#Leclerc: “La risalita #Ferrari non sarà veloce, ma io l’aiuterò”

Charles Leclerc si racconta a La Repubblica. Ecco l’intervista rilasciata ad Alessandra Retico…

Charles, il suo arrivo a Maranello può aver influito negativamente sulle prestazioni di Vettel?

«Penso di no, anzi credo che sia stato spinto ancora di più a far vedere quello che è il suo vero valore, anche se lo sappiamo già tutti che è un grandissimo pilota».

Ha dei consigli da dargli?

«Non mi permetterei mai, ha fatto molto più di me in questo sport e merita rispetto».

Ma tra di voi, anche contrasti e scintille in gara.

«Sì, ma la nostra relazione è sempre stata molto buona. Forse all’inizio era un po’ strana per “colpa” mia: ero accanto a un 4 volte campione del mondo, la cosa mi intimidiva, mi metteva ansia. Lui così titolato e io senza aver ancora dimostrato nulla. Ma col tempo abbiamo simpatizzato. C’è sempre stato un grandissimo rispetto anche nei momenti difficili come in Brasile l’anno scorso o in Stiria quest’anno. Ma una volta fuori dalla pista ci siamo sempre chiariti e siamo andati avanti con serenità».

È sereno guardando al futuro?

«Sono estremamente motivato. E contento di trarre il massimo in una situazione difficile come questa. Non sarà una risalita veloce per la Ferrari, ma il mio compito è anche provare a spingere tutti per far sì che questo periodo di difficoltà sia il più corto possibile. Mentalmente sono concentrato come sempre e anche se vorrei battermi per posizioni più alte, so che sto facendo un buon lavoro e che il team è contento di me. Certo, essere felici di un 5° o un 6° posto non è proprio quello che voglio, non lo vorrò mai. Però mi soddisfa progredire per essere il più pronto possibile quando sarà il momento, per me e per la Ferrari».

Quando arriverà il momento?

«In termini di performance, sarà difficile fare un miracolo con la macchina per il 2021. Nel 2022 ci saranno grossi cambiamenti e da lì in poi inizieranno tanti anni con lo stesso concetto di macchine. Dobbiamo cominciare bene quella fase, competitivi, e con slancio».

Cosa può promettere realisticamente ai tifosi?

«Di dare il meglio, di fare spettacolo, questo lo prometto».

E intanto cresce la sua popolarità.

«Per me è sempre stato molto importante rimanere il più vicino alla gente che mi segue sui social, in tv, o in pista. Ora che è più difficile senza pubblico, voglio mantenere questa vicinanza. Il contatto, virtuale o fisico, l’essere accessibile agli altri, per me è fondamentale. Anzi, di me dirò di più».

Come?

«L’anno prossimo arricchirò i miei social, adesso molto tematizzati sulla mia vita professionale, con contenuti di me dietro le quinte, fuori dalla pista, nel mio privato, per far vedere chi sono e cosa faccio tra una gara e l’altra. Voglio raccontarmi di più come persona».

Chi è il Charles Leclerc privato?

«Un ragazzo normale, che gode del tempo che passa il tempo con gli amici e con la famiglia. Anche se da quando sono in Ferrari molto è cambiato: non che prima facessi cose eclatanti, ma adesso devo dare di me anche una buona immagine fuori dalla macchina. Per dire, se mangio a tavola devo stare attento a come lo faccio».

Il suo punto forte e quello debole?

«Forte nell’autoanalisi: sono molto sincero con me stesso e questo mi fa crescere tanto. Il mio punto debole è essere qualche volta troppo duro nel giudicarmi. Prima mi buttava molto giù di testa commettere errori che ancora faccio per inesperienza o troppa voglia, ma demoralizzarsi non serve, il passato non si cambia. Sbagliare mi ha reso più maturo, mentalmente molto forte».

La Ferrari sarà senza un campione del mondo, ha scelto bene con Carlos Sainz?

«Non so perché hanno preso lui piuttosto che un altro, ma Carlos è molto forte e costante. L’anno scorso verso fine stagione mi chiedeva se ci fosse un posto libero sulla Rossa, io rispondevo che non lo sapevo, ma lui aveva già le stelline negli occhi».

Cosa le piace di più e di meno dell’Italia?

«Mi piace la semplicità, oltre che il cibo naturalmente. Un difetto? Le parolacce, ne girano tra i meccanici e anch’io ho preso l’abitudine di dirne parecchie, ne dico più in italiano che in francese».

A Maranello arriverà anche suo fratello Arthur, ora nell’Academy Ferrari?

«È presto, ma se lo merita. Non ha avuto le mie chance, abbiamo iniziato insieme ma poi non avevamo abbastanza soldi per continuare entrambi, mio padre diede la priorità a me che sono più grande, lui si è dovuto fermare e ha ripreso da quando io sono in F1, lo aiutiamo io e mio zio. Ha talento, siamo simili come personalità. Troverà la sua strada».

Mick Schumacher fa il suo esordio con l’Alfa Romeo nelle libere in Germania, quanto conta essere il figlio di Michael?

«Il nome Schumacher è potente in F1 e non solo, ma Mick è qui per il suo talento e non per il suo nome. Sarà dura qui col freddo che fa, per lui e per tutti, sembriamo sciatori. Noi? Qualche aggiornamento di aerodinamica, ma faticheremo con le gomme».

Invidia qualcosa a Lewis Hamilton o Max Verstappen?

«Sono contento di chi sono, non guardo agli altri, in F1 bisogna essere i migliori e io provo a essere la migliore versione di me. Quando avremo la Ferrari davanti spero di poter far vedere quanto vale questa squadra».

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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