Rassegna stampa: Hamilton cambia idea sull’Halo e altre “chicanerie”

Rassegna stampa del Gran premio d’Italia che ha festeggiato la resurrezione McLaren e premiato l’Halo che ha salvato la vita a Hamilton. Pensieri e parole da Monza grazie anche all’apporto di www.loslalom.it

E pensare che Hamilton un giorno disse: «Qui ci sarà l’ultima gara in cui le monoposto saranno belle, dal 2018 avremo un crollo verticale con macchine che sembrano infradito. Magari si può lanciare una nuova marca di flip- plop e avere successo. Però certo, la sicurezza aumenta».

L’infradito a Monza gli ha salvato la vita, se non è un infradito è di certo una aureola, come la chiama Stefano Mancini su la Stampa, “il cerchio luminoso degli angeli, una protezione che ci ha permesso di assistere a un grande spettacolo invece che a una tragedia”. 

Lewis Hamilton ha cambiato idea, naturalmente e su Instagram ha ringraziato chi veglia su di lui:
E’ in giorni come oggi che mi viene in mente quanto sono fortunato. Ci vuole un millisecondo per passare da una corsa a una situazione molto spaventosa. Oggi qualcuno deve aver guardato in basso, vegliando su di me! Mi fa un po’ male il collo mentre l’adrenalina svanisce – è stato un po’ una botta in testa, quindi naturalmente ho un gran mal di testa ma sto bene! L’halo ha impedito all’incidente di essere molto peggio e sono incredibilmente grato a tutti coloro che lavorano per rendere le nostre auto e le corse più sicure.

Alessandra Retico su Repubblica descrive l’halo come “un anello in titanio, 7 kg che diventano 10 con gli attacchi, nel punto più alto resiste a impatti spaventosi di due forze applicate contemporaneamente: una verticale di 12 tonnellate e un’altra frontale di 5. Al centro dei bracci laterali, non si piega fino a una spinta di 10 tonnellate verso l’interno e 9 frontali. Per dire: respinge il peso di 10/12 auto addosso insieme. Decisivo nello spaventoso incidente con rogo di Grosjean in Bahrain l’anno scorso. Prezioso anche nel salvataggio di Leclerc quando era in Alfa Romeo, nel 2018 a Spa, quando sul monegasco piombò la McLaren di Alonso”. 

Al giro 26, lo avrete visto, ha protetto Hamilton dalla macchina di Verstappen in volo. 

Giorgio Terruzzi sul Corriere della sera scrive che “le discussioni sulle responsabilità della collisione Hamilton-Verstappen continueranno all’infinito. Anche se, oltre la dinamica e le decisioni dei giudici di gara, pesa ancora una volta l’atteggiamento mentale del ragazzo Red Bull, disposto a tutto, anzi a troppo, pur di vincere il Mondiale e di dare, nel contempo, una svolta generazionale alla F1. Sembra che Max non tenga conto di essere lui e non Hamilton il netto favorito di questo campionato. Ogni volta che l’altro espone un muscolo, si fa coinvolgere nel corpo a corpo, come se si trattasse di risolvere all’istante il tema gerarchico. Senza considerare che Lewis ha maggiore esperienza e meno da perdere poiché ha compreso che la Mercedes corre e correrà in svantaggio rispetto alla Red Bull su una quantità di piste. L’interesse di Hamilton è evidente: tenere viva la sfida il più a lungo possibile sfruttando le falle nel sistema mentale del rivale. A costo di azzardare mosse estreme che trovano regolarmente pronto Verstappen alla scazzottata”. 

Ora, benedetti ragazzi, qui siamo padri e ve lo abbiamo già detto altre volte, dovete darvi una calmata, perché peraltro come dice Terruzzi le ricette per crescere e diventare un vero campione sono diverse. E contengono sempre un grano di salutare, miracolosa serenità”.

Ottavio Daviddi su Tuttosport definisce il confronto in formato Senna-Prost e lo stesso paragone fa Umberto Zapelloni sul Giornale scrivendo che il ring è troppo piccolo per ospitarli tutti e due senza che finisca a botte. Senza Halo non saremmo qui a cercare solo un colpevole. Le immagini dell’incidente sono il miglior spot per la sicurezza della Formula 1 di oggi, ma anche l’immagine di copertina di un mondiale che molto probabilmente vedrà altre puntate di questo duello che comincia ad assomigliare sempre più ad un match di boxe, quella vera, dei grandi pesi massimi”. Stéphane Barbé su l’Équipe si sta comunque appassionando al duello e chiama questi episodi: chicanerie – giocando con la parola sciccherie così cara alla meravigliosa Madame (Ehi, adesso non fate i cinquantenni: Madame è meravigliosa). 

Povero Ricciardo. Ha vinto e stamattina non ce lo filiamo. Fulvio Solms sul Corriere dello sport-stadio ricorda che la McLaren è tornata al successo dopo 9 anni. L’ultima vittoria risaliva al GP Brasile 2012 con Jenson Button. Il sorpasso da sopra non s’era visto ancora, nel ventaglio di malizie dell’asfissiante marcatura Hamilton-Verstappen. Così allo straordinario duello si aggiunge una terza dimensione, visto che a Monza Red Bull ha superato Mercedes non da destra né da sinistra, ma da sopra.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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