La #F1 su #Netflix bella, ma non bellissima

È in onda su Netflix la Formula 1 come non l’avete mai vista. In #drivetosurvive la stagione 2018 è vissuta dall’interno con un incredibile accesso ai team (non Mercedes e Ferrari). Immagini esclusive, immagini bellissime. Davvero un grande lavoro, ma….

Le immagini sono belle, anche tra quelle di gara ci sono punti di ripresa mai visti in tv. Il montaggio è accattivante veloce con un bel ritmo. L’audio è la parte migliore sentì davvero i motori, senti il rumore degli schianti cosa che in tv non arriva. Sarebbe tutto perfetto se anche Mercedes e Ferrari avessero dato il loro assenso ad essere riprese dall’interno… così la serie manca dei due grandi protagonisti, non c’è traccia dei due piloti che hanno lottato per il titolo. Sarebbe come fate un documentario sulla Liga senza le partite di Barcellona e Real…

Così invece vediamo dall’interno RedBull, Renault, McLaren, Willisms, Force India… bello certo, ma incompleto. Non è male vedere le riunioni in cui Alonso dice al team che la macchina non è migliorata e così non va, assistere alla telefonata tra Steiner e Haas dopo l’Australia, immergersi nel mare francese con Leclerc dopo il suo crash di Spa, vivere Montecarlo con le emozioni della mamma e del papà di Ricciardo….

Il contorno c’è tutto. Manca la polpa… e a dire il vero mi aspettavo più dietro le quinte, più retroscena, più immagini di che cosa succede nei box, in fabbrica, nei motorhome…

“Mercedes e Ferrari volevano lavorare a condizioni differenti rispetto alle altre squadre. Come produttori e Netflix come piattaforma, non ci sentivamo a nostro agio così. Inoltre le condizioni erano buone per i restanti otto team, e questo doveva essere sufficiente per Mercedes e Ferrari. Così facendo, secondo me hanno privato i fan di una grande esperienza ed emozione” ha così affermato al Telegraph, Paul Martin, produttore esecutivo.

Così fin dall’inizio si cerca comunque di far passare un messaggio…

“Non dovrebbero vincere sempre Mercedes o Ferrari. Ogni gara dovrebbe avere una sua storia e ogni squadra la possibilità di vincere”

“C’è troppa differenza di budget tra i top team e gli altri.”.

“Quanta gente lavora alla Haas? 212. Ah gli stessi che in Mercedes possono mandare in ferie nello stesso periodo”.

Pronti via e sembra che Netflix ci voglia convincere che la Formula 1 sarebbe molto più bella se i team avessero tutti lo stesso budget a disposizione, esattamente quello che vorrebbe la FIA….

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

3 commenti

  1. Io ho avuto tanto la sensazione che sia stata fatta una serie di documentari prodotta da americani per spettatori americani, dove devono spiegare le cose. Un po’ come se si facesse un documentario su Indianapolis per chi manco sappia cosa sia una formula Indy. E poi sì, è vero, non perdono occasione rimarcare lo sbilancio di budget tra ricchi e meno ricchi. Però altre cose le ho trovate molto interessanti, come la storia di Claire Williams e il suo rapporto con la famiglia Stroll.

    1. Un’osservazione corretta anche se vista la promozione fatta in Europa credo puntino molto anche su un mercato che ben conosce la F1… comunque non dico che sua fatto male tutt’altro… ma visto che l’ha realizzato chi fece Senna, mi attendevo di più..

  2. Ho visto solo il primo paio di puntate, di certo le vedrò tutte per curiosità, ma anche io credo si dia una visione parziale della F1. Non solo perché mancano i top teams, ma anche perché la narrazione è sbilanciata sui personaggi rispetto alla parte di fabbrica o sviluppo che però è nel DNA della F1. Anzi non si può capire la F1 se non si capisce questo aspetto chiave. Così ovviamente le puntate sono certamente più accattivanti e di facile comprensione per un pubblico ampio, ma la F1 è qualcosa di più di un evento sportivo tra squadre: sono coinvolte aziende, sponsor pubblicitari, partner tecnologici, facoltosi clienti di supercars ecc. Questa falsa morale di uguaglianza dei budget non è né un’idea nuova né originale, francamente se la potevano risparmiare…

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