La Formula 1 ha ufficialmente rimandato anche il Gp del Canada in calendario il 14 giugno. I prossimi a saltare saranno il Gp di Francia (28 giugno), quello d’Austria (5 luglio) e il BritishGp (19 luglio)… L’inghilterra che ha cancellato Wimbledon difficilmente aprirà Silverstone alla Formula 1 a luglio… Cominciamo a pensare ad una ripresa a fine agosto, se non a settembre… Quindi 30 agosto a Spa o 6 settembre a Monza…
“Viaggiare per le squadre e viaggiare per tutti i soggetti coinvolti sarà uno dei grandi problemi”, ha dichiarato Brawn, a Sky Sports. “Potresti discutere una volta arrivati lì potremmo diventare abbastanza indipendenti.
“La nostra visione è probabilmente un inizio europeo sarà favorevole e potrebbe anche essere un evento a porte chiuse. Potremmo avere un ambiente molto chiuso, in cui i team entrano in charter, li canalizziamo nel circuito, ci assicuriamo che tutti siano testati, eliminati e che non ci siano rischi per nessuno”.
Intanto la Formula 1 fa i conti con la crisi e corre veloce verso la cassa integrazione, anche se in inglese la chiamano “furlough” e suona un po’ meglio. In realtà è un procedimento molto simile con lo stato di Sua Maestà che verserà l’ottanta per cento dello stipendio al personale, messo in sospensione fino a un massimo di 2500 sterline al mese. Ne hanno fatto ricorso McLaren, Williams e Racing Point che hanno tagliato del 20% anche gli ingaggi dei loro piloti. Adesso vi fa ricorso la Formula 1 stessa che ha messo in stand by la metà dei suoi 500 dipendenti della sede di Biggin Hill, un vecchio aeroporto diventato la sede delle operazioni fin dai tempi di Bernie Ecclestone. Tra l’altro la Fia proprio ieri ha allungato da 21 a 35 giorni il periodo di chiusura obbligata dei team (da godere entro maggio).
A dare l’esempio sono gli stessi quindici dirigenti di Liberty Media a partite dai baffoni di Chase Carey. Lui e Ross Brawn si taglieranno anche più del 20% di ingaggio e non chiederanno certo il sostegno dello stato. In fin dei conti loro sono un po’ come i piloti per un team. In casa Ferrari per ora la situazione è sotto controllo, ma se il blocco delle operazioni dovesse allungarsi e diventasse necessario ricorrere alla cassa integrazione per la fabbrica, allora verrebbe chiesto un sacrificio anche a Vettel e Leclerc e il primo a dare l’esempio sarebbe di sicuro Mattia Binotto. Ma in un panorama come quello che ci circonda è un po’ assurdo pensare che gente come Hamilton e Vettel con contratti da quaranta e più milioni di euro, possa pensare di non dover affrontare un taglio sostanzioso al suo ingaggio.
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