Dopo esser stata per anni la gara finale del campionato il Gp d’Australia era diventato (fino al 2019) la tappa inaugurale del Mondiale. Poi è arrivata la pandemia e soprattutto quelli disposti a pagare di più e la gara di Melbourne sul circuito semipermanente dell’Albert Park è slittata sul calenadrio. Oggi è la terza gara. Lontana da tutto e da tutti. Un viaggio infinito per il circus che da quelle parti si trova benissimo per la passione e l’atmosfera che si respira, ma che tornerebbe volentieri ad abbinare la trasferta a Melbourne con gare in Giappone, Singapore o Malesia, così da ammorbidire il calendario.

Per il Gran Premio d’Australia è stata nominata la mescola C2 come P Zero White Hard, la C3 come P Zero Yellow Medium e C4 come P Zero Red Soft.
Secondo i tecnici Brembo il Melbourne GP Circuit rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3.
In ogni giro del circuito di Albert Park i piloti di Formula 1 utilizzano i freni 6 volte e in paio di queste la riduzione di velocità non supera i 65 km/h. L’utilizzo dei freni è di poco superiore ai 9 secondi al giro, uno dei dati più bassi dell’intero campionato insieme alla pista di Miami e a Monza, ed è pari al 9 per cento della durata dell’intero Gran Premio d’Australia.
Fatta eccezione per la leggerissima frenata alla curva 9, in cui le monoposto perdono appena 33 km/h, le altre 5 frenate sono tutte in curve a destra. I freni invece non servono alla curva 5, intitolata a Niki Lauda nonostante abbia corso solo una volta in Australia. L’austriaco è stato il primo a vincere un GP e un Mondiale con i freni Brembo, nel 1975.
La FIA ha confermato che quest’anno saranno presenti quattro zone DRS. Potrebbe quindi essere l’edizione della corsa di Melbourne con la più alta velocità di punta, visto che teoricamente si potrebbero toccare i 340 km/h.
Melbourne ha una delle corsie dei box più corte del calendario di soli 281 metri. Le auto quindi trascorrono circa 13 secondi in corsia box.
Le strade del circuito cittadino dell’Albert Park sono state riasfaltate nel 2022, inserendo nell’agglomerato delle inclusioni metalliche che hanno migliorato il grip dei pneumatici. L’asfalto è infatti più liscio rispetto agli altri circuiti del mondiale e una maggiore aderenza si raggiunge solo dopo numerose sessioni di pista.
Il Gran Premio d’Australia fa registrare forze sui pneumatici nella media e livelli contenuti di abrasione. Il nuovo layout inaugurato l’anno scorso, favorisce i sorpassi soprattutto nel secondo settore. Con un assetto della vettura che punta sulla trazione si può aiutare l’uscita dalle curve per poter avere maggiori chance di sorpasso sui brevi rettilinei del tracciato.
Dal quando si trasferì da Adelaide a Melbourne, nel 1996, tradizionalmente il Gran Premio d’Australia era la gara d’apertura del Campionato e lo è stata fino al 2019 con le sole eccezioni del 2006 e del 2010, quando il primo Gran Premio dell’anno si disputò in Bahrain. Cancellate a causa della pandemia le edizioni 2020 e 2021, dall’anno scorso Melbourne è tornata nel calendario come terzo appuntamento stagionale dopo i primi due che si svolgono in Medio Oriente.
Per Oscar Piastri, questa sarà a tutti gli effetti la gara di casa. Il giovane pilota McLaren è nato infatti a Melbourne, proprio a poca distanza da Albert Park. Altri piloti australiani che sono approdati prima di lui in Formula 1 sono, tra gli altri, Jack Brabham, Alan Jones, Tim Schenken, Mark Webber e Daniel Ricciardo.
Delle 6 frenate del GP Australia 2 sono considerate altamente impegnative per i freni, 3 sono di media difficoltà e la restante è light.
La più dura per l’impianto frenante è la terza curva, nonostante la velocità sia inferiore alla prima e all’undicesima curva. Alla curva 3 le monoposto perdono 199 km/h passando da 299 km/h a 100 km/h.
Per farlo hanno bisogno di 2,31 secondi in cui percorrono 112 metri mentre i piloti sono soggetti a 4,6 g di decelerazione.
Consiglio per video giocatori
Per non sbagliare la staccata alla terza curva dell’Albert Park Circuit nel videogioco Formula 1 non bisogna attendere di vedere la fine del muretto interno. Una volta che compare è troppo tardi e il rischio di finire nella via di fuga e di impiantarsi nella ghiaia è altissimo. Meglio affondare sul pedale qualche istante prima, scalando fino alla seconda marcia mentre si aziona lo sterzo.