Antonio Giovinazzi ha il tricolore nel suo destino oltre che sul casco. Dovunque vada a correre passa alla storia come l’unico italiano della categoria. Lo è stato per due anni in Formula 1, lo sarà in questa Ottava Stagione della Formula E che si apre oggi in Arabia Saudita (alle 17.30 diretta su Mediaset Canale20 e Sky Sport).
A poche ore dalla prima gara che cosa provi Antonio?
“Sono curioso, molto curioso di quello che sarà perché sto scoprendo un sacco di cose nuove – racconta da Diriyah – arrivo al via del Mondiale dopo appena un giorno e mezzo di test a Valencia su circuito normale. Devo scoprire l’auto, il circuito dove fino a ieri non avevo mai corso se non al simulatore. È tutto nuovo e mi piace, qui tutto è molto più rilassato rispetto alla Formula 1”.
“Un pilota incomincia a spingere al limite quando ha feeling con la macchina, quando ha tutto sotto controllo e per ora non posso proprio dirlo. Il simulatore aiuta a conoscere la pista, le procedure, ma poi in macchina è tutta un’altra cosa soprattutto su una pista stretta come questa”
Antonio è già entrato in perfetto mood elettrico. Basta leggere uno dei suoi ultimi post sui social: “Abbiamo un solo pianeta, che sfruttiamo al di là delle sue risorse. Crisi climatica, scomparsa delle foreste, oceani invasi dai rifiuti e perdita della biodiversità… sono problemi che riguardano tutti. I più giovani l’hanno capito e continuano a chiedere di fare qualcosa”. Presto lo vedremo girare per Monaco su un’auto elettrica. Per ora sta imparando a conoscere la sua Dragon Penske, non esattamente un team di primo piano, ma comunque un team che lo tratta con rispetto (ogni riferimento all’Alfa Romeo Sauber è voluto).
“E’ vero che in Formula E ci sono molti elementi comuni tra le vetture, ma da quando corre nelle serie monomarca, so che un team può fare molta differenza intervenendo su tanti particolari. Per questo tra un’auto e l’altra ci saranno grandi differenze”.
La differenza più grande per ora è quella con la Formula 1. Due mondi diversi.
“Pensavo sarebbe stato più facile, invece le differenze di guida sono grandissime, soprattutto in frenata dove non puoi dare un pestone sul pedale come in F1, ma spingere il pedale a un quarto, un quinto di quanto facevo. Non c’è downforce quindi c’è poco grip. Hai la sensazione di arrivare più lento alla frenata, ma devi frenare anche prima. E poi non c’è il suono. Senti solo il vento e il rumore dei cordoli. Una sensazione particolare”. Neppure la velocità è la stessa. “Su una pista vera la differenza che si sente è tanta, ma su un cittadino molto stretto dove la sensazione raddoppia non si sentirà più di tanto. Qui il circuito è stretto, i muri sono vicini e la velocità si sentirà. Non raggiungeremo i picchi di una Formula 1, ma sembrerà di andare forte”.
E in Formula E si corre praticamente sempre sui cittadini dove tu sei sempre andato bene.
“Quando ho scelto la Formula E il fatto di correre quasi solo su circuiti cittadini mi ha stimolato molto. Mi sono sempre esaltato in quelle piste. Questo primo è un cittadino veloce, soprattutto nel primo settore. Il fatto di correre su un cittadino è entusiasmante”.
In Formula 1 riuscivi spessoi a guadagnare posizioni anche in partenza. Ci riproverai?
“Ci proverò. Ci sarà meno spazio per attaccare, ma stare lontano dai guai e guadagnare poisizioni nel primo giro è importante anche qui. E’ vero che qui si sorpassa di più che in Formula 1, ma quello che riesci a guadagnare nel primo giro è sempre importantantissimo. Mi concentrerò per provarci anche qui”.
Il tuo termine di paragone sarà anche qui il compagno di squadra (Sérgio Sette Camara, 21 gare già disputate in elettrico)?
“Da quando ho cominciato a correre con le monoposto è sempre stato così. Sergio ha molt esperienza e sarà un bell’obbiettivo riuscire a batterlo. E’ quello che proverò a fare”.
In Formula 1 non è stato un addio.
“Quest’anno volevo correre, l’espereienza di non correre ma di fare solo il pilota di riserva poer un anno l’ho pagata. Ci ho messo un po’ a ritornare in palla. Questo campionato mi offre la possibilità di essere disponibile per tanti weekend in Formula 1 e essere rimasto nel giro come collaudatore Ferrari è una grande cosa. la tempistica è perfetta ad agosto abbiamo finito il campionato e avrò il tempo per capure che fare nel 2023…”
Il sogno resta quello…
“Io sento che in Formula 1 non ho ancora finito il mio lavoro. Ho ancora qualcosa da dare. Non mi hanno permesso farlo. Anche quest’anno abbiamo visto Albon rientrare, l’anno prossimo scadranno molti contratti. Intanto resterò nel giro come terzo pilota Ferrari. In fin dei conti anch’io ero tornato dopo due anni dalle prime gare… Tutto è possibile. la speranza c’è”
E poi c’è il programma Ferrari per Le Mans…
“Il programma Hypercar mi interessa tantissimo. Ho fatto Le Mans nel 2018 e mi è piaciuto tantissimo. canosco Coleta che è una persona fantastica. Avrò tempo per scegliere che fare nel 2023, l’obbiettivo è tornare in F1, ma ci sono anche altre possibilità. Magari mi divertirò un sacco in Formula E e deciderò di restare…”
Arriva anche la Maserati.
“Il fatto che arrivi Maserati è importante e bello. Sarebbe bello correre anche con loro dopo Ferrari e Alfa. ma unpasso alla volta. Ora penso a Dragon”.
Kimi l’hai più sentito?
“Ci siamo sentiti per gli auguri di fine ano, ma lui era alle Maldive e con il telefono litiga sempre un po’… Per me è stato una persona molto importante. Sempre fedele e leale. Una persona difficile da trovare in quresto mondo”.
A Vasseur invece non avrai mandato gli auguri?
“Li ho mandati anche a lui perchè ho dei principi importanti”.
Diciamo che sarà lui a pentirsi della scelta fatta….