Segnatevi questo nome: Gabriele Minì, campione di Formula 4. Sta nascendo una stella

Sta nascendo una stella. Si chiama Gabriele Minì, ha 15 anni, viene dalla Sicilia, più esattamente da Marineo in provincia di Palermo. Al suo primo anno in monoposto è già campione italiano di Formula 4 powered by Abarth, primo italiano a riuscirci da quando è nato questo campionato.

Con una vittoria e due secondi posti conquistati a Imola, Gabriele è diventato campione con una tappa (tre gare) d’anticipo. In questo 2020, sua stagione d’esordio, ha conquistato 4 primi posti, salendo sul podio 11 volte. E’ un pilota della Prema Powerteam, fa parte del programma ACI Team Italia, ma non è ancora inserito nella famiglia della Ferrari Driver Academy. Fa però parte di una scuderia che lo porterà lontano, è infatti assistito da Nicolas Todt, figlio di, ma soprattutto manager di Charles Leclerc.

Gabriele arriva dai Kart dove corre ufficialmente dal 2012, da quando aveva 7 anni… L’anno scorso è stato vicecampione europeo, quest’anno ha fatto il grande salto tra le monoposto e pronti via ha vinto già la prima gara della sua carriera. Un predestinato anche lui…

“Mio padre correva negli slalom, un grande appassionato, come mio nonno. Quando ho compiuto il mio primo compleanno mio padre non mi ha regalato un giocattolo, ma un kart vero! – raccontava lo scorso anno a Roberto Chinchero – È stato a lungo in camera mia, la sera lo osservato, ero molto piccolo, ma ci giocavo un po’ prima di andare a letto. Poi un giorno mio padre lo ha messo in moto e…mi sono spaventato e messo a piangere: non pensavo che quell’oggetto potesse fare quel rumore!”.

“Lo spavento è durato molto poco, e a due anni e mezzo ho iniziato a chiedere a mio padre di poterci salire. Una domenica insistetti in modo particolare, così andammo in un parcheggio e mio padre mi sistemò i pedali per permettermi di arrivarci. È iniziata così, in un parcheggio vuoto”.

“Non pensavo certo di fare il pilota, era un gioco. Non avevamo possibilità economiche per gareggiare in contesti importanti, ma ho partecipato alle prime gare cittadine e regionali, un passaggio importante perché sono stato notato da squadre siciliane e ho cominciato ad affacciarmi nel contesto nazionale. Ero in una squadra buona, che mi ha aiutato fino al 2016. Poi con mio padre sempre presente sono arrivati i primi risultati importanti, vincendo nella categoria 60 Mini il campionato italiano e il terzo posto nella serie WSK. Il passo successivo è stato l’ingresso nel team Parolin, e sono arrivati risultati molto buoni nelle stagioni successive”.

Corre con il numero 46, quello di Valentino. I suoi idoli sono Senna conosciuto dai racconti di papà e Charles Leclerc conosciuto personalmente un anno fa quando Todt lo invità a Budapest come premio per le sue vittorie nei kart e poi incontrato quando Charles va in pista a vedere da vicino suo fratello impegnato nel campionato Regional. “Di Charles mi piace che impara in fretta e anche quando sbaglia, la gara successiva è subito lì a riscattarsi”.

Se lo sentite parlare, ricordandovi che ha compiuto 15 anni il 20 marzo (vedi qui intervista a Motorsport.it) capirete perchè parlo di lui come di un predestinato. D’altra parte un amico che se ne intente tempo fa mi aveva detto: tieni d’occhio un ragazzo siciliano, Minì, ha già la testa di un campione.

E infatto lui racconta di come voglia lavorare per migliorare, ha capito che in monposto come nei kart non si finisce mai di farlo. E anche lui impara dagli errori come quando ha esagerato a Monza dove tentando un sorpasso all’esterno in Parabolica all’ultimo giro è uscito dai limiti prendendosi una penalizzazione che gli è cosata la vittoria. Però all’esterno in Parabolica era passato… E quella manovra racconta chi è questo bambino che sta crescendo in fretta. Uno che sa osare e vuole vincere.

Facciamolo crescere e avremo presto un altro italiano in Formula 1.

Ps: occhio anche aa Andrea Kimi Antonelli… uno che il destino ce l’ha nel nome anche se al mondiale di Portimao si è fratturato tibia e metatarso sinistri.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

1 commento

  1. […] C’erano una volta Checo Perez e Lance Stroll, poi partiti verso nuove avventure. C’era Jules Bianchi che senza quel maledetto incidente oggi sarebbe una stella. Oggi c’è Charles Leclerc, ma dietro di lui la pattuglia dei piloti made in Maranello sta crescendo. L’anno prossimo arriverà in F1 Mich, poi vedremo perchè dietro a lui ci sono tanti ragazzi di talento, aspettando che possa entrare in squadra anche il giovane Minì […]

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