Che i freni Brembo fossero opere d’arte lo avevamo intuito quando l’Adi, l’Associazione per il design industriale italiana, aveva assegnato all’azienda che fa frenare il mondo due Compassi d’oro, riconoscimenti che per designer e architetti valgono come Oscar a Hollywood. Per festeggiare i suoi 60 anni e guardare (come sempre) al futuro Brembo ha deciso di mettere in scena una mostra interattiva che verrà ospitata per due settimane al Mudec di Milano: The Art of Braking.
“Il freno è un elemento essenziale nelle nostre vite – ha affermato Matteo Tiraboschi, Presidente Esecutivo di Brembo – Con questo percorso espositivo al Mudec vogliamo estrarlo dalla sua collocazione naturale, quella del veicolo, per mostrarlo a tutti sotto una nuova luce e attraverso i linguaggi dell’arte. Un freno non è solo uno strumento di sicurezza, racconta anche una storia più profonda: l’innovazione tecnologia, le forme del design, la maestria nel padroneggiare la materia. È performance, emozione, bellezza. Siamo certi che chi verrà a scoprire The Art of Braking avrà l’occasione di conoscere un mondo capace di stupire e appassionare”.
Con l’aiuto di Marco Balich e del suo Wonder Studio, ecco che i freni prendono vita. Si muovono, parlano, sembra quasi che respirino. Il percorso espositivo racconta la storia di un’azienda che è un orgoglio italiano e ha nel mondo delle corse il suo parco giochi naturale anche se poi quel parco giochi è in realtà un banco prova per la produzione quotidiana. Brembo fornisce i freni praticamente a tutte le scuderie di Formula 1 (tra fornitura diretta e appoggiata a qualche azienda controllata), a tutte le moto di MotoGp e alle squadre di Formula E. L’albo d’oro aziendale è impressionante e in continua evoluzione e grazie ai titoli mondiali conquistati in tutti i campionati va oltre i due Compassi d’Oro vinti nel 2004 con l’impianto frenante in carbonio ceramico per vetture da strada e nel 2020 con la pinza freno Formula E.
Trasformare un freno, pur bello e premiato per il design in un’opera d’arte non era semplice. Brembo si è affidata al genio creativo di Marco Balich, l’uomo che ha firmato le cerimonie inaugurali di tutti gli ultimi Giochi Olimpici. Ne è venuto così fuori un percorso che può interessare anche chi non è impallinato di corse. Racconta bene un’azienda e il suo spirito sempre alla ricerca della sicurezza e dell’innovazione, sempre proiettato al futuro anche ora che ha appena compiuto i 60 anni.
Ci sono tante installazioni fatte apposta per essere fotografate, instagrammate addirittura e poi c’è il racconto degli sport che accontenta gli appassionati e l’evoluzione dei freni che accontenta gli impallinati.








La mostra del Mudec è divisa in otto sezioni che gli uomini Brembo sintetizzano così:
1) / 2) L’origine e la nascita | Dal 1800 al 1964
All’ingresso della mostra un disco colorato accoglie i visitatori illustrando i principali contenuti delle otto sezioni. Qui inizia il racconto del freno, ripercorrendone la storia dalle sue origini come tecnologia fino ad arrivare al 1964, anno in cui l’incidente di un camion contenente dischi freno provenienti dall’Inghilterra ha dato inizio alla produzione di una piccola azienda italiana destinata a diventare conosciuta in tutto il mondo.
3) La corsa | Anni ’70
La terza sezione è dedicata agli anni Settanta e alla corsa. Nel 1975 Alberto Bombassei incontra Enzo Ferrari. Con il Cavallino inizia l’avventura nel mondo del Racing: una lunga corsa in cui traguardi e successi in tutte le categorie e con tutte le squadre automobilistiche non si sono mai fermati e continuano ancora oggi.
Una speciale installazione offre al pubblico la possibilità di entrare in pista grazie a dei tubi sospesi nella sala: al loro interno, il racconto e una serie di foto storiche e contemporanee trasportano il visitatore al centro di un circuito di Formula 1, MotoGP e Formula E, avvolgendolo nell’esperienza sonora di una corsa automobilistica e motociclistica grazie a un audio di prossimità. È inoltre possibile scoprire cosa distingue la loro progettazione per le competizioni rispetto a quella per le vetture da strada. Questa sezione testimonia come la ricerca in ambito sportivo sia il traino per l’evoluzione di tutti i sistemi frenanti, non solo dal punto di vista della performance, ma anche del design.
