#Formula1: i piani anti #Covid. #Saillant: un positivo in pista non fermerà un Gp

La Formula 1 prepara il ritorno in pista, il suo back on track, cercando di prevedere gli scenari che rischia di dover affrontare. Ne ha parlato con l’Equipe il luminare francese Gerard Saillant, che è la guida medica della Fia, oltre che amico personale e socio di Jean Todt e l’uomo che sta seguento Michael Schumacher. La Formula 1 ha deciso che anche in caso di una positività nel paddock non si fermerà, non si ripeterà quel che è capitato in Australia.

Nell’ intervista a Frédéric Ferret su l’Equipe, Saillant racconta che sulla Formula 1 c’è tanta attenzione anche da parte del CIO, perché il Mondiale di F1 sarà la prima grande manifestazione internazionale di sport a ritornare in pista. Una manifestazione che muove così tanta gente (1500/2000 persone riducendo al minimo la partecipazione) da essere un ottimo punto di riferimento per tutti, anche per chi poi dovrà organizzare Olimpiadi o Europei.

Nell’illustrare i vari protocolli sanitari che la Formula 1 sta disponendo in vista della ripresa a luglio in Austria e poi a Silverstone, Saillant risponde che in caso di nuova positività “per me il Grand Prix non deve essere cancellato. È come dire che chiudiamo la metropolitana perché abbiamo un passeggero positivo. La situazione è cambiata rispetto a marzo in Australia. Abbiamo un dispositivo di test rapido per la conferma della diagnosi, siamo in grado di isolare e testare le persone che sono state in contatto con un caso positivo”.

La F1 conta di fare affidamento su una app che traccerà i contatti avvenuti all’interno del paddock, riservato comunque a un numero ristretto di persone. L’ufficio legale è al lavoro. La registrazione sarà su base volontaria. “Una bolla sanitaria” secondo l’Équipe. Previsti test sulla saliva, oltre al rispetto delle singole norme dei singoli Paesi. Saillant sottolinea che quanto previsto in Austria potrebbe essere diverso da quando accadrà in Germania o in Ungheria. “Se un circuito è in campagna, le cose sono diverse rispetto a uno in città”.

Quanto alle gare in Oriente, Saillant ha meno sicurezze. Si tratta di un’area geografica che è più avanti dell’Europa nel superamento della crisi e “Singapore o Vietnam avrebbero un’organizzazione medica completamente diversa. Già oggi il governo di Singapore potrebbe costringere l’intero paddock a essere isolato per due settimane prima di accedere alla pista”.

“Nei primi tempi sarebe comunque utile restare nella stessa zona, magari passando dall’Austria alla Germania o all’Ungheria, anche per sfruttare la fluidità ai confibni tra questi paesi”.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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