Il Ferrari di Brizzi: Enzo l’inizio del sogno

Enrico Brizzi è un bolognese che è uscito dal gruppo come Jack Frusciante. E oggi ci regala il primo volume di una trilogia dedicata ad un mito emiliano diventato un mito italiano: Enzo Ferrari. Ecco arrivare in libreria Enzo – Il sogno di un ragazzo, edito da HarperCollins (459 pagine, 20 euro). In questo primo volume si racconta il bambino Enzo che diventa ragazzo, dal 1899 al 1919. Da quando aveva un anno a quando prova a farsi assumere dalla Fiat.

“È inevitabile rendersi conto di quanto la passione per le ’rosse’ sia diffusa: trovi le bandiere con il Cavallino sulle aie di campagna mentre cammini fuori dal mondo, come nei balconi borghesi dei quartieri residenziali di città. Quando corre la Ferrari è una sorta di emozione collettiva anche per chi, come me, non è un appassionatissimo di motori. Non serve essere un appassionatissimo di motori per rendersi conto di quanto sia quello che gli antichi chiamavano il genius loci “, dice Brizzi spiegando perchè si è tuffato in questa impresa raccontando Ferrari con la sua scrittura leggera, emiliana, quasi casalinga.

Un racconto scorrevole, romanzato, almeno quello che mi sembra a prima vista. L’ho comprato questa mattina e datemi ok te lo di leggerlo poi vi dirò.

Di certo e’ un altro modo di vedere Ferrari che nulla ha a che fare con l’autobiografia scritta dallo stesso Enzo o il mastodontico lavoro di Luca Dal Monte Ferrari rex.

Brizzi è appasionato di camminate e viaggi in biciclette. Con Enzo Ferrari ha esplorato un mondo diverso. “Per i padri dei nostri padri, cent’anni fa, l’automobile rappresentava la libertà, come per me oggi può rappresentarlo una camminata o un viaggio a pedali. Per noi oggi la macchina è il traffico. A quei tempi non esisteva tutto questo. L’auto allora era una promessa vicina al moto perpetuo… Enzo Ferrari era un bambino quando si compie il mitico viaggio di Barzini da Pechino a Parigi”

“La prima cosa è stata studiare, leggere tanto, capire come era la vita di allora. Ho studiato le sue biografie, soprattutto l’autobiografia a firma sua. E’ stato il primo a descrivere il suo mito e lo ha fatto anche bene. Ferrari è un costruttore di automobili d’eccellenza, ma nel raccontare la sua giovinezza racconto come quel ragazzo con una grande attrazioni per i motori, la velocità, la modernità, avesse ancora tutte le strade aperte di fronte, tanto che a 16 anni si era inventato giornalista sportivo pubblicando sulla Gazzetta dello Sport la cronaca di un Modena-Inter”.

“Era dipinto come duro e cinico, ma leggendo le sue lettere d’amore ho visto come fosse anche un gran sentimentale, un romantico che faceva la faccia da duro che per tutta la vita scrive a mano con la sua stilografica con l’inchiostro violetto”.

Nel primo volume Brizzi descrive il rapporto con i genitori, quello con il fratello maggiore che a scuola è molto più bravo di lui, quello con il primo grande amico e poi con il primo amore…

Ecco come viene presentato:

Modena, 1899. Il secolo romantico delle rivoluzioni e delle scoperte sta per lasciare spazio a un’epoca nuova, ma la città festeggia come sempre il santo patrono fra chioschi da fiera e profumi antichi di vino e salumi. Stretto al petto della madre, il neonato Enzo sonnecchia in quell’atmosfera da incanto. All’improvviso, un gran trambusto, delle urla, una fiumana di persone in fuga: dietro di loro un veicolo stupefacente, un borbottante carro che avanza senza cavalli. La prima automobile mai vista a Modena. Alla guida c’è Fredo, il padre di Enzo. L’emiliano Enrico Brizzi accorda la voce fuori dal tempo dei cantastorie al passo dei grandi romanzi contemporanei, per raccontare la giovinezza di un mito della sua terra, Enzo Ferrari. Enzo – Il sogno di un ragazzo, primo volume di una saga dedicata al “Signore delle Rosse”, vibra della musica che accompagna il viaggio fra l’infanzia e l’età adulta: il calore e la fatica della vita in famiglia, il disvelamento di una vocazione, il primo amore, le sfide e le difficoltà. Accanto al giovane Ferrari vivono in queste pagine personaggi indimenticabili, a cominciare dalla madre Gisa, istintiva pioniera dei diritti delle donne, e Dino, il fratello imbevuto di suggestioni letterarie e nazionaliste; fino al Negus, l’amico teppista dal cuore d’oro, e a Norma, la sola ragazza capace di far intendere a Enzo la lingua della speranza. Protagonisti e comprimari si muovono nell’affresco epico di un Paese in fermento per il Futurismo e gli scioperi socialisti, lo stile decadente di D’Annunzio e gli infiammati comizi d’un Mussolini ancora rivoluzionario. Ad attendere al varco Enzo e l’Italia intera, la prova terribile della Grande guerra.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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