I quotidiani italiani cominciano a temere che il Mondiale Ferrari sia finito qui. Che i problemi di affidabilità possano compromettere il sogno di Leclerc. Ecco un po’ di rassegna stampa post disastro di Baku









Fabio Tavelli, il Foglio: “Per la prima volta nella stagione nessuna vettura montante motori Ferrari ha conquistato punti. Sono arrivati al traguardo solo Bottas e Mick Schumacher. Ma quando ormai l’orchestra stava già intonando le note dell’inno olandese per Max Verstappen. Alla terza gara del Mondiale dopo la vittoria in Australia Charles Leclerc aveva 46 punti di vantaggio su Verstappen, autore di due “zero” in tre gare. Dopo otto sfide Max Verstappen ha 34 punti di vantaggio su Leclerc, forte di quattro vittorie in cinque episodi. Significa che in cinque gare lo spread tra i due si è ribaltato e che l’olandese ha inflitto 80 punti al suo rivale, che oggi è stato scavalcato anche da Perez in classifica generale. I punti, lo ha sempre ricordato il Fondatore Enzo Ferrari, si fanno alla domenica e non al sabato”.
Luigi Perna, la Gazzetta dello sport: “Di mezzo c’è sempre l’affidabilità carente. E questo pone sotto accusa le scelte del team principal Mattia Binotto e dei vertici tecnici della scuderia di Maranello. Il capo della squadra non ha nascosto i motivi delle difficoltà attuali, ammettendo che la ricerca delle prestazioni è stata anteposta a tutto il resto, con la consapevolezza che i guasti sarebbero potuti arrivare. La partenza sprint del 2022 ha alimentato le speranze e messo al riparo Binotto dai detrattori (compresi quelli interni alla Ferrari), ma la realtà sta lentamente venendo a galla. Vincere il Mondiale delle pole serve a poco”
Giorgio Ursicino, il Messaggero: “La mazzata che non t’aspetti. O almeno speravi che non sarebbe arrivata mai. Per trovare una domenica così amara bisogna tornare indietro di più di un decennio. Era l’inizio del 2009 in Australia. A Maranello c’erano Kimi Raikkonen e Felipe Massa che, da poco, avevano conquistato il Mondiale: dall’autunno di Melbourne, entrambi dovettero tornare a casa con le Rosse fumanti. Da allora, non era più accaduto che le due Ferrari finissero fritte nella stessa giornata. Anzi, il progresso della tecnologia, i capitolati dei controlli qualità e la metodologia quasi perfetta portata dall’Era ibrida, facevano pensare che certe scene avrebbero fatto parte solo dei ricordi. I sogni mondiali si sbiadiscono”.
Daniele Sparisci, Corriere della sera: “La caduta dopo aver toccato il cielo con la pole. Sta diventando un classico per la Ferrari, ma stavolta è stata una picchiata. Il rischio di nuove rotture spingerà all’impiego di mappature prudenti, proprio quando bisognerebbe avere il massimo della prestazione per rimontare la Red Bull. Anche il team inglese ha contato tre zeri nelle prime tappe (Bahrein e Australia), derivanti da problemi legati ai flussi di benzina, ma Verstappen e Perez hanno completato i primi 7 Gp dell’anno con la stessa unità motrice e solo a Baku sono passati alla seconda. Per ricostruire la supremazia di cavalli dopo la purga federale del 2020 e il limbo del 2021, la Ferrari ha osato il tempo per capire è sempre meno”.
Leo Turrini, Resto del Carlino: “Salvate il soldato Leclerc. Che è a pezzi. Processo alla Ferrari? Sicuro, è inevitabile, per quanto vagamente ingeneroso nei confronti di una squadra che poco più di un mese fa sembrava in grado di battere tutti. Sul banco degli imputati finisce fatalmente Mattia Binotto. È lui il grande capo e le sue competenze sono di estrazione motoristica. Da fuori è difficile capire cosa abbia messo in crisi la Ferrari. C’era già stata la rottura del turbo sulla macchina di Carletto un mese fa in Spagna. Ora è arrivata la nuova, duplice mazzata. Forse a Maranello hanno esasperato le specifiche tecniche quando hanno compreso che la Red Bull era più veloce sistematicamente sul dritto? La coperta è troppa corta? C’è un difetto nella catena del controllo qualità?”.
