Rassegna Stampa: il saluto a Vettel e la lettera dei Ferrari Club

Gli ultimi 305 chilometri di Sebastian Vettel sulla Ferrari… i Ferrari club Lombardi gli scrivono una lettera affettuosa, la stampa italiana via (http://www.loslalom.it) lo racconta così….

Stefano Mancini su la Stampa trova che Vettel “sospira come alla fine di una penitenza, libero da domani di rifarsi una vita all’Aston Martin. È stato comunque amore, con la Ferrari. Un matrimonio finito male, senza il titolo più atteso, come prima di lui era accaduto ad Alain Prost e Fernando Alonso, re privi di corona a Maranello”.

Io sul Giornale ho scritto di “finale triste ma non solitario, come tristissimo è invece il filotto delle tredici mancate qualificazioni al Q3 di fila. La sua avventura a Maranello non è andata come sognava quando è arrivato per sostituire Fernando Alonso. Ha lasciato il segno con 14 vittorie, terzo di sempre nella storia della Scuderia dopo Schumacher e Lauda, ma da quando se ne è andato Marchionne non è più stato lui e il Mondiale non è arrivato. Un epilogo triste, immeritato perché Seb ha amato e ama la Ferrari, basta vedere il casco celebrativo che indossa con tutti quei grazie ai ragazzi, alla Ferrari, all’Italia, a Maranello, ai tifosi. È bello anche il casco di Charles con dedica proprio a Seb «Danke Seb». Se andavano così d’accordo c’è da chiedersi perché la coppia sia stata fatta saltare con tanto anticipo”.

Leo Turrini sul Resto del Carlino si sofferma proprio sulla relazione tra Vettel e la Ferrari, sulla fase iniziale e quella che invece incrocia la morte di Marchionne.

Ha scritto: “A spingere il tedesco verso Maranello, era una suggestione chiamata Schumacher. Da bambino, Seb dormiva con il poster di Michael sulla Rossa in camera. Quando veniva promosso a scuola, per premio si faceva portare a Fiorano e si appiccicava alle reti del circuito, per ammirare l’idolo da vicino. Ma i sentimenti, da soli, non bastano. Ad una buona partenza (tre vittorie nel 2015) si è presto sommata la consapevolezza di dover lottare contro un nemico praticamente invulnerabile. La Mercedes. Non ci voleva lo show del semisconosciuto Russell in Bahrain per capire: senza nulla togliere al mito di Hamilton, è stata la schiacciante supremazia tecnologica di Stoccarda ad incrinare inesorabilmente la fiducia di Vettel nella Ferrari. Qui entra in ballo la nemesi: penso che Seb abbia compreso come si sentiva Alonso quando lui dominava a bordo di una imprendibile Red Bull. La F1 dà e toglie, ecco”.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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