Un missile non ferma la F1. La Ferrari continua a volare, ma Leclerc e Sainz sbattono

La Formula 1 fa i conti con la guerra, ma non si lascia impressionare più di tanto. Un missile fa esplodere un impianto a una ventina di chilometri dal circuito, ma in pista di va avanti con il programma e i risultatri del giorni ci raccontano di una Ferrari ancora in fuga.

Venti di guerra sulla Formula 1, anche se in Arabia Saudita la Russia non c’entra. Un missile lanciato dai droni dei ribelli yemeniti ha infatti colpito un impianto petrolifero Aramco, uno degli sponsor del campionato, a 20 km dalla pista, dove si stava tenendo la prima sessione di prove libere di Formula 1. Un botto, un fungo di fumo scuro che evocava scenari tragici. Tanto che Verstappen negli ultimi minuti delle prime libere via radio ha detto: “Sento puzza di bruciato”. “Max tranquillo non è la tua auto”, gli hanno detto dai box.

La Formula 1 ha valutato i rischi, ha chiesto garanzie alle autorità locali, poi ha deciso di proseguire ritardando le libere della serata di un quarto d’ora dopo che Stefano Domenicali aveva convocato piloti e team manager per spiegare la situazione. “Siamo tutti qui, quindi è sicuro correre”, ha detto il ceo di Liberty a Sky. Un’assicurazione seguita poi da una nota ufficiale che confermava il programma del weekend “in totale sicurezza”.

Completamente isolati da quanto era accaduto a pochi chilometri dalla pista, i piloti hanno proseguito imperterriti. E il tracciato cittadino più veloce (e lungo) del mondo, ci ha confermato le impressioni raccolte in Bahrain: Ferrari e Red Bull viaggiano ad un altro ritmo, sia in simulazione qualifica che gara. Era impressionante vedere dalla camera car l’ondeggiamento del casco di Hamilton sui lunghi rettilinei. Nonostante la Mercedes fosse la monoposto meno incollata all’asfalto, il porpoising non è ancora stato risolto. Lewis si è comunque preso il quinto tempo, ma non sarà facile disputare tutta la gara in quelle condizioni.

In Ferrari tutto è filato liscio fino a una ventina di minuti dalla fine delle prove quando Charles Leclerc è andato a baciare un muro con la sua anteriore sinistra, danneggiando un braccetto della sospensione.

Qualche minuto prima aveva toccato (ma con il posteriore) anche Sainz. I due ferraristi hanno chiuso la sessione in anticipo, ma alla fine sono rimasti comunque davanti. Leclerc primo e Sainz terzo con Verstappen in mezzo al sandwich. Le Rosse vanno al sabato senza a er potuto effettuare la simulazione di gara.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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