Rassegna stampa: fiducia in questa Ferrari

Rassegna stampa tra missili, paura per Mick, stupore per Hamilton e Perez e tanta fiducia nella Ferrari beffata per la pole ma con gradi chance di rifarsi in gara.

Benvenuti a questo circuito di gladiatori, fuori dal tempo. In un cocktail di emozioni che spaventa e solleva domande serie su questo appuntamento in Arabia Saudita. Sono le parole e i toni usati da Erik Bielderman nel suo pezzo per L’Équipe, alla vigilia del secondo GP della stagione. Un posto fatto di curve pazze, considerato da Carlos Sainz il più pericoloso di tutto il Mondiale. Dove all’ultimo turno di qualifica si sono presentate sette scuderie diverse, in quello che il quotidiano francese chiama un livellamento generato dalla follia, un tracciato nel quale il cervello è scollegato. Dove a 247 km orari Mick Schumacher è andato a sbattere distruggendo la macchina e lasciando tutti a lungo senza notizie, nel gelo che in F1 accompagna situazioni di questo tipo. Cinquantasette minuti di interruzione – racconta L’Équipe  – per evacuare l’auto del tedesco e assorbire i residui di olio e di carburante sull’asfalto. Ma soprattutto una lunga sequenza di ansia, perché le tv non mostravano le immagini del pilota. Nessuna notizia, brutte notizie, dicono in F1 invertendo l’adagio che vale nella vita reale. Invece Mick è sempre rimasto cosciente. Resta sotto osservazione in ospedale, mentre la maggior parte dei piloti da venerdì, dice Bielderman, ha un solo desiderio: arrivare a domenica sera, fare le valigie e tornare a casa. 

Esagerato. La Formula 1 ha già corso qui un anno fa, se i piloti non avessero voluto tornarci, avrebbero potuto alzare la voce.

La rassegna italiana…

Stefano Mancini, la Stampa: “La Ferrari arriva a un soffio dalla perfezione L’ambizione e la consapevolezza nei propri mezzi fa parte del progetto di crescita e la gara non è compromessa, anzi. La sfida in pista continua a essere a due, Ferrari contro Red Bull. Leclerc era sicuro di aver fatto un giro da pole. Più complessa la situazione di Sainz, che continua a ottenere ottimi risultati anche litigando con la sua F1-75. Ieri ha scoperto che andava più veloce con le gomme usate (o che andava più lento con quelle nuove, se osserviamo il fenomeno dalla prospettiva opposta). Morale: miglior tempo nel primo giro lanciato, terzo tempo in quello decisivo con pneumatici freschi”.

Alessandra Retico, la Repubblica: “Anche i dettagli più piccoli decidono le sorti su una pista tutta ritmo per 27 curve (si frena solo 7 volte) e muri vicini, la più veloce tra le cittadine e, ormai è chiaro, anche la più pericolosa. Al monegasco non basta la spinta dei suoi giri migliori in tutte le sessioni di libere, primato che alla Ferrari mancava da Monza 2019. Né quella sorta di magia che ha ed è consapevole di avere dentro di sé e sulla macchina che solo una settimana fa ha sbancato in Bahrain con la sua pole, giro veloce e successo. Stavolta deve rendere onore a Checo”

Andrea Cremonesi, la Gazzetta dello sport: “Venticinque millesimi è come un battito di ciglia ma in Formula 1 è tempo sufficiente a ribaltare i rapporti di forza. Come è stato possibile per la Ferrari perdere una pole che pareva in tasca? Con un distacco così minimo contano i dettagli. Leclerc ad esempio ha ammesso che, dopo aver preso rischi nei primi due settori, si è un po’ risparmiato nel terzo, forse memore della sgradevole esperienza dell’anno scorso a Monaco, e come Sainz si è trovato stranamente più a suo agio con le gomme usate rispetto a quelle nuove”.

Fulvio Solms, Corriere dello sport-stadio: “O siamo nel metaverso, o in un videogioco, oppure semplicemente ci muoviamo nel Mondiale del 2022, a tutt’oggi una casa degli specchi. Poi, naturalmente, su tutto pesa il circuito saudita, un concetto folle di velocità che pur con tutte le modifiche apportate di recente e tese alla sicurezza, rimane simpatico come un giro di roulette russa”.

Giorgio Terruzzi, Corriere della sera: “Lewis Hamilton descrive un’impotenza misteriosa, parla di una Mercedes all’improvviso incapace di avanzare, ben diversa da quella del giovane compagno Russell, più veloce in qualifica, sesto sulla griglia. Che questa nuova macchina non sia matura è un dato di realtà. Che gli azzardi tecnologici siano eccessivi lo smentisce parzialmente il suo compagno di squadra, per non parlare del terzo posto ottenuto in Bahrein. Che il motore Mercedes abbia perso per strada qualche cavallo è un pensiero ricorrente. Ma siamo lontani da una spiegazione nelle difficoltà del vivere e del correre Hamilton ha scovato sempre un insegnamento e una reazione. Ma nel suo sguardo c’era ieri un disorientamento da umiliazione, l’imbarazzo a trattare un flop clamoroso nel destino di un campione che punta al titolo ottavo prima di uscire di scena. Eppure, ancora una volta, una monoposto infelice riesce a trasformare un fenomeno in un pilota come tanti”

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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