Finalmente Elkann, “Ferrari mondiale entro il 2026. Fiducia a Binotto”.

Rassegna stampa monzese con sorpresa, parla John Elkann che oggi sarà in pista a Monza. Lo fa con la Gazzetta come due anni fa e promette una Ferrari campione del mondo entro il 2026. Avete capito bene 2026. I tempi si allungano. Non più il classico vinceremo l’anno prossimo, ma vinceremo entro il 2026… anche perché dopo arriva Audi e tutto potrebbe complicarsi.

Scherzi a parte Elkann è realista, non si può permettere di fare promesse che poi si rischia di non mantenere. Però dopo il salto avanti di quest’anno ci potevamo aspettare parole diverse. Da qui al 2026 ci sono 4 campionati… ci vorrà molta pazienza.

Ecco uno stralcio dell’Intervista alla Gazzetta:

Che cosa possiamo aspettarci dalla Ferrari?

“Quest’anno siamo competitivi, come avevo previsto due anni fa. E siamo stati capaci di trasformare questa competitività in vittorie. Siamo finalmente tornati per 4 volte sul gradino più alto. E dietro ai successi c’è un grande lavoro di squadra. Nello sport professionistico sono i dettagli a fare la differenza… Nel 2020 il 48% dei nostri pit stop era sotto i 3” per una media di 2”75. Nei primi 15 gran premi di quest’anno il 70% è sotto i 3” e la media è 2”6. Si tratta di un dato tangibile che testimonia la crescita del lavoro di squadra”.

Lei è il primo tifoso della Ferrari, si arrabbia come tutti gli appassionati per gli errori ai box?

“Quando uno è tifoso, ma ha delle responsabilità, deve saper convertire quel dolore e a volte quella rabbia in volontà di fare meglio. Se non c’è la rabbia è un problema, se c’è solo la rabbia è un problema ancora più grande”.

Lei ha sempre fiducia nel gruppo che guida la Scuderia?

“Fiducia e riconoscenza per il lavoro svolto da Mattia Binotto e dai nostri ingegneri. Ma non c’è dubbio che il lavoro a Maranello, ai box, al muretto e al volante ha bisogno di maturare. Dobbiamo continuare a crescere e questo vale per i meccanici, per gli ingegneri, per i piloti, e ovviamente per tutta la dirigenza, incluso il Team Principal. Lo abbiamo visto sull’affidabilità, sulla guida, sulla strategia… Ci sono ancora troppi errori”.

Pensa che la Ferrari possa davvero tornare a vincere il Mondiale?

“La nostra macchina è nuovamente competitiva. Dobbiamo avere l’umiltà e la consapevolezza di sapere dove siamo ora e il coraggio e la determinazione di migliorare. Come disse il nostro fondatore poco prima di lasciarci: “Chi verrà dopo di me ha accettato un’eredità molto semplice: mantenere viva la volontà di progresso”. Certo, dopo i primi gran premi, sembrava lecito sognare, ma bisogna rimanere umili e far parlare i risultati”.

Quando pensa che la Ferrari tornerà a trionfare?

“Noi abbiamo puntato a essere anzitutto competitivi. Se non sei competitivo non hai margini, mentre sull’affidabilità si può lavorare. Per questo sono fiducioso che di qui al 2026 la Ferrari tornerà a vincere un Mondiale Costruttori e un Mondiale Piloti. Ci riusciremo prima dei 20 anni di digiuno, visto che l’ultimo nostro Mondiale Piloti risale al 2007 e quello Costruttori al 2008. Abbiamo la fortuna di avere al volante due grandi piloti, probabilmente la coppia più forte della Formula 1”.

Che cosa le piace in particolare di Charles Leclerc e che cosa di Carlos Sainz? 

“Vorrei fare i complimenti a entrambi. Sono piloti che partecipano alla crescita della macchina e sanno fare squadra. Come stile di guida hanno grande potenziale e un’aggressività che li caratterizza. A volte spingono anche oltre il limite ma hanno fatto grandi miglioramenti. Mi piace il loro coraggio, che è un ingrediente decisivo per avere successo nella vita come nello sport”.

Sainz non è esattamente quello che nella tradizione consideravamo la seconda guida. Leclerc e Sainz sono potenzialmente due capitani? 

“Io credo che siano due grandi piloti e questo li stimola a migliorarsi sempre di più. Sono fiducioso che vinceremo non solo il Mondiale Costruttori, ma anche quello Piloti e che Charles Leclerc sia in pole position”.

Quindi è soddisfatto del lavoro fatto dal Team Principal Mattia Binotto? 

“Soddisfatto no, perché penso che si possa sempre far meglio. Ma credo che aver dato fiducia a Binotto e alla sua squadra sia stata la scelta giusta e ha pagato. Grazie a loro siamo tornati competitivi e vincenti”.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

1 commento

  1. Non scriva che ha perso perchè è entrata la SC! Questo è quanto avrebbe dovuto accadere lo scorso anno a Abu Dabi, ma sappiamo che Masi non la pensava così!
    Oggi forse non c’è stato un grande errore di strategia ma è indubbio che trobvarsi a 18″ dal primo a 5 giri dal termine significa che qualcosa non ha funzionato.
    Vabbè, come si dice, sarà per la prossima volta. Intanto il gap si amplia!

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