Rassegna stampa: l’ultima curva di Verstappen e Hamilton

Verstappen e Hamilton sono all’ultima curva. Fuori il campione! Tra poche ore sapremo chi e il re di questo 2021 magico della Formula1. Chinate vincerà sarà un campione degno, sempre che nelle curve che precederanno l’ultima non succeda qualcosa di poco sportivo…

Nella sua rubrica domenicale per Repubblica, lo scrittore Gabriele Romagnoli sottolinea che la bellezza di questa domenica sta nel fatto che i due sfidanti hanno caratteristiche opposte che sembrano disegnate a tavolino o utilizzando una fotografia e il suo negativo: il bianco e il nero, il campione e l’emergente, il navigato e l’impaziente. È soltanto nel confronto che si ha la misura della grandezza. Per questo nella trasposizione cinematografica hanno funzionato Lauda-Hunt, Ford-Ferrari e, su altri terreni, Borg-McEnroe. Se l’eroe è solo, se il nemico è staccato, non c’è Maradona che tenga: dribbla controfigure. Per questo a Totti hanno assegnato Spalletti, ma non funzionava, sembrava uno di quei kolossal spaiati: Zorro contro Maciste. Ci vuole uno stacco generazionale, il sussurro di un passaggio di consegne, il sospetto di una fine imminente perché il pubblico è sempre a una corrida e se Valentino Rossi non voleva essere il toro di Marc Marquez, Hamilton non vuol esserlo di nessuno

“A pari punti Verstappen conquista il mondiale perché ha vinto un gran premio in più? Sbagliato. Facciano un ultimo giro, solo loro due. Lo chiamino giro della morte. Così è la vita

Anche Giorgio Terruzzi sul Corriere della sera riprende il tema del duello e dello scontro. Insomma: VS. Abu Dhabi come il Madison Square Garden – scrive – il match del secolo, Muhammad Ali contro Joe Frazier: 50 anni esatti, 1971, 2021. L’accostamento viene dalla classe, dalla tecnica, dalla resistenza dei contendenti. Grazia più incisiva della ferocia, più dirompente di ogni gesto violento. Intelligenza al servizio del talento, il vero motore di una perfezione resa ardua dallo stress, dalla fatica, da tempi di reazione in rapida frequenza. Due uomini diversi nel carattere, nello stile, nelle espressioni, eppure capaci di mostrare una curiosa specularità, rilanciata e amplificata dalla tempra, dalla qualità dell’altro. Una manna per la F1, un regalo per noi che guardiamo senza più la forza nemmeno di gufare. Piuttosto, riconoscenza da distribuire in parti uguali, ben sapendo che entro poche ore avremo un vincente e un battuto, un sorriso e una smorfia amara, secondo la legge impietosa di ogni ring. Ma anche, due nemici destinati a diventare vecchi amici, come Ali e Frazier, nel ricordo della loro reciproca, insopportabile, miracolosa insofferenza”.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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