Stefano Mancini, La Stampa: “La diagnosi esatta sarà pronta domani a Maranello, però la fumata lascia pochi dubbi. Due ritiri e tre componenti diverse della power unit che si rompono all’improvviso. Domenica prossima a Montreal, Leclerc monterà il terzo motore, mentre già sono tre i turbo usati nei primi otto Gp. Dalla quarta unità scattano le penalizzazioni, quando mancano ancora dodici gare alla fine del campionato. I protagonisti assicurano che non c’erano state avvisaglie né rotture precedenti durante le lunghe giornate di test invernali. Il caso di Sainz è diverso: sulla sua SF-75 si è rotto l’impianto idraulico. Non c’entra con la power unit, ma piuttosto con il controllo qualità o con altre fasi del processo produttivo. L’affidabilità è storicamente uno dei punti di forza della Ferrari: adesso rischia di diventare il punto debole. Leclerc si sta giocando il Mondiale”.
Alessandra Retico, Repubblica: “La Ferrari si sta scoprendo fragile. La power unit rossa ha fatto un salto di prestazioni enorme rispetto allo scorso anno, si parla di circa 25 cavalli recuperati, ma adesso lo sforzo presenta il conto”.
Giorgio Terruzzi, Corriere della sera: “Chi tifa Ferrari fa una fatica bestia a rintracciare una scheggia di ottimismo dopo la mazzata di Baku. Figuriamoci chi alla Ferrari lavora. Sono dati che consegnano remote ipotesi di recupero, ammesso che F1-75 si metta a fare giudizio, sperando che gli scherzi del destino prendano di mira anche il formidabile olandese, restituendo punti pesanti qua e là. Lo sforzo compiuto per migliorare il galoppo del Cavallino comporta forse un prezzo più elevato del previsto. È che un po’ tutti qui ci eravamo affezionati all’idea di una rivalsa e la morte di un sogno è più dolorosa della morte di un motore. Dunque, tocca pretendere una reazione dalla Ferrari. Fare quadrato, provarci, ripristinare a ogni costo l’ipotesi di una bella estate”.
Mauro Coppini, Corriere dello sport-stadio: “Charles Leclerc e Carlos Sainz nel dopo gara hanno rilasciato dichiarazioni divergenti: pessimista il francese, comprensivo lo spagnolo. Segno che il patrimonio accumulato dal primo con le pole position a ripetizione si sta sfaldando a favore del secondo, più tollerante e fiducioso rispetto alle politiche di Maranello”.
Ottavio Daviddi, Tuttosport: “Da rossa fuoco a rossa shocking”
Vorrei che questi pseudo giornalisti rileggessero ciò che scrissero dopo il PRIMO GP vinto; già si parlava di “mondiale alla Ferrari”. Ma quanti incompetenti e solo tifosi ci sono? Come si fà, in un campioneto che prevede 22 GP, dichiarare che dopo il primo è già tutto deciso? Sulla base delle belle prestazoni di Barcellona, e sulla base della prima vittoria già si pensava fosse solo questione di tempo: basta solo correre e aspettare che passino altri ventuno GP ma nulla poteva scardinare questa certezza.
Ricordo che allora scrissi “e allora che senso ha correre gli altri ventuno GP? diamo il titolo alla ferrari e arrivederci al 2023!”
Era evidente che la RB non sarebbe stata a guardare e nemmeno la Mercedes lo fà; prima o poi azzecca la soluzione e allora sarà da ridere perchè, anche se non in competizione per il mondiale, potra rompere pareccho le uova nel paniere.
Sarà divertente ascoltare cosa si inventerà Mr. Bean8 per giustificare la sua inadeguatezza al ruolo che gli hanno affidato.
Ha già dichiarato che per il Canada non ci sono problemi: cambieranno il motore. Attenzione però che c’è un limite al numero di motori utilizzati, poi scattano le penalizzazioni e, per chi segue, dover recuperare partendo da più indietro, non è il massimo.
Senza nemmeno tirare in ballo il budget cup, perchè allora la situazione si complica ulteriormente: i motori non costano poco.
Fedeli al motto Ferrari: “anche per quest’anno, vinciamo il prossimo!” Come la rubentus in Champions!
Vedo che almeno due giornalisti (Perna e Turrini) cominciano ad avere qualche dubbio sulle competenze di mr. bean8; forse non sono l’unico ad aver capito che non sia il genio che marchionne triteneva, ma lui ha il cuore ferrari, peccato la testa non la sia.
C’a anche chi ha già calcolato che cinque GP sono bastati alla RB per recuperare lo svantaggio accumulato e doppiarlo, quasi, in vantaggio. Allucininante. Nessuno invece si sofferma sul fatto che una povera Mercedes sia in ritardo di poco più di trenta punti nel campionato marche dalla ferrari ben più performante, ma i conti li faremo alla fine.
Io non cambierei questa Ferrari con questa Mercedes che assomiglia allaFerrari dello scorso anno. Arrivava sempre ma non lottava mai per vincere