La Ferrari va a Baku per vincere. Ormai lo fa tutte le volte. Che ci riesca poi non è detto come abbiamo visto negli ultimi Gran premi. Ne parla Nicola Bariselli, il track operation manager della Power Unit…

Che tipo di pista è il Baku City Circuit?
“Baku è un circuito cittadino ma con grandi anomalie. È sicuramente atipico perché prevede, oltre alle normali curve a 90 gradi, una parte da bassissima velocità, ma anche rettifili particolarmente lunghi. Basta pensare che qui abbiamo uno dei rettilinei box più lunghi del campionato. Per i piloti è una sfida impegnativa, a Carlos e, soprattutto, a Charles piace correre qui”.
Perché si dice che questo tracciato sia particolarmente impegnativo per le power unit?
“Perché, date le caratteristiche del circuito, la power unit deve essere versatile: deve infatti mettere i piloti in condizione di avere una buona guidabilità nel misto e nel lento, senza però che ci siano sprechi di energia, che è invece tutta necessaria per affrontare i lunghi rettilinei. Anche la potenza pura è sicuramente fondamentale, specie per le doti di accelerazione che sono richieste in uscita delle tante curve a bassa velocità, sia nella ricerca del giro secco che in gara”.
Si corre sotto al livello del mare e in un ambiente di solito molto ventoso. Come influiscono queste condizioni sulla prestazione?
“Le condizioni ambientali hanno un impatto rilevante sull’ottimizzazione del pacchetto vettura/power unit. In particolare, le variazioni di intensità e direzione del vento possono portare a condizioni di funzionamento diverse sia a livello di velocità di percorrenza delle curve (e quindi anche relativamente al regime di coppia e all’utilizzo marce) che durata del rettilineo. Potete immaginare facilmente quanto cambi la prestazione, per esempio sul rettilineo finale, se il vento è in coda o frontale. La differenza è misurabile in diversi decimi di secondo”.
vedi anche Baku, istruzioni per l’uso di una pista mezza Monza e mezza Monte Carlo