Euforia Ferrari aspettando con il fiato sospeso il Gran premio di Francia con Leclerc all’inseguimento di quella che sarebbe la terza vittoria di fila della Scuderia.









Stefano Mancini su La Stampa parla di nuova ricetta della Ferrari: la pole di squadra. “Prendi un Sainz in stato di grazia ma penalizzato – scrive – e un Leclerc quasi perfetto, mettili in pista con istruzioni chiare e lascia che diano il meglio di sé. Il piano era preparato a tavolino. Sainz ne è stato subito entusiasta, perché gli assegnava un ruolo importante in una giornata per lui inutile. Il pilota spagnolo doveva fare la scia in rettilineo alla Ferrari del compagno per aumentarne la velocità di punta e scomparire subito dopo senza essere d’intralcio. La manovra è riuscita benino al primo tentativo ed è stata chirurgica al secondo passaggio. Da quando la Formula 1 è tornata in Francia nel 2018, i vincitori sono sempre partiti dalla pole position. Di più: la Ferrari è l’unico dei top team ad aver abbassato i tempi sul giro a Le Castellet rispetto allo scorso anno. Un’altra curiosità: l’ultima vittoria di una Rossa al Paul Ricard appartiene ad Alain Prost, che superò Ivan Capelli nel finale del Gp del 1990”.
Daniele Sparisci sul Corriere della sera racconta che la Red Bull avrebbe potuto usare la stessa strategia della Ferrari, “mettendo Perez al servizio di Verstappen, ma non l’ha fatto. Perché? Risposta dell’olandese: «Eravamo liberi di giocarci la migliore posizione». In realtà pare che il messicano non sia stato così disponibile, a conferma che nemmeno il team dalle gerarchie più rigide è in grado di controllare tutto. Il rovescio della medaglia è che oggi i blu attaccheranno in superiorità numerica e Leclerc dovrà difendersi in solitaria”.
Paolo Filisetti sulla Gazzetta dello sport sostiene che la pole position di Charles Leclerc non è stata frutto solo del gioco di squadra perché “è stato altrettanto lampante – scrive – che la prestazione pura della monoposto fosse migliore di quella della Red Bull. Il tallone di Achille della monoposto di Verstappen e Perez è stata la difficoltà di centrare le finestre di utilizzo degli pneumatici. Evidente, infatti, la scarsa aderenza soprattutto a livello dell’asse posteriore, con evidenti pattinamenti e scivolamenti laterali, nei tratti misti del circuito. La difficoltà palesata dalla RB18 costituisce una sorpresa, su un tracciato in teoria favorevole alle caratteristiche base della macchina, ma nello stesso tempo è una conferma di quanto visto in Austria, specie per la gestione delle gomme”.
Alessandra Retico su Repubblica lo giudica uno scacco matto ma poi avverte e considera che “intanto la politica lavora: dal Belgio e con prospettiva di inasprimento nel 2023, le nuove regole Fia contro il saltellamento di cui soffrono soprattutto le Frecce, 6 squadre contrarie tra cui Ferrari e Red Bull che non lo reputano un tema di sicurezza ma il tentativo di aiutare la squadra più penalizzata. Peraltro in federazione è entrata un’ex Mercedes, Shaila-Ann Rao, che però respinge come «voci» i sospetti di favoritismi. Per il futuro niente è deciso, il presente è una Ferrari che ha riaperto i campionati”.
Qui tiriamo una riga, dice Fulvio Solms sul Corriere dello sport-stadio. “Oggi si ricomincia da zero e il ritmo-gara resta un’incognita per tutti. Gomme medie e dure, sicuro, ma una o due soste? Leclerc ha due strade per vincere: 1) scappare subito via, che ovviamente è la più semplice e rassicurante; 2) approfittare del miglior consumo gomme per superare la Red Bull, come gli abbiamo visto fare per tre-volte-tre, di forza, su Verstappen in Austria”.
Da segnalare sul Corriere di oggi anche il pezzo di Bianca Carretto su Sergio Marchionne e i suoi pensieri (Il Corriere, Marchionne, Stellantis e Montezemolo)