Sui quotidiani italiani non si piange per una sconfitta, ma ci si esalta per un secondo posto Ferrari che significa una cosa soltanto: la Ferrari può lottare per il Mondiale.










Giorgio Terruzzi, Corriere della sera: “Leclerc-Verstappen; Verstappen-Leclerc. Erano attesi, in coppia, da almeno due anni. Sono arrivati, insieme, per una lotta destinata a segnare un’epoca. Questa, la loro. Il tutto mentre Hamilton fa i conti, per la prima volta, con un attacco doppio e preoccupante che può segnare un cambio generazionale. Regalando alla F1 uno spettacolo nuovo e ricco perché, quando c’è di mezzo una Ferrari, cambiano musica, passione e incassi. I due non si amano, ma si stimano. Lottano ma non fanno a ruotate, almeno per ora. Hanno stili diversi viaggiando al limite”.
Stefano Mancini, la Stampa: “Alla fine Charles va a congratularsi con Max e ammette che ha meritato il successo. I due si rispettano, verrebbe quasi da dire che si vogliono bene. Durerà poco”.
Alessandra Retico, la Repubblica: “Il tempo del fair play è finito. È durato il tempo di un gran premio. Ferrari e Red Bull si sono annusate, hanno capito l’aria che tira e deciso – entrambe – che non è più tempo di porgere l’altra guancia”
Andrea Cremonesi, la Gazzetta dello sport: “Gli ultimi dieci giri sono stati il manifesto di quello che è la nuova Formula 1: un duello giocato sui centesimi, i millesimi di secondo tra due piloti che rappresentano il presente e soprattutto, avendo solo 24 anni, il futuro del Mondiale”.
Leo Turrini, il Resto del Carlino: “Attenzione, questa non è una sconfitta. È vero, sul delirante circuito Saudita hanno vinto i bibitari, grazie ad un Verstappen cui la fresca gloria iridata non ha minimamente tolto l’appetito. Ma la Ferrari di Mattia Binotto ha offerto un’altra grandissima prestazione. Attenzione, questa non è una sconfitta. Semmai, è il thriller mozzafiato che continua a svilupparsi, scena dopo scena. E di nuovo viene da pensare alle coronarie di noi tifosi, se ci si rende conto che ci aspettano altre 21 gare presumibilmente molto simili come svolgimento”.
Andrea Fanì, la Gazzetta dello sport: “Abituatevi ai sorpassi visti nel toboga saudita, perché – adesso lo sappiamo – li vedremo ancora e ancora durante il 2022. Ci faranno saltare sulla sedia”
Giorgio Ursicino, il Messaggero: “Nel Regno del petrolio i freni contano meno ed anche la trazione meccanica. Non è indispensabile neanche l’erogazione pastosa della power unit data come uno dei punti forti della SF-75. Servono tanti cavalli, un’ottima penetrazione aerodinamica e un grande equilibrio che queste astronavi ancora un po’ scorbutiche devono trovare. E le Ferrari tutte queste caratteristiche che fanno un grande progetto ha mostrato di averle”.
Frédéric Ferret, L’Equipe: “È la prima volta che non criticheremo questo piccolo aggeggio che la Formula 1 ci ha offerto dieci anni fa (2011). Questo piccolo pulsante magico che doveva facilitare i sorpassi nel momento in cui le corse erano diventate un sonnifero professionale, ci ha regalato un po’ di felicità in più la scorsa notte. Il DRS, che apre l’ala posteriore e dà una velocità extra in rettilineo, ha dato un taglio nella lotta tra Leclerc e Verstappen e ha mostrato un altro aspetto del talento di questi giovani adulti. Come un Sauvignon Blanc ben freddo che accarezza il palato per risvegliare lo iodio dell’ostrica appena ingoiata e dare la sensazione di averne appena mangiata una seconda. Perché la serata fosse perfetta e l’ostrica diventasse caviale, avremmo sognato che Lewis Hamilton si invitasse al banchetto. Purtroppo la leggenda è impigliata nei nebulosi esperimenti della sua Mercedes e non ha potuto mostrare la sua arte. Non importa. Vedere Leclerc e Verstappen giocare per otto giri al gatto e del topo, senza che nessuno dei due acconsentisse a farsi schiacciare, è stato magnifico”.
Marion Poidevin, L’Equipe: “E se Nicholas Latifi diventasse il nuovo Nikita Mazepin? Il minimo che possiamo dire è che il canadese sta facendo di tutto per arrivarci. Fu lui a mandare contro il muro la Williams ad Abu Dhabi lo scorso anno, trovandosi così all’origine della controversa conclusione del Gran Premio (e del Campionato). È stato ancora lui a causare la prima interruzione durante le qualifiche del sabato, perdendo il controllo della vettura. E lo ha fatto anche domenica al 16esimo giro di gara, lasciando la sua Williams al muro con detriti in mezzo alla pista. Un’uscita di strada che ha stravolto il Gran Premio, facendo perdere parecchio al poleman Sergio Pérez”.