Debutta l’Arabia Saudita. Istruizioni per l’uso della velocissima pista di Jedda da 250 orari di media

La prima volta dell’Arabia Saudita. Con la penultima gara della stagione sullo spettacolare circuito cittadino di Jedda l’Arabia Saudita diventa il 34° Stato a ospitare un Gran Premio. Privo di curve a 90 gradi che hanno sempre contraddistinto i circuiti cittadini, è destinato a conquistare il primato di più lungo e veloce circuito di questa tipologia nella storia del Mondiale. Si riparte con Verstappen e Hamilton divisi da 8 punti, quelli che Lewis farebbe vincendo e ottenendo il giro più veloce con Max secondo. da parte sua Max potrebbe già diventare campione con una vittoria e Lewis settimo, una vittoria con giro veloce e Lewis sesto, un secondo posto (e giro veloce) con Lewis decimo o fuori dai punti…

Istruzioni per l’uso

  • La pista è stata ideata da Hermann Tilke e si trova nella località di Jedda Corniche. Si tratta del primo circuito cittadino dopo la tappa di Baku dello scorso giugno. 
  • Il tracciato, che si sviluppa lungo la costa per una lunghezza complessiva di 6,174 chilometri, è il più lungo circuito cittadino in calendario (il secondo per lunghezza dopo Spa) ed è anche probabilmente uno dei più veloci.
  • Gli organizzatori si attendono una velocità media sul giro superiore ai 250 km/h nonostante la presenza di 27 curve, altro record per la Formula 1 attuale. Secondo i tecnici Brembo il Jeddah Corniche Circuit rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3, identico all’Intercity Istanbul Park. ​
  • Pur essendo caratterizzato da 27 curve, i piloti Formula 1 utilizzano i freni solo in 7 delle curve del Jeddah Corniche Circuit. Addirittura sono presenti cinque curve consecutive, dalla 8 alla 12, in cui l’impianto frenante non viene azionato in quanto non indispensabile per restare all’interno del nastro d’asfalto. 
  • In un giro intero i piloti di F.1 utilizzano i freni per complessivi 9,6 secondi, un valore simile all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola che però è più corto di quasi 1,3 km. Dalla partenza alla bandiera a scacchi del GP Arabia Saudita i freni sono in azione per il 14 per cento del tempo. Inoltre tutte le frenate generano decelerazioni comprese tra 2,2 e 4,5 g, non raggiungendo quindi i picchi di altre piste. ​ ​ ​
  • Pirelli ha scelto le tre mescole centrali della gamma, la selezione più vista durante questa stagione: la C2 come P Zero White hard, la C3 come P Zero Yellow medium e la C4 come P Zero Red soft.
  • Jedda è il secondo circuito inedito quest’anno dopo quello del Qatar di due settimane fa, ma i due tracciati sono completamente diversi in termini di stress sui pneumatici: la pista di Losail è una delle più impegnative in assoluto per quanto riguarda le forze laterali. Jedda è una sfida ancora più ricca di incognite, visto che il tracciato è appena stato completato e ci sono pochi dati su cui basarsi.
  • I dati esistenti e le simulazioni realizzate dai team suggeriscono che le tre mescole centrali della gamma siano la soluzione migliore per Jedda e dovrebbero rispondere bene alle sfide che propone questo veloce tracciato, con una gara che si corre sulla distanza di 50 giri.  
  • Tra le 27 curve del tracciato, la curva 13 è una delle più impegnative: è una curva verso sinistra con un banking di 12 gradi che dovrebbe sottoporre i pneumatici a forze g molto elevate. Jedda ha più curve di qualsiasi altra pista in calendario, e i pneumatici saranno costantemente al lavoro.
  • Diverse zone del circuito sono piuttosto strette e senza vie di fuga, a causa dei muri molto vicini ai bordi della pista. La probabilità che entri in scena la safety car è abbastanza alta, e questo influirà sulle strategie.
  • La gara di Jedda fa parte delle ultime tre tappe della stagione che si corrono in notturna, con la partenza alle 20.30 ora locale (le 18.30 italiane). Le qualifiche sabato alle 18 italiane. Race Anatomy domenica alle 23….
  • Le variazioni di temperatura dell’asfalto saranno diverse dal solito, con oscillazioni importanti tra una sessione e l’altra. FP1 e FP3 si svolgono appena prima del tramonto, quindi solo le FP2 del venerdì e le qualifiche del sabato, in programma per le 20.00, avranno condizioni rappresentative della gara. 
  • Sono previste condizioni calde ma umide, per via della vicinanza del circuito alla costa settentrionale di Jedda. Visto che non è mai stato utilizzato prima, il tracciato sarà probabilmente “verde” e scivoloso all’inizio del weekend, ma la presenza della Formula 2 e di una competizione Porsche come gare di supporto dovrebbe favorire l’evoluzione della pista.  
  • Delle 7 frenate del GP Arabia Saudita 2 sono considerate altamente impegnative per i freni, 2 sono di media difficoltà e le 3 restanti sono light. 
  • La più dura per l’impianto frenante è l’ultima curva perché le monoposto vi arrivano dopo aver frenato per l’ultima volta alla curva 22. Alla staccata della curva 27 le auto toccano i 317 km/h prima di utilizzare i freni per 2,6 secondi necessari a scendere a 110 km/h. Nel frattempo percorrono 127 metri mentre i piloti sono soggetti a 4,3 g di decelerazione.

“Jedda rappresenta forse l’incognita più grande di quest’anno visto che la pista è stata completata pochissimo tempo prima della gara -il commento di Mario Isola – . Di conseguenza possiamo contare solo sulle simulazioni fornite da F1 e dai team e su altre informazioni che siamo riusciti a raccogliere per stabilire la nomination delle mescole. Questo circuito cittadino sembra essere diverso da ogni altro visto finora. L’alta velocità e l’alternarsi di curve veloci giocheranno sicuramente un ruolo importante nel determinare il comportamento dei pneumatici. Jedda ha più curve di qualisasi altra pista in calendario e una di queste – la 13 – ha anche un banking di 12 gradi, quindi ci sono un bel po’ di fattori che terranno i pneumatici costantemente impegnati”.  

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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