Tambay e lo spirito di Gilles. I ricordi dell’Equipe e di Patrese

Una carriera segnata da un fisico fragile e da guasti incessanti, dai ripetuti ritiri, ricorda stamattina L’Équipe, dedicandogli uno spazio sulla sua prima pagina. Scrive Frédéric Ferret che potremmo fare un inventario à la Prévert, incongruo e vario, dei motivi che lo spingevano a uscire di scena. Potremmo anche riderci sopra, se la cosa non avesse colpito un pilota talentuoso e accattivante. Ma con 40 ritiri per guasto su 114 presenze, era difficile brillare. Soprattutto quando anche il corpo si metteva di traverso

Un’ernia del disco lo costrinse a saltare il GP di Svizzera 1982, la corsa che diede il titolo a Keke Rosberg e privò Didier Pironi della corona. Di Gilles Villeneuve era amico. Prendere il suo posto dopo l’incidente mortale in Belgio, fu un peso che si portò per sempre dentro. Seppe della tragedia mentre era alle Hawaii con i suoceri. Lo chiamò al telefono proprio Pironi.

«Il mondo mi è improvvisamente crollato addosso. Fin dai miei primi giri a Fiorano – raccontava Tambay – ho sentito lo spirito di Gilles aleggiare sulla pista». 

Con il 27 di Gilles avrebbe vinto in Germania all’indomani dell’incidente alle gambe di Pironi e ancora l’anno dopo a San Marino, nel giorno dell’anniversario dell’ultimo GP di Villeneuve.

«Non so spiegarmi perché i miei migliori risultati siano arrivati ​​quando l’emozione era così forte» ha scritto nel libro The Ferrari Years, dedicato al periodo trascorso a Maranello, anni finiti male con un’improvvisa sostituzione, quando arrivò Alboreto.

Patrick Tambay, dice L’Équipe, era scintillante. 

Sugli sci innanzitutto, dove il parigino si era messo in luce da ragazzino, diventando vicecampione francese di slalom juniores e campione di Francia juniores in discesa libera [1968]. Ma brillava soprattutto al volante. Durante le vacanze del 1971, si concesse un corso di guida che gli valse la convocazione alla finale del Volante Elfo, un trofeo che vince. Rivedrà la neve solo per piacere. La sua carriera era cominciata

Un buon debutto alla Theodore, la firma per una McLaren in pieno declino, due esili fuori dalla F1 in America con due titoli in CanAm (1977 e 1980), il rientro. 

Ma ogni volta nel momento sbagliato, in squadre sofferenti. Come la Ferrari travolta da lutti e incidenti oppure la Renault 1985, un anno prima della fine carriera.

Ha cercato di convertirsi alla telecronaca – ricorda il giornale francese – e ha fatto parte del breve ma brillante periodo in cui La Cinq ha rivoluzionato il modo di raccontare la F1. Ha visto il network di Berlusconi chiudersi e chiudersi le porte di TF1 per lui. Ma non si è mai arreso, nemmeno al morbo di Parkinson combattuto a lungo, arrivando a sottoporsi a una delicata e rischiosa operazione al cervello nel 2014. È stato un’analista di automobilismo appassionato per anni su RMC (2002 -2017), conservava un ragionato amore per la F1, nonostante gli avesse portato via un caro amico. Non nutriva risentimento. Nemmeno rimpianti. Tranne quello di aver visto suo figlio Adrien subire un destino ancora più duro: non aver mai debuttato in F1.

Vedi anche Addio a Tambay il ferrarista gentiluomo

Il bel ricordo di Patrese

Riccardo Patrese ha ricordato così Tambay su Facebook

Ciao Patrick, questa vittoria a Imola nel 1983,l’ho rivissuta sette anni più tardi nel 1990. Quel giorno abbiamo battagliato duramente e tu hai avuto la meglio per un mio errore alle Acque Minerali.

Siamo diventati molto amici soprattutto quando è nato il GP master nel 2005 dopo il ritiro di entrambi! Sono state gare con una splendida atmosfera e mi ricordo tuo figlio Adrien piccolo grande tifoso, e coincidenze della vita adesso corre nelle gare GT con Lorenzo mio figlio.

Gli ultimi anni per te sono stati duri e forse adesso finalmente potrai riposare in pace.

Un grande abbraccio, Riccardo

E quello di Lapo

Share Button
umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.