
Quarta gara della stagione, la prima in Europa anche se Baku non ha proprio il sapore della Vecchia Europa. Piuttosto della nuova, visto che nel 2016 non era ancora un Gp dell’Azerbaijan, ma un nuovo Gp d’Europa. Quarta gara anche per il tracciato cittadino dove finora la Ferrari non ha mai vinto. Due successi Mercedes e uno Red Bull con il solo Rosberg vincitore dopo la pole. Si parte alle 14.10 per via del fuso orario. Diretta Sky, naturalmente.
Baku è il circuito cittadino più lungo e veloce della Formula 1 grazie anche ai suoi lunghi rettilinei che caratterizzano la maggior parte dei suoi 6.003 metri: si tratta del secondo tracciato più lungo dell’anno, dopo Spa-Francorchamps. Nonostante le velocità siano particolarmente elevate, la sede stradale è piuttosto stretta in alcuni tratti – una combinazione che in passato ha spesso portato a contatti tra le monoposto. Così come per l’ultima gara in Cina, anche per l’Azerbaijan Pirelli ha nominato C2, C3 e C4 quali hard, medium e soft.
Le 11 frenate di ogni giro e l’estrema lunghezza della pista comportano un impiego dei freni di oltre 19 secondi e mezzo per giro: sono quasi 7 secondi in più del Circuit Gilles-Villeneuve di Montreal, considerato uno dei più stressanti per i freni.
In realtà, però, l’incidenza percentuale dei freni sulla durata della gara è quasi simile: 19 per cento a Baku, 18 per cento in Canada. La media sul giro delle decelerazioni massime è invece di soli 3,7 g a causa della presenza di un’unica staccata con decelerazione di almeno 4,8 g e della presenza di due curve con decelerazioni che non superano gli 1,7 g. L’energia dissipata in staccata da ogni vettura durante l’intero GP è di 249 kWh, il quarto valore più alto del campionato. Dalla partenza alla bandiera a scacchi i tecnici Brembo hanno stimato che ciascun pilota eserciterà in totale un carico di 53 tonnellate sul pedale del freno.
- Baku è conosciuta come la “città dei venti”, una caratteristica che influisce sull’assetto aerodinamico. È una gara a volte difficile dal punto di vista del meteo, con temperature asfalto talvolta elevate, a differenza di quelle ambiente.
- Un po’ come a Shanghai, i lunghi rettilinei raffreddano i pneumatici, in particolare quelli anteriori, aumentando il rischio di bloccaggio.
- Nel 2018 Lewis Hamilton ha vinto con una strategia a due soste, influenzata anche dai due periodi di safety car. Nelle ultime due edizioni del Gran Premio dell’Azerbaijan – su tre disputate – è sempre entrata la safety car, quindi le strategie devono essere flessibili.
- Come sempre su un circuito cittadino, l’asfalto tende ad essere “sporco” e scivoloso soprattutto a inizio weekend. Le linee bianche e i tombini possono influire sull’aderenza, mentre l’asfalto è piuttosto liscio, con livelli di degrado generalmente bassi.
- Il tracciato sorge per buona parte in mezzo agli edifici, quindi sono presenti zone d’ombra che cambiano da settore a settore. Di conseguenza, la temperatura asfalto può essere incostante. La gara inizia dopo le 16, quindi le temperature possono abbassarsi rapidamente.

Delle 11 frenate del Baku City Circuit Circuit 4 sono classificate come impegnative per i freni, 4 sono di media difficoltà e 3 sono light. La più dura per l’impianto frenante è quella alla curva 3: le monoposto vi arrivano a 320 km/h e in soli 2,31 secondi scendono a 99 km/h. Per riuscirci i piloti esercitano un carico di 141 kg sul pedale del freno e subiscono una decelerazione di 4,7 g. Con il freno pigiato le vetture percorrono appena 115 metri.
Il carico sul pedale del freno è più basso alla prima curva (131 kg) ma la decelerazione è molto più alta: 5,5 g nonostante la diminuzione di velocità sia inferiore così come il tempo di ricorso ai freni: 1,84 secondi per passare da 330 km/h a 124 km/h. Di conseguenza è più breve anche lo spazio di frenata, 106 metri.
Più lunga di tutte è la frenata alla curva 15: 125 metri e 2,67 secondi ed elevato è anche l’impegno richiesto al pilota: la decelerazione è di 4,7 g e il carico sul pedale del freno di 161 kg.