4) La Ricerca | Anni ’80
La narrazione prosegue con una sezione dedicata agli anni Ottanta e alla ricerca. La crisi energetica negli anni ’70 comporta un aumento dei costi del carburante che spinge le case automobilistiche ad alleggerire i veicoli. Brembo inizia così la sperimentazione sui materiali che ha portato nel 1980 al successo dell’adozione delle prime pinze in alluminio sull’Alfetta GTV, aprendo un capitolo dedicato alla ricerca di materiali e forme che continua una storia di innovazioni fino ai giorni nostri.
Un’installazione immersiva permette di entrare nelle forme dei dischi freno, con audio e luci laser in eterno movimento che proiettano a terra i disegni dei dischi e allo stesso tempo creano un cono di luce colorata con cui è possibile interagire. Sulle pareti della sala, illuminati da luce radente che ne sottolinea il disegno, sono esposti alcuni dei prodotti Brembo più significativi che coniugano la bellezza della forma con l’innovazione nella funzione. I visitatori possono entrare in contatto con l’evoluzione dei materiali e con la loro storia, approfondendone le relative caratteristiche attraverso dei video e un’installazione interattiva.
5) Lo stile | Anni ’90
Proseguendo lungo il percorso si arriva agli anni ‘90 e al racconto dello stile. Nel 1992 Brembo introduce le prime pinze verniciate rosse su una vettura di altissima gamma di un noto produttore tedesco, e inizia la trasformazione di un prodotto meccanico in una vera e propria icona di stile automobilistico. Un’installazione cinetica di oltre 300 pinze freno colorate che danzano sopra la testa del visitatore grazie al movimento sincronizzato di 120 motori a cui sono sospese, sottolinea le infinite possibilità di personalizzazione di un elemento diventato fondamentale nella creazione del car design.
Accanto a questa installazione un video racconta la partecipazione di Brembo alla celebre serie di videogiochi “Gran Turismo™”, diventando così icona di massime performance anche nell’immaginario contemporaneo del mondo del gaming.
6) Il design | Anni ’00
La sezione successiva affronta gli anni Duemila e il design: nel 2004 l’impianto frenante in carbonio ceramico per vetture da strada di Brembo vince il Compasso d’Oro, il più antico e prestigioso premio di design industriale al mondo. È il primo premio di questa tipologia assegnato a un produttore di componenti: si apre così la strada ad una serie di riconoscimenti nel mondo del design che prosegue fino ad oggi.
Qui il visitatore può osservare più da vicino i materiali e le fasi principali della lavorazione come quelli della pinza monoblocco di Formula 1: si parte da un singolo blocco di alluminio che dopo 10-12 settimane viene sbozzato, scavato internamente da sofisticati macchinari e rifinito artigianalmente a mano come una vera e propria scultura.
7) Il mondo | Anni ’10
Nel 2015 viene inaugurato lo stabilimento di Escobedo, Nuevo León, alle porte di Monterrey in Messico. In questo decennio si concretizza un percorso di internazionalizzazione di Brembo iniziato negli anni ’80 e che ha attraversato Paesi e culture in tutto il mondo, fino all’apertura di nuovi impianti produttivi in Nord e Sud America, Cina e India. Questa sezione racconta il percorso di una realtà industriale italiana che ha portato innovazione, performance, comfort e stile in tutto il pianeta, facendo davvero del mondo la propria casa.
8) Il futuro | Anni ‘20 e oltre…
L’ultima sezione è dedicata al futuro e agli anni ’20, che si aprono con un nuovo Compasso d’Oro vinto dalla pinza posteriore per le monoposto di Formula E.
Mobilità elettrica e sostenibilità sono le sfide del futuro per i sistemi frenanti e per il mondo intero. Il visitatore è invitato a riflettere su queste tematiche attraverso un sistema solare di pianeti in cui la terra è rappresentata dal “Greentive”, un disco ideato da Brembo dalle spiccate caratteristiche di sostenibilità. Grazie ad una “Infinity room”, il pubblico può immergersi in uno spazio senza confini, generato dalla superficie specchiante del “Greentive”, in cui si rispecchia un futuro più sostenibile: un ambiente inaspettato, con nuvole che si moltiplicano fino all’orizzonte dando l’impressione di volare nel cielo.
Nella stanza adiacente un’installazione immersiva porta il visitatore a scoprire il freno del futuro e a esplorare come cambierà l’esperienza frenante con l’introduzione dell’intelligenza artificiale, della digitalizzazione e dei dati nei nuovi paradigmi della mobilità. Azionando un pedale del freno al centro della stanza sul pavimento si attiva un’esperienza video immersiva che porta il pubblico a bordo di una macchina avveniristica in cui è installato il sistema frenante intelligente “Sensify” ideato da Brembo, con l’obiettivo di raccontare l’evoluzione dei freni del futuro. All’uscita della mostra, una serie di cerchi sospesi crea un fondale Photo call di trasparenze in cui è possibile entrare e immortalarsi all’interno dei colori di “The Art of Braking”.