Leclerc gode sempre di buona stampa. Anche quando sbaglia lui, si prende tutte le colpe, viene perdonato. Ha rischiato troppo, ma ha fatto bene. È sempre colpa della Ferrari che non gli dà una macchina come la Red Bull.
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Cosa potevano sperare di più gli organizzatori per la griglia della loro seconda edizione, “quella che è sempre la più complicata da organizzare”? Così si domanda stamattina Frédéric Ferret su L’Équipe dinanzi all’esito delle qualifiche. Tre piloti ispanici ai primi tre posti, “a scaldare la folla: non c’era nulla di meglio da immaginare per scaldare gli spalti nei parcheggi dell’Hard Rock Stadium, un risultato che nessuno si aspettava, ma che non garantisce di vedere sul podio stasera i tre rappresentanti della lingua di Cervantes. Il campione del mondo Verstappen e le sue poche parole in olandese potrebbero tornare davanti”.
L’Équipe prevede che Max corra “come un matto”. A Gedda era partito 15esimo per chiudere a soli cinque secondi da Pérez. Per arrivare davanti, stasera dovrà passare la trappola di Russell, con cui ha litigato in Azerbaigian, e in fondo anche Charles Leclerc, “tutt’altro che tenero quando si tratta di lasciarsi superare”, dice il giornale francese.
Ma Leclerc dovrà resistere alla rimontona di Verstappen di cui s’avverte il profumo nell’aere, secondo Daniele Sparisci sul Corriere della sera: “Il problema dietro di lui non sono né Magnussen né Gasly — anche loro premiati dallo stop —, quanto Verstappen che ha fatto vedere un passo spaventoso. Non ci metterà molto a risalire nelle zone alte, ma scattare nella mischia è rischioso. Potrebbe essere l’occasione per smentire una tendenza di cui si discute parecchio, il calo dei sorpassi. Due possibili cause: l’accorciamento delle zone in cui usare l’ala mobile e gli assetti più alti dovuti a cambi regolamentari rispetto al 2022. Leclerc dovrà sudare, sapendo che non può sbagliare ancora”.
Venerdì la sua Ferrari era finita contro il muro negli ultimi minuti della seconda sessione di prove. Ieri, a meno di due minuti dalla fine, ha perso di nuovo il controllo della macchina alla stessa curva, la 7, quella di cui si era tanto parlato lo scorso anno, lungo la finta baia del circuito. Bandiera rossa e fine della storia.
“Carlos Sainz – scrive L’Équipe – conferma il ritorno della Ferrari alla ribalta. Non si sa ancora se il fondo portato da Maranello consentirà alla SF-23 di degradare meno le gomme, ma il madrileno ha dimostrato che la Rossa è già tornata veloce sul giro secco”.
Alessandra Retico su Repubblica parla di qualifiche molto Hollywood, di colpi di scena e paillettes. Stefano Mancini su la Stampa spiega: “Qualificarsi bene rappresenta un vantaggio maggiore rispetto a una settimana fa in Azerbaigian. Dipende dal nuovo asfalto. Sentite le critiche dell’anno scorso, gli organizzatori hanno deciso di rifarlo. La situazione, secondo i piloti, sarebbe migliorata, ma resta un difetto: in mancanza di gare di supporto come la F2 e la F3, che fanno da «spazzine», la pista presenta una traiettoria ideale con una buona aderenza. Ma al di fuori di questa linea viene a mancare il grip”.