra parte”.
La Gazzetta dello sport: “Cura da Cavallino” . Mario Salvini scrive: “Il calendario, da questo punto di vista, è al tempo stesso amico e insidioso. Intanto le prime tre gare sono inframmezzate da fine settimana di sosta: l’anno scorso a Jeddah si è corso subito dopo Sakhir. E poi dopo Melbourne (2 aprile) per via del forfeit di Shanghai le domeniche senza gare saranno tre. Quindi il tempo per lavorarci, sugli sviluppi, non manca. Per contro alla già di per sé atipica pista australiana, dopo la sosta, faranno seguito Baku e Miami: due cittadini, quello azero poi che è quanto di più bizzarro offra il calendario. Inverosimile, allora, immaginare novità significative sulle varie monoposto prima di Imola e Montmelò, rispettivamente gran premi 6 e 7 di stagione”
Avvenire: “Ferrari e Ducati, gli opposti destini”. Lorenzo Longhi scrive: “Al di là delle speranze e delle legittime aspettative del pre-stagione nello show di presentazione di Fiorano a febbraio, è bastato cominciare a fare sul serio per assistere al consueto spartito. Va da sé che fasciarsi la testa a inizio marzo non abbia senso, ma affrontare la realtà è ciò che serve e che, nel Motomondiale, dovranno fare anche Honda e Yamaha, le quali probabilmente vivranno degli exploit e della ferocia agonistica di ex iridati quali Marc Márquez e Fabio Quartararo, ma intanto mettono le mani avanti perché con le Ducati si parte già dietro”.