È il giorno dell’apoteosi Ferrari. le prime pagine sono occupate dai fenomeni Rossi, si sogna il mondiale, la nuova era Ferrari.














Rosse da pazzi. Finalmente. Rossa padrona. Rinascimento Rosso. Sono solo alcuni dei titoli che celebrano la doppietta del Bahrain, prima gara di una stagione che può diventare meravigliosa.
Fabio Tavelli, il Foglio: “La traversata del deserto per la Ferrari è finita. Dopo 2 anni, 5 mesi, 26 giorni, 2 ore, 32 minuti e 2 secondi torna a calare una bandiera a scacchi davanti al muso di una rossa e a suonare l’inno di Mameli per una Ferrari prima e seconda sul podio. Malissimo la Red Bull, zero punti e tanti problemi in una gara che ha sbugiardato clamorosamente chi li aveva indicati come la squadra da battere. La Mercedes è ancora indietro. I vincitori degli ultimi 8 titoli costruttori sapevano di partire ad handicap. Quanto durerà questa fase di rodaggio forse se lo dicono tra di loro durante le riunioni tra ingegneri e Toto Wolff. La sensazione è che ci sia parecchio di recuperare, visti anche lenti nei pit stop e con una strategia sulle gomme quantomeno discutibile. Mc Laren e Aston Martin hanno fatto tre passi indietro. Due scuderie in palese difficoltà, vedere Lando Norris nuotare in mezzo a pesci così piccoli è davvero frustrante. La Williams non ha approfittato del cambio di regolamento mentre decisamente meglio si sono comportate le Haas e le Alfa Romeo”.
Giorgio Terruzzi, Corriere della sera: “Veniva da un anno rosso cupo. In molti a dire: Leclerc? Deve dimostrare di essere un vero fuoriclasse. Gli è bastato un solo weekend per chiudere la questione, il primo con una Ferrarissima tra le mani. Una dimostrazione di ferocia e intelligenza rara a vedersi, migliore persino di quella rivelata a Monza nel 2019 quando tenne testa come un principe a re Hamilton. E adesso, con quell’espressione ritrovata che piace a grandi e piccini, un po’ angelo, un po’ diavolo, è consapevole di potersi battere contro chiunque. La sua corsa di testa pare appena iniziata, come capita ai campioni quando hanno in mano cavalli e ali, aderenza ed equilibrio. Altrimenti forzi, sbagli, non cavi granché, secondo la regola prima di questo sport”.
Io su il Giornale: “È una Ferrari che va oltre i sogni. Si è fatta attendere per 45 gare, 912 giorni, ed è rientrata in scena con il più grande spettacolo dopo il big bang, una doppietta che nessuno poteva immaginarsi, figlia di una superiorità tecnica e umana che per un giorno ha riportato alla mente gli anni d’oro dell’epoca Schumacher. A Charles Leclerc mancava veramente soltanto la macchina per poter spiccare il volo, ma in questi anni di sofferenza, di lacrime, di fiducia che rischiava di evaporare, ha costruito una scorza per proteggersi e diventare ancora più forte. La Ferrari esce dalla prima gara dell’anno con la convinzione di avere una macchina velocissima in qualifica e molto competitiva in gara dove sembra consumare le gomme meno degli avversari”.
Stefano Mancini, la Stampa: “Mentre a Maranello le campane suonano a festa, a Sakhir esplodono i fuochi di artificio. Mattia Binotto non fa che elogiare la squadra e le persone che ne fanno parte, piloti, ingegneri, meccanici. Nel risultato del Gran premio del Bahrein c’è l’apporto di tutti”.
Alessandra Retico, la Repubblica: “Questa è una nuova era e la Ferrari ci è arrivata preparata, ricostruendo con fatica e orgoglio dalle ceneri, puntando tutto sul nuovo ciclo tecnico per la rinascita. Nei 6 giorni di test prestagionali si è rivelata subito stabile, affidabile, concreta. A Barcellona è apparso a tutti il porpoising, il saltellamento sui rettilinei a tutto gas, la Ferrari a differenza di altri (Mercedes in particolare) ha reagito subito irrigidendo il fondo, la parte dalla quale ottiene circa il 90% delle prestazioni”.
Mauro Coppini, Corriere dello sport-stadio: “Gli atleti c’erano. Allenati, pronti a confrontarsi al limite delle loro possibilità. Mancavano gli attrezzi. Niente scarpette per affrontare i 100 metri, nessuna asta per il salto in alto, nessuna piscina per il nuoto a stile libero. I campioni venivano celebrati prima ancora di scendere in campo, secondo logiche inaccessibili al pubblico. È l’immagine della Formula 1 degli anni passati. Il Gran Premio che abbiamo visto in Bahrein è tutta un’altra cosa. Il nuovo regolamento ha aperto le palestre e ridistribuito gli attrezzi. E le forze trattenute per tanto tempo, si sono scatenate”.
