Verstappen senza avversari, Ferrari senza scuse a Miami

Se Verstappen non ha avversari, la Ferrari non ha scuse. Max risale dal nono al primo posto con una gara perfetta, la Ferrari esce presto di scena e non riesce a restare aggrappata al podio dove, per la quarta volta in cinque gare, sale Fernando Alonso. Sainz ha chiuso quinto a 42″511 dal vincitore che partiva dietro di lui. Leclerc è finito ancora più indietro, settimo, a oltre 52″. Quella di Baku era stata un’illusione. La Ferrari è tornata ad essere la quarta forza del campionato. Dietro a Red Bull, Aston Martin e Mercedes che a Imola presenterà un’auto nuova.

Vincere così è ancora più bello. Forse Verstappen dovrebbe cominciare a pensarci su. Chiudere davanti a tutti quando parti nono è decisamente più divertente che vincere partendo in pole, anche e per lui non è una novità, l’anno scorso in Belgio aveva stravinto partendo dal quattordicesimo posto.

Mettere in scena un “triello” magistrale, sorpassando in un colpo Magnussen e Leclerc regala anche l’immagine di copertina del gran premio di Miami. Max ha montato gomme bianche e le ha tenute per 45 giri, risalendo fino al primo posto, perso per il cambio gomme e immediatamente recuperato al 48° passaggio, quando ha passato Perez, chiudendo il  discorso per la gara e probabilmente anche il Mondiale.

“Con una gara normale, senza safety car, Max non mi riprende” aveva detto Perez sabato sera. Non solo lo ha preso, lo ha pure ridicolizzato chiudendo anche con il giro più veloce poco prima della bandiera a scacchi. Max ha dato l’impressione di viaggiare su un altro pianeta. Eppure aveva la stessa macchina di Perez. Dopo cinque gare la Formula 1 ha ritrovato il suo re che poi è sempre lo stesso per il terzo anno di fila.

Sul podio con la coppia Red Bull sale ancora Fernando Alonso autore di una gara impeccabile, soprattutto se la paragoniamo a Stroll che guidava la stessa macchina e ha chiuso dodicesimo. Dietro a lui Russell più veloce di Hamilton per tutta la gara anche se Lewis risalendo dal tredicesimo al sesto posto (con sorpasso finale su Leclerc) si è certamente divertito di più.

La morale di Miami è che la Ferrari è tornata al prima di Baku: quarta forza del mondiale. Dietro a Red Bull, Aston Martin e Mercedes. Da Miami torna così una Scuderia sull’orlo della depressione alla vigilia della prima gara europea della stagione che il 21 maggio andrà in scena sulla pista dedicata a Enzo e Dino Ferrari.

Sainz era anche partito bene, fino al cambio gomme aveva combattuto con gli stessi tempi di Alonso, quindi con un ritmo con vista podio. Poi dopo il cambio alle Pirelli bianche è scomparso dai giochi, prendendosi anche 5” di penalità per aver superato il limite di velocità in corsia box. Un errore che si è visto a occhio nudo quando Carlos si è fiondato al cambio gomme come un razzo. Peccato perché i meccanici erano stati bravissimi con un cambio in 2”2.

Ancora più anonima la gara di Charles Leclerc che ha navigato lontano dalle zone che contano, forse ancora depresso dall’errore di sabato in qualifica e certamente rallentato da una macchina che, come ha detto via radio “salta dappertutto”. Alla fine ha ceduto anche alla rimonta di Hamilton, così come Sainz aveva dovuto cedere a Russell. Una domenica da gamberi. Un’altra domenica da dimenticare.

Peccato perchè nello show messo in piedi dagli anericani, prima della gara e poi sul podio, la Ferrari con la sua storia avrebbe dovuto esserci. Ma non è più quella Ferrari. E per ora neppure quella dello scorso anno.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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