

La nona stagione del mondiale di Formula E scatta sabato 14 gennaio sul circuito di Città del Messico. È l’anno del debutto della vettura Gen 3 che è più potente, efficiente e leggera di quella vista in pista lo scorso anno. Non ci sono piloti italiani dopo il passaggio di Giovinazzi all’hypercar Ferrari, ma per la prima volta abbiamo una squadra italiana, Maserati e un team manager che arriva da Milano, Eugenio Franzetti, nuovo Performance Director di DS, team che ha un albo d’oro di tutto rispetto con due doppi titoli, 15 vittorie, 44 podi e 21 pole position.
Per il campionato elettrico l’obbiettivo è sempre lo stesso: cercare di guadagnare spazi, audience, popolarità. Non basta più portare le gare in centro città (ormai lo fa anche la Formula 1), non basta più essere silenziosi e strizzare l’occhio all’ecologia. Co vorrebbero battaglie vere in pista, gare divertenti e non trenini di monoposto uscite dai videogame in circuiti cittadini circondati dai muretti.
Per Maserati che entra c’è comunque una Meercedes, dominatrice degli ultimi campionati che se ne va come già avevano fatto Audi e Bmw. Sull’argomento nei giorni scorsi era stato molto duro (e chiaro) Toto Wolff: “L’audience è troppo bassa per giustificare un impegno così vasto in questo campionato è un po’ lo stesso discorso che ha portato alla decisione di lasciare il DTM, dove per essere competitivi serviva un investimento tra i 40 e i 50 milioni di euro che non aveva un adeguato riscontro a livello di seguito del campionato e dunque di ritorno economico. La Formula 1 è diventata talmente popolare che sta oscurando gli altri campionati e perciò per Mercedes è risultato logico concentrare tutte le risorse sulla F1 per ben figurare in questa disciplina evitando di diluire le risorse frammentandole in più progetti sportivi”.
Ovviamente differente il pensiero di chi entra ora o di chi resta: “DS Automobiles ha creato il suo dipartimento competizioni, DS Performance, con la chiara ambizione di raccogliere tutta l’esperienza necessaria per accelerare la sua strategia di elettrificazione e migliorare la sua reputazione – ha spiegato Eugenio Franzetti -. Questa strategia ha prodotto risultati immediati grazie a propulsori ibridi ricaricabili ad alte prestazioni e unità 100% elettriche. Continuando di questo passo, la nostra nuovissima monoposto GEN3 DS E-TENSE FE23 sviluppata da DS Performance ci consentirà di portare l’esperienza dalla pista all’ultima generazione di auto elettriche stradali. Dal 2024 infatti, tutte le nuove auto del nostro marchio saranno 100% elettriche”.
Il campionato di prova come banco di prova per le auto del futuro. Ha un senso quello che racconta Franzetti. Il progresso in Formula E è tangibile. Ricordate, all’inizio del campionato (pechino 2014 la prima gara) le monoposto non riuscivano neppure a finire un e-prix, era necessario rientrare ai box per cambiare vettura (cambiare solo la batteria sarebbe stato impossibile). Oggi le monoposto di terza generazione (Ecco la Maserati Tipo Folgore per la Formula E) garantiscono ben altre prestazioni.
Ma se da una parte il progresso tecnologico è stato notevole, la spettacolarità delle gare non è mai esplosa. Dopo 101 e-prix la Formula E è ancora alla ricerca di un suo pubblico. Gli autodromi (o le piste cittadine) si riempiono sempre, ma le gare in tv sono viste da pochissima gente e sui quotidiani non riesce a trovare spazio.
I round in programma sono 16. da questo weekend al 30 luglio a Londra. Si correrà in Messico e poi in Arabia, India, Sud Africa, Brasile, Berlino, Monaco, Jakarta, Portland Roma (due gare 15 e 16 luglio) e Londra. un bel giro del mondo.