Ottavio Daviddi, Tuttosport: “Riscoprire una Ferrari vincente è una splendida sorpresa, ma sentendo le parole dei protagonisti viene da pensare che all’interno della squadra tutta questa sorpresa non ci sia stata”
Luigi Perna, la Gazzetta dello sport: “La nuova era della Formula 1 si apre in Bahrain con un trionfo entusiasmante per il Cavallino, tornato davanti alle rivali Red Bull e Mercedes dopo tre anni a digiuno di vittorie, con il traguardo dei 1000 GP celebrato al Mugello 2020 nell’assoluta mediocrità. Solo la Safety Car, entrata a 11 giri dalla fine per il ritiro dell’AlphaTauri di Pierre Gasly, ha rimesso in discussione il risultato. Però Leclerc è stato ancora una volta fenomenale nella ripartenza, tenendosi dietro Verstappen con intelligenza e mestiere, così da blindare la vittoria”.
Lorenzo Pastuglia, Libero: “La Red Bull si dimostra al momento la macchina da battere. Potente e ben bilanciata, una scheggia sul dritto, come dimostrano i tre duelli tra Verstappen e Leclerc tra i giri 16 e 18. Una fase di gara stupenda, dove il Campione 2021 ha sempre passato il monegasco sfruttando il Drs sul dritto, per poi ricevere tra le curve 3 e 4 la risposta di Charles, che ha poi allungato sfruttando la frenata tarda dell’olandese al 19esimo giro. La Ferrari c’è e gode dell’ottimo motore “Superfast” da quasi mille Cv, come confermano anche i risultati ottenuti dalle vetture dei team con motori di Maranello”.
Benny Casadei Lucchi, il Giornale: “Dicono che i motori non siano vero sport. È vero. C’è il pilota, c’è il talento ma ci sono la tecnica e il soldo a togliere romanticismo al tutto. L’atletica è vero sport. È l’essenza di tutti gli sport, l’anima. Per cui l’impresa, sabato, di Marcell Jacobs ha illuminato, riempito ed emozionato rendendoci fieri nel vedere quell’omone semplice mettersi dietro l’America e prendere poi in braccio il figlioletto come avrebbe fatto ognuno di noi. Scene di vita quotidiana trasferite vittoriose sulla pista di un mondiale d’atletica. La Ferrari, alla propria maniera, ha fatto la stessa cosa: ci ha regalato scene di vita riassunte nei suoi e nostri ultimi anni cupi di vita quotidiana”.
Fulvio Solms, Corriere dello sport-stadio: “ Davvero i sogni muoiono all’alba? Ma neanche per idea! Quelli della Ferrari nascono esattamente all’alba della nuova era tecnica e la Scuderia prende a muoversi come spesso negli scorsi anni aveva fatto la Mercedes, con ingordigia, a suon di doppiette. Andiamo con il piano A”.
Ferdinando Camon, la Stampa: “Da troppo tempo tutto il mondo pensava che un pilota non poteva vincere con la Ferrari. “Non sappiamo più fare le auto”: gli eterni rivali-nemici, i tedeschi, le fanno meglio di noi. La Ferrari non fa altro che le Ferrari, eppure c’era un’azienda che produce bibite e riusciva a fare i motori meglio di noi. La bibita è fortemente energetica e viene lanciata col motto “ti mette le ali”, ma anche il motore di questi produttori di bibite pareva avesse le ali. Un mostro alato. La Ferrari ha un muso che in certe versioni vien detto “a becco d’anatra”, ma vista la sua scarsa velocità poteva chiamarsi “anatra zoppa“. Noi andavamo a una gara mondiale di velocità esibendo un’anatra zoppa. Che umiliazione! L’anatra ieri ha volato. Pareva un condor. Le due auto dei fabbricanti di bibite sono scoppiate una dopo l’altra”
Daniele Sparisci, Corriere della sera: “Domenica sul folle e velocissimo circuito di Gedda, 6 km di muretti, la guida conterà tanto quanto la macchina. Ma questa Rossa non teme nulla”.

Mancano 22 GP alla fine della stagione e tre di questi si disputano entro tre settimane. Visto il ritardo nello sviluppo di Mercedes e, direi, anche di RB, c’è la forte probabilità che la rossa possa avvantaggiarsi e non di poco facendo punteggio pieno. Da quando torneranno in Europa gli scenari potrebbero cambiare e o ferrari prosegue nella sua corsa solitaria, oppure Mercedes e RB si faranno sotto e se sarà così, allora sarà da vedere se il principino manterrà le ali o se le si sarà bruciate troppo in fretta.