La prima intervista post ritiro ( ma non ancora da futuro papà) Valentino Rossi l’ha concessa a Massimo Calandri per il Venerdì di Repubblica. Buon divertimento…
Pensare che avrebbe potuto anche correre in Formula Uno con una Ferrari.
«Vero, poteva succedere. Feci il primo test con la Ferrari di Schumacher a Fiorano nel 2004: per scherzo, diciamo. In realtà nasco come pilota di macchine, da bimbo mio papà Graziano mi faceva correre coi kart perché le moto – diceva – erano pericolose. Ero appassionato, anche lì cercavo la velocità e così quando ho provato l’ho fatto serio e sono andato bene. Quelli della Ferrari erano a bocca aperta. Altri 5-6 test, e alla fine del 2006 c’è stata questa grande possibilità. Un sogno. Ma non sarei diventato subito un pilota della Rossa: avrei dovuto prima fare gavetta, guidando negli junior team di F1. Poi sarebbe dipeso dai risultati. Ci ho pensato: non ero pronto a smettere con le moto. Non ho rimpianti».
Conosce a memoria tutti i circuiti. Ma adesso cosa c’è dietro la curva della vita? Ha paura?
«Ho le stesse paure di tutti altri. La vecchiaia, la morte. Quello che non ti aspetti. Ma non vengo da un altro pianeta: in questi anni ho sempre vissuto, non mi sono mica barricato in casa. Ho cercato di conservare una vita normale per quel che ho potuto, coltivando tante amicizie vere a tutti i livelli: a volte è andata bene, altre meno: non è che, all’improvviso, per me cambi tutto. Correre in moto è sempre stata la passione della mia vita, smettendo ho naturalmente dei timori. Ma avrò finalmente più tempo libero per gli amici, i miei genitori. La fidanzata».
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