Esiste un caso Hamilton? Dopo cinque gare Lewis ha 23 punti in meno del suo compagno che lo ha battito 4 volte. Alla battaglia con Russel, insolita per Lewis abituato a frantumare Bottas, si è aggiunta quella con la federazione che gli ha chieto di togliere anelli, collane e piercing. Il tutto in un momento mai vissuto dalla Mercedesnell’era ibrida: sei gare di fila senza vittorie è qualcosa che non era mai capitato.
Insomma il caso c’è tutto. E potrebbe convincere Lewis a salutare la Formula 1 prima del previsto,



Di Hamilton e dei suoi disagi attuali scrive Oliver Brown sul Telegraph, prendendo spunto da un dettaglio. I piercing che la federazione internazionale gli sta chiedendo di rimuovere. Lewis li sta difendendo in modo ostinato. Perché?

Perché il campione del mondo sente minacciata la sua leadership, sia all’interno della scuderia dall’ascesa di Russell, sia nel panorama complessivo della F1. Racconta il giornale inglese: “Quando Russell, con le gomme dure, ha divorato terreno a Hamilton a ritmo minaccioso, si è avvertito il panico nella sua voce, durante un conciso scambio di battute con l’ingegnere di pista Pete Bonnington. Hamilton ha gridato: “Perderò la posizione a favore di George, di sicuro”.
Il suo angelo custode “Bono” Bonnington gli ha consigliato di stare fuori in regime di Safety, ma gli ha anche aggiunto “lasciamo decidere te”. Una cosa che Lewis non ha preso bene: “Dimmi amico, non lasciarlo fare a me”…. Dopo gara alla domanda sul dibattito sulla scelta, Hamilton ha detto: “Quando sei là fuori, non hai tutte le informazioni. Non sai dove sono tutti e dove non hai l’immagine che hanno sullo schermo. Quindi quando ti viene data la responsabilità di prendere una decisione, sembra che tu stia scommettendo e questo non mi piace. Toccava al box prendere la decisione. Ma in ogni caso, siamo stati solo sfortunati”.
Un’immagine un tempo armoniosa si frantuma di giorno in giorno. L’unico motivo per cui ha mantenuto buoni rapporti con Valtteri Bottas per cinque anni era perché sapeva di dominarlo. Quando Rosberg ha usurpato il suo status di maschio alfa nel 2016, l’atmosfera nel garage era acida come il latte cagliato.
Non è solo la posizione di Hamilton alla Mercedes ad apparire precaria, ma il suo rapporto con lo sport. Il suo atteggiamento nei confronti della FIA sui piercing lo mostra con chiarezza. Mentre i direttori di gara insistono perché li rimuova per motivi di sicurezza, sostenendo che riducono la protezione offerta dagli indumenti ignifughi, Hamilton si è presentato alla conferenza stampa indossando tre orologi e un anello su ogni dito. Per un personaggio che parla spesso in codice, è stata una dimostrazione di sfida sfacciata.
La più grande preoccupazione per Hamilton, a parte la forma stellare di Russell, è il calo complessivo della sua rilevanza. il valore di Hamilton per il suo sport rimane incalcolabile. Non c’era nessuno migliore di lui per vendere un secondo GP di F1 al pubblico statunitense. In tanti a Miami sono venuti a salutare Hamilton, icona di questa generazione, non certo per vederlo ancora una volta impantanato nella mediocrità. È una questione di quando, non di se: la sua pazienza alla fine cederà”.
l’Equipe: “George Russell, il piccolo principe della Mercedes” – Arrivato questo inverno nella scuderia dei campioni del mondo, non ha fallito il suo debutto, nonostante una macchina che stenta. È molto più avanti del suo idolo e compagno di squadra, Lewis Hamilton.
Anche Aldo Grasso scrive del Gp di Miami

Sul Corriere della sera: “Lo spettacolo del GP di Miami sospeso tra finzione e realtà” , il critico televiso Aldo Grasso, che ha sempre amato il ciclismo più della Formula 1, scrive: “In attesa del metaverso (il mondo virtuale intimamente connesso con il mondo reale), ci siamo goduti il Gp di Miami, il più somigliante ai videogame. In quel circuito tutto pareva finto, a partire dalla pista che ricordava quelle delle automobiline. Ma l’aspetto televisivamente più divertente era la scenografia. Fra le curve 6-7-8 c’era un finto porticciolo, ma con barche vere, cioè yacht in vendita collocati su un vinile luccicante a rappresentare il mare. Ma non basta: sulle barche, facevano bella mostra di sé alcune persone che assistevano alla corsa come fossero a Montecarlo. Tutto era finto, tutto era esageratamente trumpiano (l’ex presidente degli Usa risiede da queste parti e tutto gli assomiglia o viceversa)”.