Rassegna stampa: ecco come l’Italia celebra la prima volta dell’Aprilia

L’Italia che vince sulle due ruote in MotoGp non è più soltanto la Ducati. La storia in Argentina l’ha fatta anche l’Aprilia che, sette anni dopo il debutto, ha vinto la sua prima gara. Ecco come la stampa italiana celebra il successo di una casa che tra il 1992 e il 2011 ha conquistato 19 Mondiali tra 125 e 250

Paolo Ianieri sulla Gazzetta scrive: Come è bella questa notte argentina, questo tango struggente e appassionato, suonato di prepotenza da un’orchestra italiana con i testi di due tenori spagnoli. Com’è bella questa notte argentina, questa sfida lunga 25 giri tra un’Aprilia e una Ducati, tra Aleix Espargaro e Jorge Martin, il catalano che fino a ieri non aveva mai vinto un gran premio contro il madrileno che sin dalla prima apparizione in MotoGP ha attirato i riflettori su di sé. Com’è bella questa notte argentina, mentre a 11.223 chilometri di distanza, Noale, paese disperso nella pianura tra Venezia e Treviso allo sventolare della bandiera a scacchi esplode di gioia e incredulità”.

Giorgio Burreddu sul Corriere dello sport-stadio dice che “l’Aprilia dei sogni e delle fiabe, dei racconti fantastici e delle leggende, non solo esiste ma sa anche vincere. Quanta bellezza c’è dentro questo successo, e quanta dedizione. Due costruttori italiani nelle prime due posizioni di una categoria così non si vedevano dal 1970. Mica dettagli, semmai il segno che la tecnologia nostrana non fa solo progetti, realizza sogni”. 

Burreddu dice che Espargarò, con l’Aprilia, non ha solo firmato un contratto di lavoro, ma ha scelto un legame di pensiero, credendo sempre in quello che faceva. Quasi un’ideologia, che Aleix ha scelto per sé. Espargarò sta scoprendo un’altra dimensione. Se nei minuti prima della partenza l’avevamo visto adagiato sul casco, con le cuffiette rosa nelle orecchie, concentrato, all’arrivo Aleix si è lasciato andare a un pianto liberatorio, mentre telefonava a casa, alla moglie Laura, alla famiglia, con il fratello Pol che correva ad abbracciarlo. Ma sarebbe sciocco pensare che questo sia solo il coronamento di una carriera. No, per l’Aprilia è l’inizio di qualcosa”. 

Matteo Aglio su la Stampa: ha scritto: Cenerentola che sposa il principe, il brutto anatroccolo che si trasforma in un cigno, l’Aprilia che vince in MotoGp: sembrano tutte delle favole, ma una è la realtà.  Che cosa succederà adesso nessuno lo sa”. 

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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