Addio a Bizzarrini papà delle Ferrari GTO e Testa Rossa

Se ne è andato a quasi 97 anni Giotto Bizzarrini, fondatore del marchio omonimo e padre di leggendarie sportive del passato, come le Ferrari 250 GTO e Testa Rossa.

Il destino ce lo aveva scritto nel nome: Giotto. Toscano, anzi livornese della Quercianella dove era nato il 6 giugno 1926, Bizzarrini si laureò in ingegneria a Pisa. Il suo primo lavoro fu al reparto Sperimentazione dell’Alfa Romeo.

Nel 1957 il passaggio alla Ferrari, dove divenne capo di Collaudi ed esperienze mettendo la firma a due modelli iconici della Casa la 250 GTO e la Testa Rossa.

Bizzarrini collaborava anche con il reparto corse, la Scuderia Ferrari. Nel 1957, quando era il responsabile tecnico per l’ultima 1000 Miglia di sempre, si inventò un intervento sull’impianto frenante (montando ceppi in lamiera d’acciaio) della 315 S che tagliò il traguardo davanti a tutti con Piero Taruffi.

Dopo aver contribuito a vari modelli di successo, tra cui le mitiche 250 Spider California e 250 GTO, aver sviluppato sulla base della Boano 250 GT che utilizzava personalmente, la famosa ‘Papera’ (il modello da cui è nata la GTO), e avere inventato agli inizi degli Anni ’60 la coda tronca sulle vetture da competizione, una scelta davvero pionieristica, i rapporti di Bizzarrini con il Commendatore entrano in crisi.
Fu uno dei sette dirigenti figgiti dalla Ferrari nell’ottobre del 1961, nella famosa rivolta contro la moglie di Enzo Ferrari che metteva troppo becco nella vita della Scuderia. Giotto Bizzarrini assieme ad altri sette maggiori dirigenti della società, tra cui Carlo Chiti, lascia l’azienda diventanto con Chiti e il conte Volpi di Misurata, uno dei fondatori della Automobili Turismo e Sport Spa (ATS). Un’avventura finita male.

Fu poi imprenditore, fondatore dell’omonimo marchio di Gran Turismo stradali, a Livorno. Nel 1965 vede la luce la 5300 GT Strada, oggi una rarità per collezionisti prodotta in solo 133 esemplari.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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